Salvo quando ostacola lo svolgimento del proprio lavoro, il forte sovrappeso non può costituire un motivo di discriminazione professionale
Rivoluzione democratica e gravida di conseguenze o grossolano errore d’interpretazione? Divide il pronunciamento della Corte di Giustizia europea sulla possibile assimilazione dell’obesità a un handicap.
Stabilendo che alcune sue forme possono costituire una disabilità, i giudici di Lussemburgo hanno sancito che – al pari dell’handicap – non possano quindi essere motivo di discriminazioni sul lavoro.
#ECJ: Obesity can constitute a disability within the meaning of the Employment Equality Directive http://t.co/B0sMPuE3QE
— EU Court of Justice (@EUCourtPress) 18 Dicembre 2014
Il caso era stato sollevato da un operatore dell’infanzia danese che imputava il suo licenziamento al fatto di essere fortemente sovrappeso.
L’uomo dice ora di augurarsi che il suo caso permetta di evitare il ripetersi di simili situazioni e incrementi le tutele in favore dei dipendenti obesi.
Il caso alimenta però già un aspro dibattito. Molti si chiedono soprattutto se l’obesità non vada ascritta alla responsabilità del singolo, come “conseguenza della scelta di sovralimentarsi”.
La Corte europea sentenzia: "L'#obesità può essere un #handicap".Il caso: http://t.co/9Cj6oLWd5e#obesity#disabilitypic.twitter.com/nnjL9lZmZ0
— Salutepiu24 (@Salutepiu24) 18 Dicembre 2014
Sfugge all’assimilazione con
l’handicap il caso in cui il sovrappeso ostacoli le mansioni lavorative. Con più del 15% dei cittadini europei ormai oltre la soglia dell'obesità, il proncunciamento della Corte di Giustizia Europea promette comunque di esser gravido di conseguenze.