UberPop, i tassisti protestano a Parigi. In Francia prossima la messa al bando

UberPop, i tassisti protestano a Parigi. In Francia prossima la messa al bando
Di Euronews
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UberPop sarà fuorilegge in Francia dal primo gennaio, con la nuova normativa sui taxi. La popolare app fa parlare di se anche in Australia, dove ha quadruplicato i prezzi delle corse in occasione del

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Giorni contati per UberPop in Francia. Il servizio della popolare app, nata in California, che mette in contatto autisti non professionali con potenziali passeggeri sarà fuorilegge con l’entrata in vigore della legge Thévenoud, il primo gennaio.

L’obiettivo dei “taxi lumaca” che hanno rallentato lunedì il traffico alle porte di Parigi e altre città, appare raggiunto.

“Riteniamo – ha affermato uno dei tassiti in ‘processione’ – che sia concorrenza sleale, siamo contro UberPop e non molleremo. Continueremo a protestare, quindi a queste società di autisti diciamo di preoccuparsi”.

“Abbiamo spese enormi – gli ha fatto eco un altro – paghiamo license che hanno un costo, paghiamo anche un’assicurazione costosa, quindi non è normale lasciare che facciano come pare loro”.

Il governo ha, dunque, chiarito che non ci sarà tempo supplementare per adeguarsi alla normativa.

I tassisti sono sul piede di guerra in svariati Paesi contro tutti i servizi offerti da Uber, compresi quelli che mettono a disposizione autisti con licenza. In Brasile c‘è stata la messa al bando perché si ritiene che i ‘driver’ non siano sufficientemente qualificati, in Spagna è stato un tribunale a classificare quella di Uber come “concorrenza sleale”, in India la chiusura è avvenuta in seguito allo stupro compiuto da un autista ai danni di una ragazza che aveva prenotato il servizio.

In Germania un intervento d’urgenza è stato sconfessato dal tribunale di Francoforte. In Italia non c‘è regolamentazione, ma il commissario antitrust, alvatore Rebecchini, considera la app positiva per la concorrenza. “Potrà portare – aveva affermato – benefici per i consumatori”.

Uber è finita, lunedì, nell’occhio del ciclone anche in Australia, dove erano stati quadruplicati i prezzi delle corse per lasciare la city a Sydney, nelle ore nelle quali un estremista aveva preso in ostaggio clienti e dipendenti di una caffetteria.

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