Hulk, la Russia e il razzismo

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Di Euronews
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Lo Zenit San Pietroburgo ha pagato 40 milioni di euro al Porto per avere Hulk, il secondo acquisto più costoso del 2012, ma finora l’investimento non si è rivelato fruttuoso: 4 goal in 16 partite in Russia. Cosa accade a Hulk? L’attaccante ne ha parlato con euronews.

Claudia Garcia, euronews:
A 26 anni perché ha lasciato il Porto per una squadra e un campionato inferiore a quello portoghese?

Hulk:
Volevo raggiungere una nuova meta nella mia carriera e per questo dovevo giocare in un campionato diverso, in un nuovo Paese, perché a Porto avevo vinto tutto. Ho ricevuto varie proposte, dall’Inghilterra, dall’Italia e dalla Spagna, ma non abbiamo raggiunto un accordo. L’unico lo abbiamo raggiunto con lo Zenit.

euronews:
E’ stato Hulk a raggiungere un accordo con lo Zenit o è stato il Porto, da solo?

Hulk:
Io e il Porto. Non voglio mentirle: sono un calciatore e devo approfittare del momento e quindi ho scelto lo Zenit anche per motivi economici, ma non solo per questo. Lo Zenit sta crescendo molto, ha una grande struttura e sta investendo in questo momento. Sono certo che nei prossimi due, tre anni lo Zenit sarà tra i primi club in Europa.

euronews:
Hulk è stato un idolo in Giappone, un idolo nel campionato portoghese, ma è lontano da essere un idolo in Russia. Cosa manca?

Hulk:
Quando sono arrivato in Russia, la stagione era già cominciata, era all’ottava giornata. Ho saltato la pre-stagione e non ho avuto l’opportunità di conoscere e di farmi conoscere dalla squadra. I miei compagni non conoscevano Hulk come persona, ma solo il giocatore. Ora il campionato è fermo per la pausa invernale e ho partecipato a una nuova pre-stagione con la squadra.Ora ci conosciamo meglio e sono sicuro che dopo alcune settimane Hulk sarà l’Hulk che conoscete, l’Hulk del Porto e della nazionale brasiliana, di un calcio allegro.

euronews:
E’ stato negativo per lei arrivare solo a settembre?

Hulk:
Credo di sì, ma d’altro canto, credo che tutto sia stato influenzato dal tumulto del trasferimento, dal denaro. I miei compagni mi guardavano male, come se io volessi essere la star della squadra, ma non ho avuto mai l’intenzione di essere la star. Voglio aiutare lo Zenit a vincere trofei e vorrei essere aiutato dai miei compagni e dal club, credo che le cose stiano andando nel verso giusto.

euronews:
All’inizio la relazione con i giocatori russi non è stata facile?

Hulk:
E’ vero. Alcuni giocatori non mi hanno rispettato, ma non ho mai detto nulla contro di loro. Non voglio creare ulteriore confusione.

euronews:
Chi le ha mancato di rispetto? Cosa è accaduto esattamente?

Hulk:
Alcuni giocatori hanno detto cose sbagliate su di me alla stampa e al pubblico. Io non potrei mai parlare male dei miei compagni di squadra.

euronews:
Parla del capitano e di altri giocatori che si sono opposti pubblicamente al suo contratto?

Hulk:
Sì, esattamente. Io sono incapace di parlare male degli altri, anzi ho sempre detto cose positive. L’altro giorno in Russia qualcuno mi ha chiesto quale giocatore dello Zenit apprezzassi e io ho risposto Denisov, il capitano, perché è davvero un grande giocatore con molte qualità.

euronews:
Il problema con Denisov e Kerzhakov era solo un problema di salario o c’era anche qualche pregiudizio nei suoi confronti?

Hulk:
Onestamente non lo so. Non ho mai parlato con loro di questo, non so di cosa hanno parlato con l’amministrazione del club, non ho mai letto sui giornali cose a riguardo. Non importa, non dobbiamo per forza essere amici, ma dobbiamo rispettarci sul campo e fuori dal campo. Ognuno ha la propria vita.

euronews:
Durante il match contro il Milan per la Champions League, lei è stato sostituito prima della fine, non le è piaciuto e ha avuto degli attriti con il suo allenatore, Luciano Spalletti. Dopo la partita ha anche ventilato l’ipotesi di lasciare lo Zenit a gennaio. Non è accaduto, ma pensa di farlo in estate?

Hulk:
Credo di aver fatto confusione, ero nervoso e ho detto cose che non volevo dire. Ora mi sento meglio allo Zenit, ho più fiducia nel mio allenatore e nei miei compagni e non penso più a queste cose. Mi sento più motivato a giocare per lo Zenit e si riflette sul campo.

euronews:
All’inizio non si sentiva motivato?

Hulk:
No, ero motivato, ma non potevo giocare bene, a causa della mancanza di fiducia dei miei compagni nei miei confronti.

euronews:
Un gruppo di tifosi dello Zenit, ha pubblicato un manifesto sul proprio sito in cui dice che l’assenza di giocatori neri nello Zenit è una tradizione importante per il club. Cosa prova giocando per una squadra che ha tifosi come questi?

Hulk:
Noi calciatori siamo lì per giocare, a prescindere dal colore, puoi essere nero, bianco, blu o giallo, non importa. Siamo fatti tutti di carne e ossa e abbiamo tutti sangue nelle vene, Non devono esistere differenze o pregiudizi. Devo dire anche che non conosco questa parte di tifosi dello Zenit, conosco solo i tifosi che incitano la squadra per 90 minuti, la incoraggiano, gridano il mio nome per tutto il tempo, per cui ho un’immagine positiva della tifoseria dello Zenit e non ho mai avuto problemi con loro.

euronews
Lei non è mai stata vittima di razzismo?

Hulk:
No, mai. Se dicessi di sì, mentirei. I russi e il club sono gentili con me.

euronews:
Nel 2014, il Brasile ospiterà i Mondiali, ma nel Paese ci sono ancora problemi: criminalità organizzata, sicurezza e scarsa organizzazione. Cosa crede che accadrà?

Hulk:
Le persone parlano solo di criminalità, violenza, perché vogliono vedere solo il lato negativo. Ma dobbiamo vedere anche il lato positivo. Se questi problemi non esistessero in Brasile, il Brasile sarebbe perfetto e la perfezione non esiste. Credo che le cose miglioreranno.

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