"L'Ucraina è un regime autoritario" denuncia l'ex premier Julia Timoshenko

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Per recarsi a Bruxelles per partecipare al Congresso del Partito Popolare Europeo la leader del Partito di opposizione ucraino “Patria”, Julia Timoshenko ha dovuto chiedere l’autorizzazione al Procuratore Generale. Sotto inchiesta per presunte irregolarità finanziarie realizzate quando era Primo ministro, la Timochenko intervistata da Alexei Doval di Euronews, racconta come è cambiato il suo paese, da quando si sono svolte, un anno fa, le elezioni presidenziali.

Euronews: Da quando lei ha lasciato il posto di primo ministro sono emerse diverse gravi accuse nei suoi confronti. Sono ingiuste? Le respinge?

Julia Timoshenko: Certo che si. In Ucraina è partita una repressione politica su larga scala. Tutti gli avversari politici delle autorità sono o sotto processo o sono già in prigione. Per questo voglio ringraziare l’attuale presidente, il governo e tutte le forze di sicurezza perchè per un anno hanno esaminato il mio lavoro svolto come Primo ministro ed è successo, che malgrado desiderassero trovare qualche falla, non hanno trovato nulla. Già questo mi riabilita.

Euronews: Ma uno dei casi resta aperto. E se come lei sostiene, dietro questa inchiesta ci sono le autorità e un sistema giudiziario non più indipendente, Non sarebbe più al sicuro qui? Non vorrebbe chiedere l’asilo politico? Dopotutto lei rischia di finire in prigione.

Julia Timoshenko: Non abbandonerei mai l’Ucraina in questo periodo difficile. Non potrei mai lasciare le persone che hanno votato per me, più di 11 milioni di ucraini. Torno nel mio paese per difendere l’Ucraina, lo stato di diritto, la democrazia, i diritti civili e le libertà personali. Non voglio che la gente perda la speranza. Resto al loro fianco anche se il potere arriverà al punto estremo di mettermi in prigione. Resto in Ucraina anche nel caso riesca a rimanere in libertà.

Euronews: Quanto è grave la situazione? Lei ha sostenuto che è peggiorata..

Julia Timoshenko: Si, molte persone in Ucraina e anche all’estero hanno l’impressione che da un anno l’Ucraina abbia imboccato una strada opposta alla democrazia, alla libertà e alle aspirazioni europee. La situazione è difficile. La gente oggi soffre dell’assenza di libertà, vive nella paura. La corruzione corrode le fondamenta del nostro stato.

La situazione è pesante ma so che riusciremo a superarla. Al momento gli oligarchi controllano i media, controllano tutti i poteri senza nessuna eccezione e hanno a disposizione grossi capitali.

In Ucraina la separazione dei poteri, in legislativo, esecutivo e giudiziario, è sparita. E’ tutto convogliato in un solo grande sistema, gestito da un uomo solo e dal suo entourage. Nel paese sono state distrutte le basi della democrazia.

Euronews: Una delle principali conquiste con la democrazia in Ucraina era stata la libertà di espressione. E’ in pericolo?

Julia Timoshenko:Per non basarci solo su quello che denuncia la l’opposizione faccio riferimento al rapporto di Reporters senza Frontiere che l’anno scorso ha declassato il paese sotto tutti gli indicatori che riguardano la libertà di espressione.

In Ucraina esiste un movimento di giornalisti che si batte contro la censura, che conta più di mille membri. Società civile, opposizione e giornalisti lottiamo tutti insieme.

Ci battiamo contro un regime autoritario che purtroppo domina già da un anno l’Ucraina.

Euronews: In Ucraina è tornato alla ribalta il caso dell’omicidio del giornalista Gongdadze.

Sembra coinvolto anche l’ex presidente Koutchma.

Per le autorità la libertà di espressione sembra quindi importante, cercano di preservarla. Non sta avvenendo il contrario di quello che lei dice?

Julia Timoshenko:

Purtroppo non è che un’illusione. L’ economia, il tessuto sociale sono andati completamente in rovina e la gente è stata privata della libertà. Il governo ha quindi deciso di distogliere l’attenzione dai problemi contingenti.

Non penso che il caso in cui è coinvolto anche l’ex presidente ucraino, possa finire davvero in qualcosa di concreto e giusto. Sono convita che sia solo una tattica diversiva.

Euronews: Lei un anno fa ha detto che l’Ucraina che imboccato la direzione opposta all’Europa.

Se interpretiamo alla lettera questa affermazione, vuole dire che questa strada porta verso la Russia?

E’ questo il problema?

Julia Timoshenko: No. Intendo dire che il paese si allontana dall’idea di libertà, che non c‘è democrazia e al contrario c‘è ingiustizia e corruzione. Ecco la direzione in cui sta andando il paese. Non intendevo fare nessun riferimento alla Russia.

Euronews:Secondo lei con il governo attuale i legami tra Ucraina e Russia si possono intensificare?

Julia Timoshenko: Vorrei che questi legami fossero quelli tra due partners. E non quelli tra un fratello maggiore e uno minore, cioè una relazione tra una gerarchia superiore con un suo sottoposto. Oppure dei legami come quelli di un paese grande e potente con un territorio adiacente. Vorrei delle buone relazioni di vicinato, di partenariato, di uguaglianza che portino benefici e soddisfazioni ad entrambi i paesi.

Euronews: Un anno fa circa la metà degli elettori ucraini, o poco meno, l’hanno votata. sarebbe ancora in grado di difendere il loro punto di vista?

Julia Timoshenko: Completamente. Io sto lavorando per questo. E ora la gente è scandalizzata, vive nell’ingiustizia, sono frustrati, indignati. Credo che gli ucraini nell’anima, nel proprio DNA siano persone libere.

E’ la storia che ci ha strutturato in questo modo.

Non solo siamo uomini liberi ma da sempre siamo pronti a lottare per la nostra indipendenza e per la libertà. Penso che gli ucraini sapranno superare questa situazione. Ma la cosa ancora più importante è che l’Ucraina sia sostenuta dai nostri amici, dai partner nell’Unione Europea e dall’Occidente. Per noi è importante.

Euronews: E’ in corso un’ondata di rivoluzioni dall’africa del Nord al Medioriente. La situazione in Ucrania è potenzialemente esplosiva? Potrebbe esserci una rivoluzione?

Julia Timoshenko: Si, quando le persone sono condotte alla disperazione e non vedono altra soluzione che non sia la rivoluzione, un paese rischia di esplodere. Il nuovo presidente sta portando l’Ucraina verso

il caos. La gente è indignata e vorrebbe incidere sulla realtà politica, non vuole essere lasciata in un angolo.

Euronews: L’Europa è responsabile del fatto che la rivoluzione ucraina del 2004 sia finita in modo deludente?

Julia Timoshenko: Penso che l’Europa non abbia assolutamente nessun tipo di responsabilità. Jushenko, a cui il paese ha dato il potere con una rivoluzione, si è rivelato un politico debole, e non ha resistito alla tentazione di tornare all’antico modello di un “oligarchia più politica”. Un atteggiamento che ha disatteso i presupposti nati dalla rivoluzione.

Gli ucraini non hanno comunque perso la fiducia. Certo sono delusi. Ma al tempo stesso se comparano i 5 anni che sono seguiti alla rivoluzione con quello che accade oggi, sanno che hanno avuto molto più libertà in tutti gli ambiti della loro vita, e molta più giustizia.

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