La Camera dei rappresentanti e il Senato Usa hanno votato a grande maggioranza a favore della pubblicazione delle prove contro il defunto condannato per reati sessuali Jeffrey Epstein. La legge passa al presidente Trump per l'approvazione finale
Martedì il Congresso degli Stati Uniti ha votato a stragrande maggioranza a favore di una legge che obbliga il dipartimento di Giustizia a rendere pubblici tutti i fascicoli e le prove detenute contro Jeffrey Epstein.
La Camera ha approvato con 427 voti a favore e un solo contrario l’Epstein File Trasparency Act, che ordina la pubblicazione entro 30 giorni da parte dei documenti non classificati, comunicazioni e materiali delle indagini sul finanziere condannato per traffico sessuale di minorenni e morto in prigione nel 2019.
Poche ore dopo anche il Senato ha approvato all’unanimità il provvedimento che attende dunque solo la firma della Casa Bianca.
Trump ha detto che non metterà il veto nonostante avesse manifestato resistenze negli ultimi mesi salvo cedere e chiedere ai repubblicani di votare il rilascio dei documenti.
Il voto sulla pubblicazione dei file Epstein passa al Senato degli Stati Uniti
Quando a luglio un piccolo gruppo bipartisan di deputati della Camera ha presentato una petizione per aggirare il controllo del presidente della Camera Mike Johnson sulle proposte di legge che raggiungono l'aula, sembrava un tentativo azzardato, soprattutto perché Trump aveva esortato i suoi sostenitori a liquidare la questione come una "bufala".
Ma sia Trump che Johnson hanno fallito nel tentativo di impedire il voto. Ora il presidente si è piegato al crescente slancio dietro la legge e ha persino detto che la firmerà se passerà anche al Senato, la camera alta del Congresso degli Stati Uniti.
Trump si era opposto con forza a rendere pubbliche le prove contro Epstein in possesso del dipartimento di Giustizia, dopo che si era ipotizzato che il presidente degli Stati Uniti potesse essere personalmente coinvolto. Trump ha detto di aver tagliato i ponti con Epstein anni fa, ma ha cercato per mesi di superare le richieste di divulgazione.
Lunedì ha dichiarato ai giornalisti che Epstein era collegato a più democratici e che non voleva che i file di Epstein "sminuissero il grande successo del Partito Repubblicano".