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Zohran Mamdani è il nuovo sindaco di New York: il democratico socialista vince le elezioni e manda un messaggio a Trump

Il candidato sindaco di New York Zohran Mamdani ascolta una domanda durante una conferenza stampa al Dutch Kills Playground lunedì 3 novembre 2025.
Il candidato sindaco di New York Zohran Mamdani ascolta una domanda durante una conferenza stampa al Dutch Kills Playground lunedì 3 novembre 2025. Diritti d'autore  Andres Kudacki/Copyright 2025 The AP. All rights reserved.
Diritti d'autore Andres Kudacki/Copyright 2025 The AP. All rights reserved.
Di Jeremiah Fisayo-Bambi Agenzie: AP
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Oltre alla vittoria a New York , i democratici vincono anche le altre elezioni locali di martedì tra cui quelle per il governatore nel New Jersey e in Virginia. Trump, eletto un anno fa e in carica da gennaio, incolpa i repubblicani della sconfitta

Zohran Mamdani è stato eletto martedì sindaco di New York, a coronamento di una corsa sorprendente per il 34enne consigliere municipale, destinato a diventare il primo sindaco musulmano della città e il più liberale da generazioni.

Mamdani ha ottenuto oltre il 50 per cento dei voti battendo l'ex governatore democratico Andrew Cuomo (41,6%) e il repubblicano Curtis Sliwa (il fondatore dei Guardian Angels, i volontari che pattugliano le strade di New York, ha preso il 7,1), segnando una vittoria dell'ala progressista del Partito Democratico, incarnato a livello nazionale da Bernie Sanders e Alexandria Ocasio-Cortez .

Praticamente sconosciuto ai più un anno fa Mamdani, che è di origine ugandese e indiana figlio di un professore universitario e di una famosa regista (Mira Nair), deve ora mantenere gli impegni elettorali, dalla scuola ai trasporti pubblici gratuiti al controllo degli affitti, che hanno attirato le classi meno abbienti e i giovani ma che hanno generato anche scetticismo.

"Amici miei, abbiamo rovesciato una dinastia politica", ha commentato il neoeletto sindaco, che entrerà il carica a inizio anno, riferendosi all'elemento di rottura rappresentato dalla vittoria di un democratico "socialista", come ama definirsi Mamdani.

"Per tutto il tempo che possiamo ricordare, ai lavoratori di New York è stato detto dai ricchi e dai benestanti che il potere non è nelle loro mani, eppure negli ultimi 12 mesi, avete osato raggiungere qualcosa di più grande. Stasera, contro ogni previsione, l'abbiamo preso", ha detto Mamdani ai suoi sostenitori.

"Il futuro è nelle nostre mani", ha aggiunto il nuovo sindaco, il primo di origine sud-asiatica e il primo nato in Africa nella storia della Grande Mela e anche il più giovane in oltre un secolo.

La governatrice dello Stato di New York, Kathy Hochul, ha dichiarato sulla X che non vede l'ora di lavorare con Mamdani "per rendere la nostra città più accessibile e vivibile" e si è congratulata con lui per aver vinto "una delle elezioni con la più alta affluenza alle urne della città".

Hanno votato infatti oltre 2 milioni di newyorkesi, l'affluenza più alta per un'elezione locale da più di 50 anni, in quello che sembra un messaggio al presidente Donald Trump e all'establishment politico nazionale incapace di superare lo shutdown federale che paralizza gli Usa da 35 giorni, il periodo più lungo mai registrato.

Sostenitori del candidato democratico Zohran Mamdani esultano ai risultati elettorali  a New York (martedì 4 novembre 2025)
Sostenitori del candidato democratico Zohran Mamdani esultano ai risultati elettorali a New York (martedì 4 novembre 2025) Yuki Iwamura/Copyright 2025 The AP. All rights reserved.

La vittoria di Mamdani e la sfida a Trump

A urne aperte in modo del tutto irrituale, il presidente Usa martedì ha inviato il suo endorsement per Cuomo, ex governatore di New York, e sconfitto alle primarie democratiche da Mamdani tanto da essersi candidato da indipendente.

Meglio un cattivo democratico che un democratico comunista, ha lasciato intendere Trump, secondo cui la sua città natale e la principale degli Usa sarebbe stata rovinata da un leader come Mamdani.

Il presidente ha anche minacciato di trattenere i fondi federali destinati alla città in caso di politiche non allineate con la Casa Bianca.

Eppure la risposta di New York è stata diversa sin dalle prime battute della campagna elettorale dove Cuomo risultava favorito, pur essendosi dovuto dimettere quattro anni fa dalla carica di governatore statale a causa di accuse a sfondo sessuale.

Le chance dell'ex governatore erano state incrementate anche dalla decisione di non ricandidarsi del sindaco in carica, Eric Adams, alle prese allora con un caso di corruzione successivamente archiviato.

Ma col passare dei mesi il fascino di Mamdani, l'uso sapiente dei social media e la sua agenda economica populista hanno convinto gli elettori e attirato l'attenzione anche della politica nazionale.

La democratica Abigail Spanberger dopo l'elezione a governatrice della Virginia (4 novembre 2025)
La democratica Abigail Spanberger dopo l'elezione a governatrice della Virginia (4 novembre 2025) Stephanie Scarbrough/Copyright 2025 The AP. All rights reserved

I democratici conquistano la Virginia e il New Jersey

La svolta politica di New York si è accompagnata martedì ad altre competizioni elettorali, incluso in due Stati della costa orientale come Virginia e New Jersey che dovevano scegliere il governatore.

Indicazione chiara in Virginia, dove vive buona parte dei lavoratori federali colpiti dalla sospensione delle attività del governo di Washington DC e dai licenziamenti che ne sono seguiti. La vittoria è andata alla candidata democratica Abigail Spanberger, che diventa la prima donna a guidare lo Stato.

Nel New Jersey, dove Trump ha appoggiato il candidato repubblicano Jack Ciattarelli e ha tenuto diversi comizi a suo favore, gli elettori hanno invece scelto di mantenere i democratici al potere e hanno eletto la deputata Mikie Sherill.

Il presidente è intervenuto tardivamente a sostegno dei candidati repubblicani e sembra essere pesato anche lo scontro in corso tra Trump e i governatori di California e Illinois per la decisione di inviare la Guardia nazionale in alcune delle principali città americane.

Trump, eletto un anno fa esatto alla presidenza, ha attribuito la sconfitta elettorale al partito. Il fatto che "TRUMP NON C'ERA SULLA SCHEDA" e lo shutdown del governo ha scritto sui social media "SONO STATI I DUE MOTIVI PER CUI I REPUBBLICANI HANNO PERSO LE ELEZIONI DI QUESTA NOTTE".

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