Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha incontrato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump alla Casa Bianca giovedì pomeriggio. Ma Merz ha ottenuto tutto quello che voleva?
Difesa, Ucraina e dazi commerciali sono stati i tre temi cardine dell’incontro bilaterale tra il presidente statunitense Donald Trump e il cancelliere tedesco Friedrich Merz. Il vertice, che si è svolto in un clima insolitamente cordiale, ha segnato il primo faccia a faccia ufficiale tra i due leader, ma non ha nascosto le tensioni strutturali tra le due sponde dell’Atlantico.
"Vogliamo avere l'esercito convenzionale più forte d'Europa", ha dichiarato Merz, sottolineando l’impegno tedesco nella Nato, dopo anni di accuse statunitensi agli alleati europei per gli insufficienti contributi alla difesa.
Trump, pur accogliendo favorevolmente l’aumento della spesa militare tedesca, ha lasciato intendere che monitorerà con attenzione gli sforzi di Berlino sul riarmo. Il presidente ha anche rivelato un regalo simbolico ricevuto da Merz: il certificato di nascita del nonno, nato in Germania nel 1869. "Un ricordo della famiglia", ha commentato il cancelliere.
Ucraina: tregua lontana, Trump accusa Biden
Sulla guerra in Ucraina, Trump ha ribadito la sua posizione critica verso l’ex presidente Joe Biden, ritenuto responsabile dell’escalation. Ha aggiunto che Putin non sta "giocando" e sembra intenzionato a "volere l’intera faccenda", in riferimento all’integrità territoriale ucraina.
Merz ha ricordato la telefonata di 75 minuti tra Trump e Vladimir Putin nella quale Mosca avrebbe promesso una risposta all’ultima offensiva ucraina che ha colpito pesantemente l’aviazione russa.
Entrambi i leader si sono detti uniti nel voler porre fine al conflitto, ma le ricette restano distanti. Trump ha anche sottolineato: "Non sono amico di Putin. Non sono amico di nessuno".
I dazi di Trump
Sul fronte commerciale, il presidente statunitense ha riaffermato la linea dura. Dopo aver già aumentato i dazi su acciaio e alluminio al 50 per cento, Trump ha avvertito che una nuova ondata di tariffe – fino al 50 per cento su tutte le importazioni Ue – potrebbe entrare in vigore dal 9 luglio, se i negoziati non dovessero soddisfare Washington.
Nel mirino anche auto, farmaci, semiconduttori e aeromobili. Una pressione diretta sull’industria europea che potrebbe innescare nuove tensioni all’interno dell’Organizzazione Mondiale del Commercio.
Secondo Rachel Tausenfreund, del German Council on Foreign Relations, l’incontro "non sarebbe potuto andare meglio per Merz", che ha evitato di scendere nei dettagli più delicati sui negoziati commerciali.
"Gestione attiva" della partnership Usa -Germania
Nonostante le differenze su migrazione, energia e relazioni con la Cina, entrambi i leader hanno ostentato buone relazioni personali. Trump ha definito Merz "un uomo difficile ma buono", lasciando intendere che le truppe americane potrebbero rimanere in Germania.
La direttrice dell’Aspen Institute, Stormy-Annika Mildner, ha osservato che "la partnership richiede oggi una gestione più attiva che mai", soprattutto alla luce delle minacce tariffarie e dei segnali contraddittori sull’impegno militare Usa in Europa.
Cina, Nord Stream e cooperazione energetica
Trump ha confermato una telefonata positiva con il leader cinese Xi Jinping, preannunciando visite ufficiali reciproche tra Usa e Cina. Ha inoltre rivendicato il blocco del gasdotto Nord Stream 2 e sottolineato la supremazia energetica statunitense: "Abbiamo il doppio del petrolio e del gas del resto del mondo".
Un chiaro segnale a Berlino per rafforzare i legami energetici con Washington. L’obiettivo è un nuovo accordo commerciale che – almeno nei desideri americani – spinga l’Europa a ridurre la sua dipendenza da fornitori ritenuti strategicamente rischiosi.