Una start-up norvegese sviluppa tecnologia VR che trasforma scansioni mediche in ologrammi 3D. I chirurghi possono esplorare organi e pianificare interventi complessi, aumentando sicurezza e precisione per i pazienti
Un giorno i chirurghi potrebbero provare operazioni salvavita prima ancora di toccare un paziente. Una madre che dona parte del suo fegato al figlio potrebbe sottoporsi a una procedura più sicura e prevedibile perché i medici hanno già esplorato l’organo in tre dimensioni, ruotandolo, sezionandolo e studiandone ogni dettaglio in anticipo.
Questa possibilità non è più fantascienza. La start-up norvegese Holocare sta sviluppando una tecnologia di realtà virtuale che consente ai chirurghi di visualizzare gli organi dei pazienti come ologrammi 3D, costruiti a partire dalle stesse scansioni MRI o CT già utilizzate in ogni ospedale. Invece di guardare immagini piatte, i medici possono entrare in una ricostruzione virtuale e pianificare insieme il loro approccio.
“Immaginate cinque chirurghi che devono pianificare un caso complicato, ognuno con opinioni diverse, i più giovani che esitano a parlare davanti ai professori,” ha spiegato Alison Sundset, amministratore delegato di Holocare, a Euronews Next. “Con questo strumento possono collaborare, entrare nelle immagini e pianificare un intervento migliore.”
Il sistema utilizza l’intelligenza artificiale per convertire le immagini mediche 2D in modelli 3D dettagliati. I chirurghi possono esplorarli con occhiali per la realtà virtuale, ingrandendo parti dell’organo, ruotandolo o simulando incisioni con strumenti virtuali. In una dimostrazione a Euronews Next, due designer hanno mostrato movimenti in aria simili a un mimo, ma in realtà stavano pianificando la resezione di un fegato con metastasi da tumore del colon-retto, calcolando quanto tessuto sano sarebbe rimasto dopo l’intervento.
Secondo Dag Otto Lund, responsabile della progettazione di Holocare, il vero valore della tecnologia è la comprensione spaziale dell’organo e delle strutture anatomiche, che permette ai medici di valutare il tumore da diverse angolazioni e simulare tagli con vari strumenti. La tecnologia è già autorizzata per l’uso sui fegati e ospedali in Norvegia, Germania, Francia, Spagna e Regno Unito stanno sperimentando la piattaforma.
Tradizionalmente, i chirurghi dovevano trasformare le scansioni piatte in modelli mentali tridimensionali, un’abilità complessa che richiede anni di esperienza e può portare a interpretazioni diverse all’interno del team. Con la realtà virtuale, tutti i chirurghi sono allineati e possono prendere decisioni più precise.
Sundset racconta un caso concreto: un chirurgo aveva dichiarato un intervento impossibile e mandato il paziente a casa, ma dopo aver rivisto le scansioni in 3D ha capito che l’operazione era fattibile. Il paziente è stato operato con successo ed è vivo.
Il software di Holocare, basato su browser, elabora le immagini in modelli 3D in circa dieci minuti e può essere caricato direttamente dagli ospedali, riducendo la dipendenza dai radiologi. L’azienda sottolinea però che l’intelligenza artificiale non è uno strumento diagnostico e che immagini di scarsa qualità produrranno risultati inaccurati.
L’obiettivo futuro è portare la guida olografica in tempo reale in sala operatoria tramite robot chirurgici. “Vogliamo che il chirurgo possa indossare una lente e vedere l’ologramma sovrapposto al corpo del paziente, operando in 3D attraverso l’ologramma,” ha spiegato Sundset.
Questa tecnologia promette di trasformare la chirurgia moderna, rendendo gli interventi più sicuri, prevedibili e collaborativi, e offrendo ai pazienti una seconda possibilità quando tradizionalmente le procedure sembravano impossibili.