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Danni al cuore a mezza età potrebbero aumentare il rischio di demenza, avverte uno studio

Una persona anziana si tiene per mano con il proprio assistente.
Una persona anziana tiene per mano il proprio caregiver. Diritti d'autore  Canva
Diritti d'autore Canva
Di Gabriela Galvin
Pubblicato il
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Le persone con livelli molto elevati di troponina nel sangue avevano una probabilità molto maggiore di sviluppare demenza. Lo ha rilevato lo studio.

Le persone di mezza età con segni di danno al cuore hanno maggiori probabilità di sviluppare demenza, secondo una nuova ricerca.

Il segnale principale erano livelli più alti di troponina cardiaca I, una proteina che viene rilasciata nel sangue quando il muscolo cardiaco è danneggiato. Livelli elevati possono indicare un infarto. Questo può incidere sulla salute del cervello.

Secondo lo studio, pubblicato sull’European Heart Journal, livelli di troponina più alti in mezza età hanno previsto l’insorgenza della demenza fino a 25 anni prima della diagnosi, anche in persone senza sintomi cardiaci.

I ricercatori hanno spiegato che troponina elevata senza sintomi può indicare un danno cardiaco continuo. Questo può avere conseguenze sulla salute, ad esempio alterando il flusso sanguigno al cervello e aumentando il rischio di demenza.

“Il danno al cervello osservato nelle persone con demenza si accumula lentamente per decenni prima che compaiano i sintomi”, ha dichiarato Eric Brunner, uno degli autori dello studio e professore di epidemiologia sociale e biologica allo University College London, in un comunicato.

“Ora dobbiamo condurre studi per capire quanto bene i livelli di troponina nel sangue possano prevedere il rischio futuro di demenza”.

Lo studio ha coinvolto quasi 6.000 persone nel Regno Unito senza demenza né malattie cardiache. Hanno effettuato test ad alta sensibilità per la troponina tra i 45 e i 69 anni, poi sono stati seguiti per una media di 25 anni.

Nel periodo considerato, 695 persone hanno ricevuto una diagnosi di demenza. Rispetto a chi non ha sviluppato la malattia, avevano livelli di troponina nel sangue costantemente più alti da 7 a 25 anni prima della diagnosi.

Le persone con i livelli di troponina più alti avevano un rischio di demenza superiore del 38 per cento rispetto a chi presentava i livelli più bassi, secondo lo studio.

Hanno mostrato anche un declino più rapido nelle capacità di pensiero, memoria e risoluzione dei problemi.

I risultati sono rimasti validi anche dopo aver tenuto conto di fattori come sesso, etnia e livello di istruzione.

Secondo i ricercatori, livelli elevati di troponina potrebbero un giorno diventare un campanello d’allarme precoce per individuare chi è a maggior rischio di sviluppare demenza.

“I nostri primi risultati suggeriscono che la troponina potrebbe diventare un componente importante di un punteggio di rischio per prevedere la probabilità futura di demenza”, ha aggiunto Brunner.

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