Il ministero degli Esteri francese ha dichiarato che continuerà a lavorare a stretto contatto con il primo ministro israeliano grazie all'"amicizia" tra le due Nazioni. Intanto Israele ha presentato ricorso alla Corte
La Francia ha dichiarato mercoledì che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu gode dell'immunità dal mandato di arresto emesso contro di lui dalla Corte penale internazionale (Cpi). Un cambiamento di posizione che è stato criticato dai gruppi per i diritti umani.
La settimana scorsa il massimo tribunale mondiale per i crimini di guerra ha emesso un mandato di arresto per Netanyahu, il suo ex ministro della Difesa Yoav Gallant e il comandante di Hamas Mohammed Deif, accusandoli di crimini contro l'umanità e crimini di guerra durante i 13 mesi di guerra di Israele a Gaza.
Da allora, i funzionari francesi hanno dichiarato che avrebbero agito "in linea con gli statuti della Corte penale internazionale", anche se hanno risposto in modo vago alla domanda se Parigi avrebbe arrestato Netanyahu o Gallant se avessero visitato il Paese.
Forte della nuova posizione della Francia, mercoledì Israele ha notificato alla Corte la sua intenzione di presentare ricorso contro i mandati d'arresto e, in attesa di una decisione nel merito, ha chiesto di sospendere l'esecuzione degli ordini.
Barnier: immunità perché Israele non è membro della Corte
Il premier francese Michel Barnier ha dichiarato al parlamento questa settimana che Parigi rispetterà "rigorosamente" i suoi obblighi di diritto internazionale, posizione ribadita dal ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot in un'intervista televisiva di mercoledì mattina.
Tuttavia, in una successiva dichiarazione rilasciata mercoledì, il ministero degli Esteri francese ha affermato che Netanyahu e gli altri nominati nel mandato della Corte penale internazionale godono dell'immunità perché Israele non è membro della Corte. Questo sarebbe "preso in considerazione se la Cpi ci chiedesse di arrestarli e consegnarli", ha dichiarato il ministero.
"La Francia intende continuare a lavorare in stretta collaborazione con il primo ministro Netanyahu e le altre autorità israeliane per raggiungere la pace e la sicurezza per tutti in Medio Oriente", si legge nella dichiarazione, che sottolinea "l'amicizia di lunga data tra Francia e Israele".
La dichiarazione è stata pubblicata un giorno dopo l'annuncio di un cessate il fuoco tra Israele e il gruppo militante libanese Hezbollah, mediato da Stati Uniti e Francia.
Gruppi per i diritti umani contro la posizione della Francia su arresto Netanyahu
I gruppi per la difesa dei diritti hanno criticato il cambio di rotta del governo francese, accusandolo di aver ammorbidito la sua posizione al fine di mantenere i legami di lavoro con il governo israeliano.
Amnesty International ha dichiarato che la posizione della Francia è "profondamente problematica" e l'ha esortata a dichiarare che chiunque sia soggetto a un mandato della Corte penale internazionale "sarà arrestato e consegnato alla Corte se si trova nella giurisdizione della Francia".
Andrew Stroehlein, direttore dei media europei di Human rights watch, ha dichiarato su X che si tratta di "sciocchezze insensate da parte della Francia". "Nessuno ottiene l'immunità da un mandato d'arresto della Corte penale internazionale perché è in carica - non Netanyahu, non Putin, nessuno", ha scritto.
Gli altri leader globali hanno posizioni contrastanti sui mandati
Nel corso dell'ultima settimana, i leader europei hanno espresso reazioni contrastanti sulla scelta di rispettare o ignorare il mandato della Corte penale internazionale per Netanyahu. Il capo della politica estera dell'Ue Josep Borrell ha dichiarato giovedì scorso che la decisione della Corte - che non è vincolante - dovrebbe essere "rispettata e attuata" dai 27 Stati membri dell'Ue, che fanno parte della Cpi.
Il G7 sta cercando una posizione comune sul mandato, ha dichiarato lunedì il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani durante una riunione dei ministri degli Esteri del G7.
Per quanto riguarda la posizione dell'Italia, martedì Tajani ha dichiarato che Roma nutre molti dubbi sulla legalità dei mandati della Cpi e che è necessario fare chiarezza sull'immunità dall'arresto di alti funzionari statali. “Netanyahu non si recherebbe mai in un Paese dove può essere arrestato... L'arresto di Netanyahu è irrealizzabile, almeno finché sarà primo ministro”, ha dichiarato.
Gli Stati Uniti, che fanno parte del G7 ma non della Corte penale internazionale, hanno condannato i mandati della Corte contro Netanyahu e Gallant come "oltraggiosi". Israele ha criticato la decisione definendola "vergognosa e assurda", mentre Hamas l'ha elogiata come "un passo importante verso la giustizia".