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OpenAi sta sviluppando uno strumento per generare musica da prompt testuali e audio

Il logo di OpenAi su uno smartphone davanti allo schermo di un computer che mostra una risposta di ChatGPT, 21 marzo 2023
Il logo di OpenAi su uno smartphone davanti allo schermo di un computer che mostra una risposta di ChatGPT, 21 marzo 2023 Diritti d'autore  AP Photo/Michael Dwyer, File
Diritti d'autore AP Photo/Michael Dwyer, File
Di Euronews
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L’annuncio arriva mentre altre aziende tech stanno lanciando i propri strumenti musicali prodotti con l'intelligenza artificiale. Il mondo della musica, però, ha sollevato preoccupazioni sul diritto d'autore

OpenAi sta lavorando a uno strumento di intelligenza artificiale per la musica.

Un report di The Informationafferma che l’azienda sta collaborando con la Juilliard School negli Stati Uniti per sviluppare uno strumento in grado di generare musica da prompt testuali e audio.

Gli studenti dell’istituto starebbero annotando gli spartiti, così che OpenAi possa creare un database con cui addestrare il futuro strumento.

Euronews Next ha contattato sia OpenAi che la Juilliard School per un commento, ma non ha ricevuto risposte.

Il precedente di MuseNet

Non sarebbe la prima incursione di OpenAi nella musica. Nel 2019, qualche anno prima del lancio di ChatGpt, l’azienda presentò MuseNet, una "rete neurale" capace di creare brani di quattro minuti con 10 strumenti diversi.

Una demo diffusa dalla società mostrava che MuseNet era in grado di ricomporre il "Rondo Alla Turca" di Wolfgang Mozart nello stile di Frédéric Chopin.

OpenAi ha poi continuato con Jukebox nel 2020, una "rete neurale" che generava musica e "canto rudimentale" in vari generi, sulla base di dati su genere, artisti e testi.

L’annuncio di OpenAi arriva mentre altre aziende tech stanno lanciando i propri strumenti musicali prodotti con l'intelligenza artificiale.

All’inizio del mese, Spotify ha lanciato una collaborazione con i grandi gruppi statunitensi Sony, Universal e Warner per sviluppare "prodotti di intelligenza artificiale responsabile”.

Spotify utilizza già l'IA per creare playlist personalizzate, come la "daylist", e per la funzioneDj con IA, che personalizza l’ascolto suggerendo brani simili a quelli già riprodotti. La piattaforma ospita già musica generata dall'IA.

Le startup di IA Suno ed ElevenLabs offrono anch’esse piattaforme di musica generata dall'IA e lavorano su questo fronte.

Il problema del diritto d'autore

Il mondo della musica, però, ha sollevato preoccupazioni sul diritto d'autore.

Le associazioni europee del settore, tra cui la European Composer and Songwriter Alliance (Ecsa) e il Gruppo europeo delle Società di Autori e Compositori (Gesac), hanno dichiarato in precedenza a Euronews Next che l'Ai Act dell'Ue, approvato nel 2024, non tutela a sufficienza i creatori le cui opere vengono usate per addestrare i modelli di IA generativa.

Senza un modo chiaro per fare opt-out (ovvero rinunciare o disdire un servizio) o per essere pagati quando le aziende tecnologiche usano musica, libri, film e altre opere per addestrare i loro modelli di IA, il lavoro dei creativi resta costantemente a rischio.

Suno è al centro di unacausanegli Stati Uniti, in cui la Recording Industry Association of America (Riaa) sostiene che l'azienda abbia scaricato illegalmente da YouTube brani dei loro clienti per addestrare i propri modelli di IA generativa.

Universal Music Group sta inoltre portando avanti una causa per violazione del copyright contro la società di IA Anthropic.

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