La Svezia introduce restrizioni severe sull’acquisto di contenuti sessuali online, scatenando preoccupazioni tra i creatori per possibili effetti negativi sulla loro protezione e autonomia lavorativa
Dal 1° luglio entrerà in vigore in Svezia una nuova legge che rende illegale l’acquisto di contenuti sessuali personalizzati online, una misura che potrebbe mettere a rischio la sicurezza e la libertà dei creatori di contenuti per adulti. Secondo la normativa aggiornata, chi acquista atti sessuali eseguiti a distanza o gestisce piattaforme che li facilitano rischia fino a un anno di carcere.
Il governo svedese, attraverso il ministro della Giustizia Gunnar Strommer, ha spiegato che la legge equipara la vendita di contenuti sessuali digitali al commercio di atti con contatto fisico, come misura per contrastare molestie e crimini a sfondo sessuale. Tuttavia, i creatori di contenuti, come Amanda Breden, attiva su OnlyFans, avvertono che la legge potrebbe spingere a produzioni meno sicure, limitando la loro libertà di scelta e costringendoli a operare in condizioni più pericolose.
Amanda Breden, che conta circa 33.000 follower, gestisce un modello di business basato su abbonamenti e richieste personalizzate tramite messaggi privati. Seppur avendo altre fonti di reddito, teme che piattaforme come OnlyFans possano chiudere i canali svedesi per evitare complicazioni legali, privando così molti creatori di una via sicura e autonoma per lavorare, alternativa al rischio dello sfruttamento.
Anche Emma Larsson, rappresentante dell’European Sex Workers Rights Alliance, ha denunciato che il provvedimento rischia di spingere i lavoratori del sesso verso attività meno sicure e di compromettere gravemente i loro redditi, esponendoli a maggiori rischi personali.
La legge svedese si inserisce in un quadro europeo più ampio di restrizioni sul porno digitale, tra cui la legge francese sulla verifica dell’età e la direttiva UE sui deepfake sessuali. Ma secondo i critici, queste norme mostrano un fraintendimento delle misure già adottate dalle piattaforme per garantire la sicurezza e la legalità dei contenuti.
OnlyFans, ad esempio, utilizza sistemi di moderazione che combinano filtri umani e automatizzati per bloccare contenuti non verificati o pericolosi, mentre le associazioni di difesa temono che la nuova legge autorizzi controlli invasivi su dispositivi personali, minacciando la privacy e la sicurezza digitale di una categoria già vulnerabile.
Per Amanda Breden, una soluzione più efficace sarebbe aumentare l’età minima di accesso a piattaforme come OnlyFans da 18 a 25 anni, anziché imporre divieti che rischiano di emarginare ulteriormente i creatori di contenuti per adulti in Svezia.