Breve storia dell'euro

In collaborazione con The European Commission
Breve storia dell'euro
Diritti d'autore 
Di Oleksandra Vakulina
Condividi questo articolo
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

L'euro ha 20 anni, ma affonda le sue origini nei lontani anni '60. Qui la cronologia essenziale.

La creazione di un'unione economica e monetaria viene proposta fin dalla fine degli anni '60. Gli argomenti principali a favore sono una maggiore stabilità economica e scambi transfrontalieri più facili.

L'avventura dell'euro comincia nel 1999, quando vengono determinati i tassi di cambio di 11 valute nazionali (in Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo e Spagna) e la politica monetaria viene affidata alla Banca centrale europea.

All'inizio l'euro è una "valuta invisibile", usata solo a fini contabili. Tre anni dopo banconote e monete entrano in circolazione e le monete nazionali vengono ritirate gradualmente.

Sapevate che ci sono quasi 130 miliardi di monete in circolazione per un valore totale di oltre 28 miliardi di euro?

Da allora sono entrati a far parte del club altri otto paesi: Cipro, Estonia, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta, Slovacchia e Slovenia.

I primi 10 anni, quindi, l'euro si impone nei vari paesi mentre l'eurozona si amplia. Il secondo decennio è in gran parte oscurato dalla crisi. Cinque paesi (Irlanda, Spagna, Portogallo, Cipro e Grecia) sono costretti a chiedere aiuto in seguito alla crisi finanziaria e alla successiva crisi del debito sovrano per scongiurare il rischio di uscita dall'eurozona.

Vengono introdotte misure d'emergenza, fra cui il Meccanismo europeo di stabilità, detto anche Fondo salva-stati, un'istituzione finanziaria concepita per venire in aiuto ai paesi della zona euro in difficoltà finanziaria.

Emerge anche la necessità di creare un'unione bancaria con lo scopo di prevenire il ripetersi della crisi in futuro, quando altri sette stati membri (Croazia, Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Romania, Svezia e Bulgaria) dovranno aderire alla zona euro, una volta soddisfatti i criteri di convergenza, condizioni e indicatori economici specifici, stabiliti dal Trattato di Maastricht nel 1991.

Journalist • Selene Verri

Condividi questo articolo