Il tribunale di Lisbona ha ordinato al partito di estrema destra Chega di rimuovere entro 24 ore tutti i manifesti contro i rom affissi in Portogallo in occasione delle elezioni presidenziali
Il tribunale civile di Lisbona ha stabilito lunedì che il partito di estrema destra, Chega, dovrà rimuovere i suoi manifesti sulla comunità rom dalle strade del Portogallo entro 24 ore.
La giudice Ana Barão ha così accolto i reclami delle associazioni rom che il 10 novembre avevano presentato una causa contro il leader del partito, André Ventura.
Secondo il quotidiano Público, che ha avuto accesso alla sentenza, la giudice ha ritenuto che i manifesti, che recitavano lo slogan "Gli zingari devono rispettare la legge", fossero discriminatori e un affronto al diritto all'onore, al buon nome e alla reputazione della comunità.
Citando la Convenzione europea dei diritti dell'uomo, la giudice ha ritenuto grave la frase usata sui manifesti perché frutto di una riflessione, "non pronunciata nella foga di un dibattito politico", e perché "concepita per provocare un impatto sociale specifico in relazione a un gruppo sociale".
La sentenza ha sottolineato che è giustificato limitare la libertà di espressione dell'imputato, tenendo conto di "un'esigenza sociale imperativa: il divieto di discriminazione basata sull'etnia".
Nonostante avesse sostenuto in tribunale, giovedì scorso, che la rimozione dei manifesti avrebbe costituito "un precedente gravissimo" e avrebbe aperto la strada alla "fine della politica in Portogallo", Ventura, candidato alle elezioni presidenziali del 18 gennaio, ha chiarito che si atterrà alla decisione del tribunale.
In caso di inadempienza, Chega dovrà pagare 2.500 euro per ogni giorno di ritardo e per ogni manifesto che non rimuoverà dalle strade entro le 24 ore stabilite dal tribunale.
Nella causa civile, presentata da sei persone appartenenti ad associazioni che difendono i diritti della comunità rom in Portogallo, si chiede che il leader di Chega sia costretto a pagare una multa di cinquemila euro per ogni giorno di ritardo nella rimozione dei manifesti o per i materiali con contenuto identico che vengono rimessi in strada.
L'avvocato Ricardo Sá Fernandes, che ha difeso le associazioni rom, ha descritto la sentenza come un contributo a "un Paese più giusto e più dignitoso", sottolineando che si tratta di una "vittoria per la resistenza del popolo rom".
I manifesti sono stati affissi in varie località del Portogallo in occasione delle elezioni presidenziali.