Molte piccoli imprenditori ritengono che l'AI permetterà loro di moltiplicare il fatturato, ma rimangono convinti che la fiducia con i clienti si possa costruire solo attraverso i dipendenti umani
L'intelligenza artificiale (AI) sta aumentando il numero di imprenditori nel mercato del lavoro?
Dati recenti di LinkedIn condivisi con Europe in Motion mostrano che il numero di membri che aggiungono il titolo di "imprenditore" al proprio profilo è in aumento in tutta Europa: +85 per cento nei Paesi Bassi, +69 per cento nel Regno Unito, +68 per cento in Spagna, +61 per cento in Germania e +49 per cento in Francia.
Almeno la metà degli imprenditori britannici, tedeschi e francesi afferma che l'AI sta facilitando l'ingresso nel mercato del lavoro, fornendo loro capacità che un tempo erano ottenibili solo con grandi budget e team specializzati.
Eurostat sembra confermare questa tendenza: il numero di microimprese (aziende con meno di 10 dipendenti) è cresciuto costantemente negli ultimi anni.
Soprattutto, molte piccole imprese ritengono che l'intelligenza artificiale consenta loro di innalzare i propri obiettivi e di superare i propri limiti per competere con i marchi più grandi.
I britannici sono i più entusiasti (76 per cento), seguiti dagli spagnoli (73 per cento), mentre i francesi (58 per cento) restano più cauti.
Quante piccole imprese usano l'AI?
Tuttavia, l'adozione dell'AI non avviene in modo uniforme e, in alcuni casi, è solo a livello superficiale.
Infatti, solo circa un quarto dei dipendenti delle piccole imprese la utilizza per compiti avanzati, come l'analisi dei dati o la collaborazione con agenti AI.
Secondo dati di LinkedIn, la Francia ha il tasso più alto di dipendenti che utilizzano l'AI, mentre l'adozione più bassa si registra in Italia e in Svezia, entrambe con il 22 per cento.
Anche quando si tratta dei compiti più elementari dell'AI, come l'aiuto nella scrittura di e-mail, il riassunto di note e le ricerche online, alcune piccole imprese mostrano un'adozione piuttosto bassa, come in Francia (28 per cento) e in Italia(30 per cento).
Il fatto che le imprese europee fatichino in qualche modo a evolversi dal punto di vista digitale non è una novità: infatti, solo il 58 per cento delle piccole e medie imprese (Pmi), che hanno meno di 250 dipendenti, ha raggiunto un livello base di servizi digitali, secondo Eurostat.
"Le piccole imprese si stanno muovendo più velocemente delle grandi organizzazioni, ma la velocità da sola non vincerà", ha dichiarato Sue Duke, responsabile Emea e Latam e delle politiche pubbliche di LinkedIn.
"Le aziende che saranno in vantaggio nel 2026 saranno quelle che utilizzeranno l'AI per espandere le proprie capacità, innovare e gestire il lavoro ripetitivo", ha aggiunto. "In questo modo i team possono concentrarsi sul lavoro umano che crea un reale vantaggio: costruire relazioni, risolvere problemi e prendere decisioni strategiche più chiare".
Un futuro brillante per le piccole imprese?
Nonostante le difficoltà di adozione, i proprietari di piccole imprese restano altamente fiduciosi che l'AI li aiuterà a raggiungere i loro obiettivi di fatturato.
I più ottimisti sono i tedeschi, con un tasso del 78 per cento. Gli italiani e gli olandesi sono più cauti, con rispettivamente il 60 per cento e il 58 per cento.
"Le prospettive di crescita delle PMI sono molto positive", afferma l'Eurobarometro 2025a proposito di questo segmento aziendale. "Dal 2021, quasi la metà delle Pmi ha dichiarato un aumento del fatturato e dell'occupazione".
"In prospettiva, il 67 per cento prevede una crescita del fatturato e il 46 per cento prevede di espandere la propria forza lavoro, anche se la maggior parte prevede una crescita modesta, inferiore al 10 per cento annuo", aggiunge il rapporto. "Le start-up si distinguono in positivo, con quasi una su cinque che prevede una crescita superiore al 20 per cento annuo".
Imprenditori trasformati in creatori: Il tocco umano oltre l'IA
La buona notizia per noi umani è che in mezzo a una "invasione" di contenuti AI online, la maggior parte dei piccoli imprenditori vuole dipendenti umani per costruire un rapporto di fiducia con i propri clienti.
Gli intervistati spagnoli registrano la percentuale più alta (80 per cento) di coloro che investono più risorse in contenuti guidati dalla comunità, seguiti dai britannici (77 per cento) e, coerentemente con l'apparente scetticismo verso l'AI, dai francesi (75 per cento).
Alcuni imprenditori stanno prendendo in mano la situazione: il 60 per cento dei piccoli imprenditori francesi afferma di aver dovuto diventare essi stessi creatori di contenuti, il 64 per cento nel Regno Unito e il 53 per cento in Germania.
I contenuti di breve durata, come i video di Instagram, sono in genere il modo preferito per coinvolgere la comunità, seguiti dai contenuti sponsorizzati.