In media i piccoli imprenditori europei lavorano 5 ore in più alla settimana dei lavoratori dipendenti. I più stacanovisti sono i belgi. La maggioranza degli italiani e dei francesi salta raramente la pausa pranzo, mentre molti imprenditori britannici sacrificano la cura di sé per gli affari
I piccoli imprenditori sono la spina dorsale dell'economia europea. Secondo Eurostat le micro e piccole imprese (meno di cinquanta dipendenti) rappresentano il 99 per cento del totale delle imprese dell'Unione europea.
I piccoli imprenditori sono anche quelli che lavorano di più. Tendono a lavorare almeno 41 ore a settimana, rispetto alla media dei dipendenti dell'Ue di 36 ore.
Un nuovo studio condotto dalla società fintech SumUp su quasi quattromila piccoli imprenditori in Irlanda, Italia, Regno Unito, Germania e Francia rivela però enormi differenze nel modo in cui svolgono la loro giornata lavorativa.
Gli inglesi dicono "no grazie" alla pausa pranzo, gli italiani ci mettono più di un'ora
Secondo il rapporto nel Regno Unito il 43 per cento dei piccoli imprenditori dichiara di fare raramente la pausa pranzo. Un dato che è in forte contrasto con l'Italia e la Francia, dove solo l'11 e il 17 per cento salta la pausa pranzo.
L'Italia ha registrato la percentuale più alta (33 per cento) di intervistati che ammettono di fare pause pranzo superiori a un'ora.
La Francia è seconda con il 15 per cento, seguita da Germania (12 per cento) e Irlanda (6 per cento), mentre il Regno Unito è in fondo alla classifica con il 5 per cento.
Tedeschi e francesi danno priorità alla cura di sé, gli inglesi preferiscono il tempo in famiglia
Il 38 per cento dei britannici ama trascorrere il tempo libero con la famiglia, ma sono anche quelli che danno meno importanza alla cura di sé (34 per cento) tra i Paesi esaminati.
La cura di sé è al 38 per cento in Irlanda, oltre il 41 per cento in Francia, il 47 per cento in Germania e oltre il 52 per cento in Italia.
"Le piccole imprese del Regno Unito sono state colpite da un'ondata di disgrazie, dal Covid-19 alla crisi del costo della vita e all'aumento dell'assicurazione nazionale nel bilancio. I proprietari stanno facendo tutto il possibile per rimanere a galla", afferma Corin Camenisch, Product marketing lead di SumUp.
"Ma se non ci si prende cura di sé stessi, si può andare rapidamente in burn-out o soffrire di sintomi fisici. La glorificazione del lavoro costante può portare a idee sbagliate su cosa significhi avere successo".
Quali sono gli imprenditori con la settimana lavorativa più lunga
I dati Eurostat ci danno un quadro più chiaro di quante ore lavorino effettivamente i lavoratori autonomi.
Prendendo in considerazione gli imprenditori di tutti i Paesi e le aziende di tutte le dimensioni - il 99 per cento delle quali sono appunto piccole imprese - i lavoratori più stacanovisti sono i belgi, che registrano una media di 48,9 ore settimanali.
Seguono i ciprioti (47,5) e i greci (47,3). All'altra estremità della scala, i Paesi Baltici sono quelli che lavorano meno, con Lettonia (37,8), Estonia (38,8) e Lituania (39,3) in fondo alla classifica.
Il Regno Unito non è incluso nei dati Eurostat, tuttavia la ricerca SumUp afferma che il 41 per cento dei piccoli imprenditori britannici lavora più di 40 ore alla settimana, mentre il 10 per cento supera le 60 ore.
Le donne irlandesi e italiane sono più propense a sacrificare le ferie rispetto agli uomini
La quantità di ferie prese durante l'anno è più omogenea tra i vari Paesi.
Gli inglesi sono i più propensi a prendere meno di una settimana di ferie, con un tasso comunque basso (13,8 per cento). Sono seguiti dai francesi al 12 per cento, dagli italiani all'11,9 per cento, dai tedeschi all'11,1 per cento e dagli irlandesi all'8,1 per cento.
In alcuni Paesi, tuttavia, esiste un divario di genere a questo proposito. Le imprenditrici italiane e irlandesi sono più propense a sacrificare le vacanze rispetto ai loro colleghi maschi: +9,1 per cento in Italia e +6,3 per cento in Irlanda.