Parigi e Londra chiedono garanzie di sicurezza vincolanti per l’Ucraina e propongono l’invio di una forza multinazionale dopo la pace. Tensione nella “Coalizione dei volenterosi” mentre emerge un piano Usa-Russia in 28 punti che irrita l’Europa
Francia e Regno Unito hanno esortato i membri della “Coalizione dei volenterosi” a fornire all’Ucraina garanzie di sicurezza concrete e verificabili, incluso il possibile invio di soldati sul territorio ucraino nell’ambito di una futura forza multinazionale. L’appello è arrivato durante una riunione virtuale della coalizione, che riunisce la maggior parte dei Paesi europei, oltre a Turchia, Canada, Australia, Nuova Zelanda e Giappone.
L’incontro si è svolto mentre prosegue la spinta diplomatica guidata dagli Stati Uniti per definire un accordo di pace. Il piano originario composto da 28 punti — redatto in modo riservato da funzionari statunitensi e russi — escludeva categoricamente la presenza di forze Nato in Ucraina dopo il conflitto. Una clausola che ha irritato molte capitali europee.
Macron: “Servono garanzie solide come la roccia”
Il presidente francese Emmanuel Macron ha ribadito che la presenza fisica di forze alleate sarà essenziale per scoraggiare future aggressioni russe:
“Esiste finalmente la possibilità di fare progressi verso una buona pace. Ma questa pace richiede garanzie di sicurezza solide, non promesse su carta”, ha dichiarato. “L’Ucraina ha già sperimentato promesse tradite.”
Macron ha spiegato che la futura “forza di rassicurazione” potrebbe essere dispiegata in aree strategiche come Kiev e Odessa dopo la cessazione delle ostilità. Secondo il presidente, soldati francesi, britannici e turchi sarebbero presenti per operazioni di sicurezza e addestramento, non in ruoli da combattimento.
Starmer: “Serve un impegno politico forte”
Anche il primo ministro britannico Keir Starmer ha invitato la coalizione a rafforzare i propri impegni: “Dobbiamo pianificare e finanziare la futura forza militare dell’Ucraina affinché possa difendersi autonomamente. La forza multinazionale sarà un elemento chiave”, ha affermato.
Starmer ha sottolineato che solo una risposta credibile a eventuali violazioni russe può sostenere una pace duratura.
Una coalizione divisa sull’invio di truppe
La missione proposta da Francia e Regno Unito divide notevolmente gli alleati occidentali. Svezia, Danimarca e Australia si sono dette aperte all’idea, mentre Polonia, Grecia e Italia hanno espresso netta contrarietà.
Al termine della riunione, alla quale ha partecipato anche il Segretario di Stato americano Marco Rubio, Macron ha annunciato la creazione di un gruppo di lavoro per definire le garanzie di sicurezza e il contributo di ogni Stato membro. Il gruppo sarà guidato da Francia e Regno Unito, con la partecipazione di Stati Uniti e Turchia.
La posizione dell’Italia: netta contrarietà all’invio di truppe
L’Italia mantiene una linea di forte prudenza all’interno della coalizione. Roma si oppone all’ipotesi di inviare truppe sul terreno nella futura Ucraina post-bellica, considerandola una missione ad altissimo rischio che potrebbe trascinare gli alleati in un’escalation imprevedibile con Mosca.
L’esecutivo italiano sostiene invece il rafforzamento dell’assistenza militare già in corso, le forniture di difesa e l’addestramento esterno delle forze ucraine, ma ritiene prematuro e pericoloso discutere di una presenza armata multinazionale direttamente sul territorio ucraino. L’Italia insiste inoltre sul fatto che ogni garanzia di sicurezza debba essere strettamente coordinata all’interno della Nato e dell’Ue, evitando iniziative che possano creare fratture tra gli alleati.
Diplomazia in corsa: verso un accordo Zelensky-Trump
L’incontro si è tenuto poche ore dopo l’annuncio dell’Ucraina di aver raggiunto una “intesa comune” con Washington sui punti fondamentali dell’accordo di pace. Le questioni più delicate restano in sospeso in attesa di un eventuale incontro tra Volodymyr Zelensky e Donald Trump.
Zelensky ha ribadito: “L’Ucraina non sarà mai un ostacolo alla pace. Milioni di ucraini meritano una pace giusta e dignitosa.”
Il piano Usa-Russia irrita l’Europa
Il contenuto del piano in 28 punti è cambiato profondamente dopo i negoziati di Ginevra con Kiev. Nella versione originale erano presenti clausole molto favorevoli agli interessi russi: tra queste, il punto 8, che affermava che la Nato non avrebbe schierato truppe in Ucraina, in aperta contraddizione con la proposta europea.
Una delegazione statunitense ha discusso le revisioni con rappresentanti russi ad Abu Dhabi. Il Cremlino preferisce la versione iniziale.
Sanzioni e beni russi al centro del dibattito
I Paesi europei insistono per un coinvolgimento pieno in tutte le questioni di loro competenza, incluse le sanzioni economiche e la gestione dei 210 miliardi di euro di beni della Banca centrale russa immobilizzati nell’Ue.
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha dichiarato: “Qualsiasi piano che riguardi gli interessi europei deve avere il consenso europeo.”
I leader europei temono che garanzie deboli possano consentire alla Russia di lanciare un’offensiva futura. L’Ue sta già elaborando piani per essere militarmente pronta a respingere un eventuale attacco entro il 2030.
“Siamo uniti nel sostenere una pace giusta, dignitosa e duratura per l’Ucraina”, ha ribadito Macron.
La Casa Bianca puntava inizialmente a un accordo quadro entro il Giorno del Ringraziamento, il 27 novembre, ma il negoziato ha preso una piega più complessa del previsto.