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La Commissione europea indaga sulla presunta rete di spionaggio ungherese a Bruxelles

FILE: Bandiere europee sventolano al vento davanti alla sede dell'UE a Bruxelles, 3 settembre 2025
FILE: Bandiere europee sventolano al vento davanti alla sede dell'UE a Bruxelles, 3 settembre 2025 Diritti d'autore  Copyright 2025 The Associated Press. All rights reserved
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Di Sandor Zsiros
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Secondo i rapporti che hanno dato il via all'indagine, la rete di spionaggio avrebbe operato sotto la copertura della Rappresentanza permanente ungherese, all'epoca guidata da Olivér Várhelyi, oggi Commissario europeo

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La Commissione europea ha annunciato giovedì l’apertura di un’indagine interna dopo che diverse testate giornalistiche hanno riportato accuse secondo cui i servizi segreti ungheresi avrebbero tentato di reclutare funzionari delle istituzioni europee a Bruxelles per attività di spionaggio.

Gli agenti, fingendosi diplomatici della rappresentanza permanente dell’Ungheria presso l’Ue, avrebbero puntato in particolare su personale ungherese della Commissione, coinvolto nella gestione di dossier sensibili.

"Abbiamo preso molto seriamente queste accuse. È nostra responsabilità proteggere il personale e le informazioni riservate da attività di intelligence ostili", ha dichiarato il portavoce Balázs Ujvári. È stato istituito un gruppo interno di lavoro per verificare i fatti e valutare eventuali contromisure.

Le rivelazioni sono emerse da un’inchiesta condotta dai media investigativi Direct36, Paper Trail Media e De Tijd, secondo cui tra il 2012 e il 2018 agenti sotto copertura avrebbero creato una rete informativa all’interno delle istituzioni comunitarie. Uno di questi agenti, secondo i documenti, avrebbe lavorato direttamente presso la Commissione europea su questioni di sicurezza, con accesso a dati riservati.

Ombre su Várhelyi

La rete operava durante un periodo di forte tensione tra Bruxelles e Budapest, legato alle dispute su stato di diritto e libertà dei media. In quegli anni, la rappresentanza permanente ungherese era guidata da Olivér Várhelyi, oggi Commissario europeo per la salute.

Alla domanda se queste accuse potessero avere conseguenze retroattive, Ujvári ha ricordato che al momento della sua nomina, nel 2019, non erano emerse segnalazioni simili e che tutti i Commissari si sottopongono a controlli di sicurezza e audizioni parlamentari prima dell’incarico.

Fonti della Commissione confermano che la presidente Ursula von der Leyen è stata informata dell’indagine. Il Parlamento europeo, interpellato, non ha rilasciato commenti ma ha ribadito di monitorare costantemente i rischi di sicurezza e cybersicurezza e di adottare misure preventive adeguate.

Preoccupazione a Bruxelles

L’episodio ha sollevato forti preoccupazioni politiche e istituzionali. L’ex vice ministro degli Esteri ungherese István Szent-Iványi ha definito la vicenda "scandalosa", sottolineando che simili operazioni alimentano la diffidenza nei confronti dei funzionari ungheresi a Bruxelles. "Il messaggio implicito è che l’Ungheria considera Commissione e Parlamento come nemici", ha scritto sui social.

L’indagine della Commissione si concentrerà ora sulla verifica delle accuse, sulle eventuali vulnerabilità interne e sulle contromisure per prevenire casi simili in futuro. La rappresentanza permanente ungherese a Bruxelles non ha per ora rilasciato dichiarazioni ufficiali.

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