Newsletter Newsletters Events Eventi Podcasts Video Africanews
Loader
Seguiteci
Pubblicità

Dazi: l'Ue difende il diritto sovrano di regolamentare la tecnologia contro l'ultima minaccia di Trump

Donald Trump ha apertamente minacciato di imporre ulteriori dazi ai Paesi che implementano le normative digitali.
Donald Trump ha apertamente minacciato di imporre ulteriori dazi ai Paesi che implementano le normative digitali. Diritti d'autore  Evan Vucci/Copyright 2025 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Evan Vucci/Copyright 2025 The AP. All rights reserved
Di Jorge Liboreiro & Peggy Corlin
Pubblicato il
Condividi questo articolo Commenti
Condividi questo articolo Close Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto: Copy to clipboard Copied

Donald Trump minaccia l’Ue con nuove tariffe punitive sulle leggi digitali, mettendo in dubbio l’accordo commerciale firmato a luglio. Bruxelles difende la propria sovranità regolatoria

PUBBLICITÀ

La fragile alleanza tra Stati Uniti e Unione europea è stata scossa da nuove tensioni dopo l’annuncio di Donald Trump. L’ex presidente ha minacciato “sostanziali tariffe aggiuntive” contro i Paesi che approvano leggi ritenute discriminatorie verso le big tech americane, senza però specificarne l’entità. Secondo Trump, “le aziende tecnologiche americane non sono più né un salvadanaio né uno zerbino del mondo”.

La risposta di Bruxelles non si è fatta attendere. La portavoce della Commissione europea, Paula Pinho, ha ribadito che l’Ue ha il diritto di regolamentare l’attività economica all’interno del proprio mercato, senza pressioni esterne. “È diritto sovrano dell’Europa e dei suoi Stati membri legiferare coerentemente con i nostri valori democratici”, ha dichiarato.

Accordo commerciale a rischio dopo la minaccia di Trump

Le parole della Casa Bianca mettono in dubbio l’intesa siglata a luglio, che aveva lo scopo di evitare una guerra tariffaria. L’accordo prevede un dazio fisso del 15 per cento sulla maggior parte dei beni europei e impegni non vincolanti per:

  • 750 miliardi di dollari in acquisti di energia americana

  • 600 miliardi di dollari in investimenti sul mercato USA

  • 40 miliardi di dollari in microchip americani

“Questo quadro ha garantito prevedibilità e stabilità”, ha spiegato ancora Pinho.

L’Ue difende il Digital Services Act e il Digital Markets Act

Nei negoziati, Bruxelles ha rifiutato di fare concessioni sulle norme digitali. Restano al centro il Digital services act (contro la disinformazione online), il Digital markets act (per favorire la concorrenza leale) e l’Artificial intelligence act. Attualmente Apple, Meta e Alphabet sono indagate ai sensi del Dma, mentre i servizi di Meta e X (ex Twitter) sono oggetto di verifiche nell’ambito del Dsa.

Le big tech americane e diversi funzionari statunitensi considerano queste leggi come “barriere non tariffarie”. Negli ultimi mesi, alcuni Ceo della Silicon Valley hanno intensificato i rapporti con Trump, presenziando a eventi ufficiali e rafforzando l’alleanza con Washington.

La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, in un editoriale pubblicato nel weekend ha riconosciuto che l’accordo transatlantico è “robusto ma imperfetto”, ma ha sottolineato che le regole europee restano intatte. “L’Ue decide come proteggere i cittadini, la salute e la sicurezza alimentare”, ha dichiarato.

Trump accusa l’Europa di favorire la Cina

Trump ha rincarato la dose accusando Bruxelles di penalizzare la tecnologia americana mentre le grandi aziende cinesi godrebbero di “un lasciapassare totale”. Il presidente ha promesso di combattere contro “tasse digitali e regolamenti ingiusti”, definendo la situazione “inaccettabile e da fermare immediatamente”.

Secondo indiscrezioni Reuters, gli Stati Uniti starebbero prendendo in considerazione sanzioni personali contro funzionari europei responsabili del Dsa. I repubblicani hanno più volte accusato la normativa di favorire la censura. Il Dipartimento di Stato ha confermato la propria “preoccupazione per l’aumento della censura in Europa”, senza fornire ulteriori dettagli.

La Commissione europea ha bollato le accuse americane come “del tutto infondate”, ribadendo che il Dsa e il Dma rispettano la libertà di espressione e trattano allo stesso modo tutte le aziende, indipendentemente dalla provenienza. “Il 99 per cento delle decisioni di moderazione online è preso direttamente dalle piattaforme”, ha spiegato Thomas Régnier, portavoce della Commissione. “Non ordiniamo la rimozione dei contenuti, chiediamo solo il rispetto dei loro stessi termini di servizio”.

Vai alle scorciatoie di accessibilità
Condividi questo articolo Commenti

Notizie correlate

Acciaio e alluminio, Eurofer chiede all'Ue di negoziare con gli Usa una sistema di quote a dazi variabili

Ue e Stati Uniti siglano dichiarazione congiunta: dazi ridotti al 15% su auto, farmaci e semiconduttori

Meta non firmerà il Codice Ai dell'Ue, ma quali aziende Big Tech lo faranno?