Mercoledì si è conclusa la due giorni di presentazione in Parlamento dell’ultimo rapporto della relatrice speciale Onu per i Territori palestinesi occupati, Francesca Albanese, recentemente sanzionata dagli Stati Uniti
Arrivare al cuore delle istituzioni, sensibilizzare tutte le forze politiche: è questo il senso delle due conferenze, prima alla Camera giovedì, poi il giorno successivo in Senato, su iniziativa dell’intergruppo parlamentare per la Pace tra Palestina e Israele. L’invito nasce dalla necessità di discutere il più recente lavoro della relatrice, intitolato “Da un’economia di occupazione a un’economia di genocidio”.
Le aziende che, secondo Albanese, traggono profitto dalle azioni di Israele
Prima funzionaria Onu a essere stata sanzionata da uno Stato, gli Usa, Albanese, in un’inchiesta durata mesi, documenta quella che definisce “la logica del profitto”, una delle ragioni per cui, dice, "il genocidio a Gaza continua".“È su questo tema che ho gettato luce nel mio ultimo rapporto”, spiega Albanese a Euronews.
“Mostra come 48 imprese, illustrative di un sistema, dopo aver sostenuto l’economia dell’occupazione israeliana - che ha completamente deflagrato la possibilità per i palestinesi di esistere, come popolo in uno Stato o come individui titolari di diritti fondamentali - ora traggano profitto da quella che è diventata un’economia del genocidio. Ed è assolutamente insopportabile l’idea che ci sia chi ne trae vantaggio economico”, aggiunge la funzionaria.
Il ruolo dell’Italia nella guerra a Gaza
Albanese, in conferenza al Senato ha spiegato perché, a suo avviso, l’Italia è complice. La giustizia e la difesa del diritto internazionale, ha sottolineato, non hanno appartenenza politica.“Il diritto è di una chiarezza cristallina. A gennaio 2024 la Corte di Giustizia Internazionale ha riconosciuto il rischio di genocidio”, ha affermato Albanese, “da lì scattano le responsabilità del governo italiano”.
“L’Italia non è uno Stato come gli altri in Europa: uno Stato silente dinanzi al genocidio. Il governo - aggiunge - e mi dispiace dirlo da italiana, è una delle voci più assidue a difesa dei partenariati con lo Stato d’Israele”.
Nel mirino dell’inchiesta anche l’industria militare. “C’è un’azienda italiana come Leonardo, aggiunge Albanese a Euronews - ma in realtà ci sono anche i Politecnici italiani e altre entità su cui sto conducendo indagini”.
“Crisi di credibilità dell’Occidente”
“La credibilità di chi non si pone in modo etico vacilla. Chi non risponde in maniera etica ai propri obblighi, siano essi costituzionali o di diritto internazionale, è in crisi”, afferma la relatrice.
“C’è anche una crisi di credibilità delle aziende - prosegue - che si dicono pronte a rispettare la due diligence. È una promessa al pubblico, ma spesso non seguita dai fatti. Un’incoerenza che va ben oltre la questione morale”.
Inamovibile nella difesa della legalità
Le opposizioni definiscono inaccettabile l’atteggiamento del governo, che ha scelto di non prendere posizione nei confronti di una propria cittadina, vittima di sanzioni. Albanese ribadisce la volontà di proseguire il suo lavoro.
“Ho appena finito un’inchiesta che mi sta costando molto e che mi lascia inamovibile nella difesa della legalità. Sono stata - e spero sarò l’ultima - funzionaria internazionale a subire questa punizione. È un attacco al cuore del multilateralismo. E, viste le mie origini meridionali, so bene cosa fa vincere questa logica mafiosa: il silenzio”.
Nel rapporto si punta il dito anche contro aziende dell’industria militare e del settore tecnologico che hanno venduto prodotti normalmente destinati a scopi civili, ma poi utilizzati in operazioni militari. Per chiarire le responsabilità e porre fine al genocidio, si legge nel rapporto, il settore privato è chiamato a rispondere e il diritto internazionale ad accertare i fatti.
Le critiche della comunità ebraica
Il direttore del Museo della Brigata Ebraica, Davide Romano, ha duramente criticato la partecipazione di Francesca Albanese alle conferenze tenute alla Camera e al Senato. Collegando la sua presenza all'aggressione avvenuta nel milanese ai danni di due cittadini francesi di origine ebraica, Romano ha definito la scelta di invitarla “un gesto fuori luogo”.“Mi pare folle - ha dichiarato - il suo rapporto alimenta un clima d’odio”.