Il cardinale di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa ha criticato duramente la politica adottata dal governo israeliano a Gaza: "Tutto questo non è giustificabile". Domenica Pizzaballa ha celebrato la messa nella parrocchia della Sacra Famiglia di Gaza City, dopo l'attacco israeliano del 17 luglio
"Non riusciamo a capire le ragioni di tutto questo e, come il Papa giustamente ha detto, e anche noi lo ripetiamo continuamente, tutto questo non è giustificabile". Così il patriarca latino di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, ha criticato le azioni del governo israeliano nella Striscia di Gaza.
In un'intervista ai media vaticani, Pizzaballa ha sottolineato che "non abbiamo nulla contro il mondo ebraico e non vogliamo assolutamente apparire come coloro che vanno contro la società israeliana e contro l'ebraismo, ma abbiamo il dovere morale di esprimere con assoluta chiarezza e franchezza la nostra critica alla politica che questo governo sta adottando a Gaza".
La critica di Pizzaballa e del Vaticano a Israele: "Un milione di persone non ha dove vivere. Niente trasferimenti di popoli"
"C'è più di un milione di persone che non ha dove vivere", ha dichiarato Pizzaballa, 60 anni, da molti inserito tra i cardinali papabili durante il Conclave che ha portato all'elezione di Papa Leone XIV.
"C'è chi partirà, senz'altro, ma la maggioranza resterà lì. Non sa dove andare, prima di tutto, ma non vuole neanche partire, perché ha le radici lì, ha la casa lì, o meglio, avevano la casa lì, e vogliono ricostruirla lì. Il Papa su questo è stato molto chiaro: niente trasferimenti di popoli, non ci saranno riviere a Gaza", ha poi ribadito il cardinale raccontando la sua visita nella Striscia e commentando i nuovi ordini di evacuazione israeliani.
Domenica si è infatti conclusa la visita di solidarietà del patriarca latino di Gerusalemme e del patriarca greco-ortodosso Teofilo III alla parrocchia della Sacra Famiglia di Gaza City, colpita il 17 luglio da un attacco israeliano che ha causato la morte di tre persone e ne ha ferite una decina, tra cui il parroco padre Gabriel Romanelli.
"Mi hanno colpito le enormi distese di tende che prima non c'erano", ha detto Pizzaballa, sottolineando come "soprattutto lungo il mare, ci sono lunghe distese di tende, dove la gente vive in condizioni di estrema precarietà sia dal punto di vista igienico che sotto qualsiasi altro profilo. E poi, l'altra immagine è l'ospedale: i bambini mutilati, accecati per le conseguenze dei bombardamenti".
La messa di Pizzaballa alla Sacra Famiglia di Gaza tra i bombardamenti israeliani
Proprio tra i bombardamenti israeliani e i colpi dei proiettili, il patriarca latino di Gerusalemme ha celebrato la messa nella Sacra Famiglia di Gaza. "Il primo giorno fa un po' impressione, poi ci si abitua", ha raccontato Pizzaballa. "Ho visto che nessuno ci fa più caso (...) vedo che l'uomo poi è capace di abituarsi a tutto. Qualche volta i colpi più vicini, in seguito ai quali tutto l'edificio trema, fanno un po' impressione, pero' poi ci si abitua anche a questo. Fa impressione anche, cosa che le immagini non possono rendere, l'odore, il fumo, l'odore delle esplosioni, l'odore che lasciano".
"Non sarete dimenticati", ha assicurato Pizzaballa ai presenti durante l'omelia. "Quando tonerò a Gerusalemme posso assicurarvi che faremo tutto il possibile per fermare questa guerra insensata. Ci lavoreremo e alla fine ce la faremo", ha dichiarato il cardinale ribadendo che la Chiesa non si è dedicata solo ai cristiani.
"Era nostro dovere, come pastori, visitare la nostra comunità, ma fin dal principio siamo sempre stati molto chiari su tutto quello che sta accadendo a tutta Gaza", ha sottolineato il cardinale specificando come "tutte le nostre attività, gli ospedali, la Caritas, gli aiuti, sono prevalentemente per tutta la comunità, a cominciare dai nostri vicini, sono per tutti. Il patriarcato latino, la nostra diocesi, arriva, quando le frontiere ancora lo permettevano ma riprenderemo presto, a oltre 40 mila persone, sono quasi tutti praticamente musulmani".