Com'è composto il collegio cardinalizio? Ecco chi sono i cardinali considerati "papabili" successori di papa Francesco e che potrebbero essere i più votati in Conclave
Dal quando è peggiorata la salute di Papa Francesco lo scorso febbraio, si sono moltiplicate le voci sul possibile successore del pontefice che verrà scelto dal collegio cardinalizio. Se al momento non si hanno certezze, le speculazioni sul futuro papa si stanno moltiplicando.
Dopo la morte di Bergoglio avvenuta lunedì, dei 135 cardinali elettori, su un totale di 252 cardinali, potranno votare solo quelli che il giorno prima della dipartita del pontefice non hanno compiuto ottant’anni.
Nonostante la costituzione apostolica “Romano Pontifici Eligendo” del 1975 di Papa Paolo VI limiti il numero di elettori a 120, molti, tra cui anche Papa Giovanni Paolo II, non hanno osservato la norma.
Dopo l’elezione di Papa Francesco il collegio era composto da 206 cardinali, di cui 115 elettori, ma 99 di loro hanno superato l’ottantesimo anno di età perdendo il diritto di voto. Altri 116 cardinali, tra cui dieci elettori, sono morti e tre, di cui due elettori, si sono dimessi. Durante il suo pontificato, Bergoglio ha nominato 133 cardinali, di cui 103 elettori.
Cardinali per provenienza geografica
Tra i cardinali dall’Asia ci sono 23 elettori (il 17,4 per cento dei votanti in Collegio) su un totale di 37 (il 14,7 per cento dei cardinali totali).
Il maggior numero di cardinali proviene dall’Europa. Questi rappresentano la fetta più ampia del totale, sia tra gli elettori, con 53 votanti (il 39,1 per cento) che tra il totale dei cardinali, con 114 porporati (il 45,2 per cento dell’intero collegio).
Altri 29 cardinali arrivano dall’Africa e rappresentano l’11,5 per cento del collegio cardinalizio. Di questi possono votare in 18, rappresentando il 13 per cento del totale degli elettori.
Più esiguo è invece il numero di cardinali dall’Oceania, appena 4, tutti votanti in Conclave. Rappresentano l’1,6 per cento del numero di cardinali totali e il 2,9 per cento degli elettori.
Dall'America del Nord arrivano 36 cardinali (il 14,3 per cento del totale del collegio), di cui 20 elettori, che rappresentano il 14,5 per cento dei votanti.
Tra i 32 cardinali dell’America del sud (il 12,7 per cento del totale del collegio), invece, 18 hanno diritto di voto, rappresentando il 13 per cento degli elettori
Chi è il più anziano e chi il più giovane
Il Cardinale Celestino Aós Braco, nato in Spagna nel 1945, ex arcivescovo emerito di Santiago del Cile, è il cardinale elettore più anziano creato da Francesco, con 79 anni d’età. Ad aprile 2025 ne ha compiuti 80 e di conseguenza ha perso il diritto di voto in Conclave.
Il più giovane cardinale creato da Francesco è invece l’ucraino Mykola Bychok. Classe 1980, a 45 anni è diventato cardinale nel Concistoro del 7 dicembre 2024, sottraendo al cardinale Giorgio Marengo il titolo di cardinale più giovane nella storia della Chiesa Cattolica.
Chi sono i Cardinali "papabili"
Pietro Parolin
Tra i cosiddetti cardinali “papabili” il primo nome che viene in mente è quello dell’italiano Pietro Parolin, attualmente segretario di Stato della Santa Sede dal 2013. Nato a Schiavon, in Veneto, nel 1955, Parolin ha 70 anni ed è noto per essere molto vicino a Papa Francesco.
Ordinato sacerdote a 25 anni, Parolin ha poi costruito un’ importante carriera diplomatica da nunzio apostolico, occupandosi prima delle relazioni con Spagna, Andorra, Italia e San Marino, e poi ha diretto le relazioni con Vietnam, Corea del Nord, Israele e Cina, dalla nomina a sottosegretario di Stato per i rapporti con gli Stati avvenuta nel 2002. Dal 2009, una volta nominato vescovo, viene inviato come nunzio a Caracas, in Venezuela.
È particolarmente esperto in questioni riguardanti il Medio Oriente e la situazione geopolitica del continente asiatico. Ha svolto un ruolo cruciale nel ristabilire il contatto diretto tra la Santa Sede e Pechino nel 2005.
Il suo approccio risoluto alle relazioni sino-vaticane è culminato nel 2018 in un controverso accordo provvisorio segreto sulla nomina dei vescovi, rinnovato nel 2020, 2022 e 2024.
L'accordo ha attirato forti critiche, non solo dal cardinale e vescovo emerito di Hong Kong Joseph Zen Ze-kiun e dai comuni cattolici cinesi che hanno giurato fedeltà a Roma, ma anche da importanti cattolici in Europa e negli Stati Uniti che hanno accusato la Chiesa di essersi venduta alla Cina comunista nel momento sbagliato.
Noto per essere oppositore della liturgia tradizionale, è dai più considerato un progressista con una visione globalista. La sua carriera sacerdotale è stata dedicata alla diplomazia e all'amministrazione del Vaticano piuttosto che al ministero parrocchiale.
In quanto persona che desidera essere vicina ai poveri e con una visione ecclesiale e politica simile a quella di Francesco, è visto come un successore naturale di Bergoglio se i cardinali elettori volessero una figura di continuità, qualcuno che porti avanti molte riforme radicali di Francesco ma in modo più discreto e diplomatico.
Raymond Leo Burke
Uno degli oppositori più convinti della linea scelta da Papa Francesco è sicuramente il cardinale Raymond Burke. Considerato un esponente della frangia più ortodossa e intransigente all’interno della Chiesa, il suo rapporto con Papa Francesco è stato teso poiché il cardinale statunitense, 76 anni, non ha avuto paura di criticare spesso il pontificato quando lo ha ritenuto necessario.
Questo conflitto ha raggiunto il suo apice nel 2023, quando Francesco gli ha revocato lo stipendio, la pensione e l'assistenza sanitaria e ha tentato di sfrattarlo dal suo appartamento in Vaticano sostenendo che aveva "lavorato contro la Chiesa e contro il papato" e che aveva seminato "disunione" nella Chiesa. Potrebbe rappresentare un buon candidato per i cardinali più tradizionalisti all'interno del collegio.
Fridolin Ambongo Besungu
Originario della Repubblica Democratica del Congo, il 65enne Fridolin Ambongo Besungu è noto per essere un appassionato promotore della giustizia sociale, delle politiche per i poveri e per chi non ha voce. L'arcivescovo di Kinshasa nasce in un paese rurale da una famiglia modesta. Studioso di filosofia, a cavallo tra gli anni '80 e '90 diviene professore presso l'Università cattolica del Congo per poi dedicarsi allo studio della teologia morale all'Accademia Alfonsiana di Roma.
Nel 2004 arriva la nomina a vescovo di Bokungu-Ikela da Giovanni Paolo II e nel 2018 Besungu diventa arcivescovo. Viene nominato cardinale da Papa Francesco durante il concistoro del 5 ottobre 2019 per poi essere reso membro del Consiglio cardinalizio l'anno seguente.
In Congo non è visto solo in veste di papabile, ma anche come leader dell'opposizione politica al presidente Félix-Antoine Tshisekedi Tshilombo, grazie alle sue critiche al neocolonialismo, allo sfruttamento delle risorse naturali del Paese, alla disuguaglianza della ricchezza e alla corruzione, o ancora alle sue lotte per la tutela dell'ambiente.
Nonostante le sue lotte dal carattere progressista sulle questioni che riguardano la fede, Besungo ha posizioni piuttosto ortodosse ma con qualche contraddizione, e questo ha portato a molti punti interrogativi sul considerarlo papabile, nonostante spesso negli ultimi anni sia stato spesso indicato come tale.
Luis Antonio Gokim Tagle
Il cardinale Tagle è nato a Manila, nelle Filippine nel 1957. La sua prima aspirazione era diventare un medico ma si unisce al seminario dei gesuiti di San José e poi all'Università di Manila, dove si laurea e consegue un master in arti.
Ordinato sacerdote nel 1982 per l'arcidiocesi di Manila, diventa presto direttore spirituale e professore, e in seguito rettore fino al 1985. Il suo vescovo lo invia negli Stati Uniti, dove nel 1987 ottiene una licenza in teologia e nel 1991 un dottorato. In questo periodo diventa sostenitore della cosiddetta "Scuola di Bologna" di ecclesiologia e storiografia, che interpreta il Concilio Vaticano II come un punto di rottura con il periodo preconciliare.
Nel 2011 Benedetto XVI lo nomina arcivescovo di Manila nel 2011 per poi crearlo cardinale nel 2012. Da molti è acclamato come "il Francesco asiatico", per la vasta formazione teologica e storica e per l'ampia esperienza pastorale e amministrativa. È stato considerato a lungo il successore preferito di Bergoglio.
Tagle è noto per celebrare spesso la messa in modo informale e i più lo considerano un progressista, nonostante si sia scagliato contro l'aborto e l'eutanasia in occasione di un disegno di legge filippino sulla salute riproduttiva. D'altra parte ritiene che la Chiesa potrebbe assumere un atteggiamento più misericordioso sulla questione delle coppie omosessuali e della comunione per chi vive insieme senza essere sposato. Una questione particolarmente cara a lui è l'ecologia.
Pierbattista Pizzaballa
Il cardinale Pierbattista Pizzaballa, oggi arcivescovo di Gerusalemme, nasce nel 1965 a Castel Liteggio, una frazione di Cologno al Serio, in Lombardia, dove conduce insieme ai genitori una vita di campagna. La sua infanzia semplice e a contatto con il mondo rurale lo influenza molto e lo spinge a intraprendere la vita francescana.
Sua madre ha ricordato come a nove anni Pizzaballa già volesse diventare prete, seguendo l'esempio di un prete locale molto amato, Don Pèrsec, che diventa uno dei primissimi modelli del giovane. A undici anni, quando entra nel seminario minore "Le Grazie" a Rimini, scopre le missioni e sogna di recarsi in Cina.
Nel settembre 1990 viene ordinato sacerdote, ad appena 25 anni, e inviato a Gerusalemme a studiare per ottenere la licenza in Teologia biblica. Diventa a quel tempo l'unico cristiano a studiare le Scritture presso l'Università Ebraica, un'esperienza formativa per lui interessante dato che avviene in un contesto non cristiano.
Nel maggio 2004, all'età di soli 39 anni, Pizzaballa fu nominato 167° Custode di Terra Santa, un importante incarico di leadership che avrebbe ricoperto per dodici anni, fino al 2016. In quell'anno, inizialmente viene nominato amministratore apostolico transitorio del Patriarcato ma la sua amministrazione riscuote successo e nel 2020 viene nominato Patriarca latino di Gerusalemme. Nel settembre 2023 viene creato cardinale da Papa Francesco diventando così il primo patriarca latino di Gerusalemme ad essere elevato al cardinalato e il primo cardinale a risiedere nello Stato di Israele.
Nel 2024 riesce a entrare nella Striscia di Gaza, a celebrare la messa nella parrocchia cattolica della Sacra Famiglia e a visitare la parrocchia ortodossa. Il Patriarcato svolge una missione umanitaria congiunta con l'Ordine di Malta per fornire cibo e assistenza medica alla popolazione di Gaza.
La sua lunga esperienza in Terra Santa gli consente di coinvolgere entrambe le parti del conflitto. Si è sforzato di trattare arabi e israeliani con equanimità, ma con presumibilmente più simpatia per il popolo palestinese che vede come "ancora in attesa dei propri diritti, della propria dignità o del riconoscimento".
Pur rimanendo aperto alla modernità, dalle sue parole si intuisce il desiderio di rimanere fedele alle tradizioni e alle pratiche consolidate della Chiesa.
Non mancano i punti di contatto tra Pizzaballa e Papa Francesco. Il cardinale disprezza il clericalismo e manifesta interesse e preoccupazione per i migranti, per il dialogo interreligioso e, in una certa misura, per l'ambiente. Come Francesco, vuole che la Chiesa sia aperta a tutti, tuttavia, contrariamente al defunto Pontefice, crede che "questo non significa che appartenga a tutti".