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Libia: Ue prepara nuova missione dopo espulsione da Bengasi, Londra cancella visita

Un edificio danneggiato a Bengasi, 17 febbraio 2021
Un edificio danneggiato a Bengasi, 17 febbraio 2021 Diritti d'autore  AP Photo
Diritti d'autore AP Photo
Di Gavin Blackburn & Gabriele Barbati
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Dopo l’espulsione di una delegazione europea da Bengasi da parte del generale Haftar, i leader di Italia, Grecia, Malta e della Commissione Ue rilanciano l’iniziativa Team Europe. Intanto, la Grecia affronta una nuova emergenza migratoria con l’aumento degli sbarchi dal Nord Africa

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I leader dell'Unione europea hanno deciso di inviare una nuova delegazione diplomatica in Libia, dopo che il leader militare Khalifa Haftar ha chiesto ai precedenti rappresentanti di lasciare il Paese.

"Posso confermare che, a margine dell'incontro di Roma, la presidente von der Leyen e i leader di Grecia, Italia e Malta hanno concordato di proseguire il dialogo con la Libia", ha dichiarato venerdì il portavoce della Commissione per gli Affari interni, Markus Lammert, "anche rinviando la delegazione Team Europe in Libia per proseguire la visita".

Il portavoce, come già anticipato dal commissario per la Migrazione Brunner che era tra i funzionari cacciati da Bengasi martedì, è di continuare a cooperare "con entrambe le parti", intendendo anche le autorità dell'autoproclamato governo di Bengasi.

L'incidente diplomatico in Libia riguardava proprio il riconoscimento del Governo di Stabilità Nazionale da parte dell'Ue, che tuttavia riconosce come buona parte della comunità internazionale l'esecutivo che è insediato a Tripoli e che controlla la parte occidentale della Libia.

Il Regno Unito ha optato per la soluzione opposta e ha cancellato la visita programmata in Cirenaica del sottosegretario per il Medio Oriente, Hamish Falconer, che era atteso a Bengasi martedì prossimo.

La motivazione, come nel caso della missione del Team Europe, è che gli uomini del leader militare dell'area, Khalifa Haftar, hanno imposto come condizione il riconoscimento del governo di Bengasi.

La reazione dell'Ue al caos in Libia è di continuare a cooperare

Parlando a margine della Conferenza sulla ripresa dell'Ucraina a Roma, il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, la premier italiana Giorgia Meloni e il primo ministro maltese Robert Abela hanno affermato che è importante riattivare il dialogo con la Libia.

I quattro leader hanno concordato sulla necessità di rilanciare l'iniziativa Team Europe, con una delegazione della Commissione europea e dei ministri di Grecia, Italia e Malta da inviare nuovamente in Libia.

Il Team Europe è composto dall'Unione europea, dagli Stati membri dell'Ue, dalla Banca Europea per gli Investimenti (Bei) e dalla Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (Bers) e mira a un approccio coordinato alla risoluzione dei problemi.

I colloqui di Roma arrivano dopo che il leader militare Khalifa Haftar, che detiene il potere de facto in gran parte della Libia orientale, ha orchestrato un incontro martedì come mezzo per "intrappolare" una delegazione dell'Ue nel riconoscere la legittimità dell'amministrazione libica guidata da Bengasi, ha dichiarato a Euronews una fonte vicina alla questione.

La delegazione è stata dichiarata "persona non grata" e le è stato chiesto di lasciare il territorio libico al suo arrivo all'aeroporto di Bengasi.

La missione comprendeva il Commissario per gli Affari interni e la Migrazione Magnus Brunner, il ministro dell'Interno italiano Matteo Piantedosi, il ministro dell'Interno maltese Byron Camilleri, il ministro greco per la Migrazione e l'Asilo Athanasios Plevris e l'Ambasciatore dell'Ue in Libia Nicola Orlando.

Il viaggio diplomatico era proseguito nella Libia orientale dopo un incontro a Tripoli con i rappresentanti del Governo di Unità Nazionale (Gnu), l'esecutivo riconosciuto a livello internazionale guidato da Abdul Hamid Mohammed Dbeibah, che controlla Tripoli e la Libia occidentale.

L'evento rischia di complicare gli sforzi dell'Europa per prevenire un'ondata di migrazione irregolare dalla Libia verso il continente.

Nelle ultime settimane gli arrivi sono aumentati a tal punto che mercoledì la Grecia ha deciso di sospendere temporaneamente le richieste di asilo per coloro che arrivano dal Nord Africa via mare.

I migranti salvati a sud di Creta aspettano di essere registrati al loro arrivo al porto di Lavrio, 10 luglio 2025
I migranti salvati a sud di Creta aspettano di essere registrati al loro arrivo al porto di Lavrio, 10 luglio 2025 AP Photo

Cercando di raggiungere l'Europa

La Grecia rimane un punto di ingresso fondamentale nell'Ue per le persone che fuggono da conflitti e difficoltà in Medio Oriente, Africa e Asia.

Gli arrivi sono aumentati lo scorso anno, con oltre 60mila migranti sbarcati in Grecia – la maggior parte via mare – rispetto ai circa 48mila del 2023, secondo i dati dell'Agenzia Onu per i rifugiati.

A metà giugno 2025, la Grecia aveva registrato 16.290 arrivi, di cui oltre 14.600 via mare.

Con le autorità greche che hanno intensificato i pattugliamenti lungo il confine marittimo orientale con la Turchia, i trafficanti sembrano scegliere sempre più spesso la rotta più lunga e pericolosa attraverso il Mediterraneo dal Nord Africa, utilizzando imbarcazioni più grandi in grado di trasportare più persone.

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