Newsletter Newsletters Events Eventi Podcasts Video Africanews
Loader
Seguiteci
Pubblicità

Germania, Dobrindt vuole accordi diretti con i Talebani per rimpatriare i migranti afghani condannati

Combattenti talebani festeggiano il terzo anniversario del ritiro delle truppe a guida statunitense dall'Afghanistan, 14 agosto 2024
Combattenti talebani festeggiano il terzo anniversario del ritiro delle truppe a guida statunitense dall'Afghanistan, 14 agosto 2024 Diritti d'autore  AP Photo
Diritti d'autore AP Photo
Di Gavin Blackburn
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
Condividi questo articolo Commenti
Condividi questo articolo Close Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto: Copy to clipboard Copied

La Germania non riconosce il governo talebano, che ha preso il controllo dell'Afghanistan nel 2021, e non mantiene legami diplomatici ufficiali con Kabul. Berlino valuta anche contatti con la Siria. Onu avverte: “Le condizioni in Afghanistan non sono sicure, evitare i rimpatri forzati"

PUBBLICITÀ

Secondo il ministro dell'Interno tedesco Alexander Dobrindt, la Germania intende negoziare un accordo diretto con i Talebani per il rimpatrio dei cittadini afghani destinati all'espulsione.

"La mia idea è quella di stringere accordi direttamente con l'Afghanistan per consentire i rimpatri", ha dichiarato in un'intervista pubblicata giovedì dal settimanale Focus. "Non possiamo continuare a dipendere da terze parti per condurre colloqui con l'Afghanistan. Questa non può essere una soluzione permanente."

Ad agosto, la Germania ha ripreso le deportazioni di cittadini afghani condannati, dopo averle sospese in seguito al ritorno al potere dei Talebani nel 2021.

Berlino aveva finora organizzato i voli di rimpatrio con l’aiuto di “partner regionali chiave”. Ora, però, vuole collaborare direttamente con le autorità talebane di Kabul.

Nella stessa intervista, Dobrindt ha aggiunto che Berlino è anche in contatto con Damasco nel tentativo di raggiungere un accordo per l'espulsione dei migranti siriani condannati per reati in Germania.

Dobrindt è esponente dell'Unione Cristiano-Sociale (Csu), partito gemello bavarese della Cdu del cancelliere Friedrich Merz.

Merz ha annunciato l’intenzione di intensificare le deportazioni verso Siria e Afghanistan e di interrompere i programmi di ammissione per l'ex personale locale delle agenzie tedesche attive in quei Paesi. Tali programmi erano stati istituiti dopo la presa del potere da parte dei Talebani, considerata una minaccia diretta a causa del rischio di ritorsioni.

Gli afghani deportati dalla Germania escono dall'aeroporto internazionale di Kabul, 15 dicembre 2016
Gli afghani deportati dalla Germania escono dall'aeroporto internazionale di Kabul, 15 dicembre 2016 AP Photo

Le Nazioni Unite esortano a evitare i rimpatri forzati in Afghanistan

La gestione della migrazione è stata una questione centrale durante le elezioni federali anticipate dello scorso febbraio, segnate dall’ascesa dell’estrema destra e da una serie di attacchi di alto profilo compiuti da migranti.

Siriani e afghani costituiscono i due gruppi più numerosi tra i richiedenti asilo in Germania: nel 2023 sono state presentate 76.765 domande da parte di cittadini siriani e 34.149 da cittadini afghani, secondo i dati ufficiali.

Venerdì, le Nazioni Unite hanno espresso preoccupazione per i piani tedeschi di cooperazione con i Talebani sui rimpatri.

Ravina Shamdasani, portavoce dell'Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani, ha dichiarato a Ginevra che "non è appropriato rimandare le persone in Afghanistan", citando continue e gravi violazioni dei diritti umani, in particolare contro le donne, oltre a esecuzioni e repressione politica.

Anche l’Unhcr, tramite il suo rappresentante a Kabul Arafat Jamal, ha ribadito il proprio "avviso di non ritorno" per l'Afghanistan: "Le condizioni sul campo non sono ancora adatte ai rimpatri", ha affermato. "Esortiamo i Paesi a evitare qualsiasi ritorno forzato."

La Germania non riconosce il governo talebano

Berlino non ha mai riconosciuto formalmente il regime talebano insediatosi nel 2021, dopo il ritiro delle forze Nato, e non intrattiene rapporti diplomatici ufficiali con Kabul.

Al contrario, la Russia è diventata il primo Paese al mondo a riconoscere ufficialmente il governo talebano, stabilendo pieni legami diplomatici.

Il ministro degli Esteri afghano, Amir Khan Muttaqi, ha dichiarato di sperare che la decisione di Mosca funga da esempio per altri Stati. Tuttavia, la mossa è stata fortemente criticata da esponenti dell’opposizione russa e da gruppi per i diritti umani.

Vai alle scorciatoie di accessibilità
Condividi questo articolo Commenti

Notizie correlate

La Corte Suprema russa revoca lo status di organizzazione terroristica per i Talebani afghani

Pakistan: talebani attaccano base militare, 18 morti

Kallas chiede alla Germania di smettere di ostacolare la diplomazia Ue su Gaza