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La Russia è il primo Paese a riconoscere formalmente il regime dei talebani in Afghanistan

Combattenti talebani pregano sulla collina di Nader Khan a Kabul, Afghanistan, 10 giugno 2025
Combattenti talebani pregano sulla collina di Nader Khan a Kabul, Afghanistan, 10 giugno 2025 Diritti d'autore  AP Photo
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Di Euronews
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Mosca diventa il primo Paese a riconoscere formalmente l’Emirato islamico guidato dai Talebani. La decisione, accolta con entusiasmo da Kabul e duramente criticata da attivisti e difensori dei diritti umani, segna un passo chiave nel riavvicinamento tra Russia e Afghanistan

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Il governo talebano ha annunciato giovedì che la Russia è diventata il primo Paese a riconoscere ufficialmente l'Emirato islamico dei Talebani in Afghanistan, descrivendo la mossa come una "decisione coraggiosa" che potrebbe aprire la strada ad altri Paesi.

L'annuncio è arrivato dopo un incontro tra il ministro degli Esteri talebano Amir Khan Mottaki e l’ambasciatore russo a Kabul, Dmitry Zhirnov. "Questa decisione coraggiosa sarà un esempio. Il processo di riconoscimento è iniziato e la Russia è stata in prima linea", ha affermato Mottaki.

Zia Ahmad Takal, portavoce del ministero degli Esteri talebano, ha confermato all’Afp che Mosca è "il primo Paese a riconoscere ufficialmente l’Emirato islamico", nome con cui il gruppo definisce il proprio sistema politico.

Mottaki ha descritto il riconoscimento come "una nuova fase di relazioni positive, di rispetto reciproco e di impegno costruttivo", secondo una dichiarazione pubblicata anche dall’agenzia Xinhua. Il ministero degli Esteri russo ha dichiarato su Telegram che il riconoscimento ufficiale "promuoverà lo sviluppo di una cooperazione bilaterale costruttiva" in ambiti quali energia, trasporti, agricoltura e infrastrutture.

Un combattente talebano e un afghano si abbracciano dopo aver recitato le preghiere dell'Eid al-Adha nella moschea Shah Do Shamshira a Kabul, Afghanistan, 7 giugno 2025
Un combattente talebano e un afghano si abbracciano dopo aver recitato le preghiere dell'Eid al-Adha nella moschea Shah Do Shamshira a Kabul, Afghanistan, 7 giugno 2025 AP Photo

I Talebani alla ricerca un riconoscimento internazionale

Mosca si è detta pronta a continuare a sostenere Kabul negli sforzi per "rafforzare la sicurezza regionale e combattere terrorismo e traffico di droga", ricordando di aver già rimosso i Talebani dalla lista delle "organizzazioni terroristiche" lo scorso aprile e di aver approvato l’accreditamento di un ambasciatore talebano a Mosca.

Nel luglio 2024, il presidente russo Vladimir Putin aveva definito i Talebani "alleati nella lotta contro il terrorismo", segnando un ulteriore passo in un processo di graduale riavvicinamento iniziato dopo il ritorno al potere del gruppo nel 2021, in seguito al ritiro delle forze straniere.

Mentre nella loro prima esperienza di governo (1996-2001) erano stati riconosciuti solo da Arabia Saudita, Pakistan ed Emirati Arabi Uniti, i Talebani cercano oggi un riconoscimento più ampio, soprattutto da potenze regionali come Cina e Russia. Finora, però, né Pechino né Islamabad hanno formalmente riconosciuto il regime, pur accogliendo rappresentanti talebani nelle proprie capitali.

La decisione di Mosca ha sollevato critiche da parte di attivisti afghani e organizzazioni per i diritti umani. "Legittima un regime che vieta l’istruzione alle ragazze, pratica la fustigazione pubblica e ospita terroristi sanzionati dall’Onu", ha dichiarato l’ex parlamentare Maryam Suleimanakhil. Secondo Fawzia Koofi, anch’ella ex deputata, il riconoscimento "non porterà pace, ma legittimerà l’impunità e minaccerà non solo il popolo afghano, ma anche la sicurezza globale".

Molti leader talebani restano soggetti a sanzioni internazionali, anche da parte del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, rendendo improbabile, per ora, un riconoscimento globale del loro governo. Tuttavia, la Russia sembra aver scelto di agire unilateralmente, spinta da priorità strategiche in Asia Centrale.

Il rapporto complesso tra Mosca e Kabul

Le relazioni russo-afghane risalgono al XIX secolo, con i primi contatti avviati nel 1837. La Russia fu anche il primo Paese a stabilire relazioni diplomatiche con l’Afghanistan indipendente nel 1919. L’invasione sovietica del 1979 rappresentò un punto di svolta, innescando una resistenza armata da cui sarebbe poi nato il movimento talebano.

Dopo il ritorno dei Talebani al potere nel 2021, la Russia è stata tra i pochi attori internazionali a rafforzare i legami con Kabul. Con la rimozione dello status di “organizzazione terroristica”, secondo l’inviato presidenziale Zamir Kabulov, è stato eliminato "l’ultimo ostacolo alla piena cooperazione".

La Russia mantiene una presenza diplomatica a Kabul e si è detta pronta a fornire assistenza "specializzata" contro l’ISIS-K, ritenuto una minaccia diretta. Il gruppo ha rivendicato diversi attentati, tra cui quello all’ambasciata russa a Kabul nel 2022 e l’attacco alla Crocus City Hall di Mosca nel 2024, che causò oltre 130 vittime.

Mosca punta inoltre a intensificare le relazioni commerciali con l’Afghanistan, in particolare nei settori energetico e dei trasporti. Intende usare il Paese come corridoio di transito per esportare carburante verso Pakistan e India, aggirando le sanzioni occidentali. Sono in fase di valutazione progetti per la costruzione di gasdotti e ferrovie attraverso il territorio afghano.

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