Attori filorussi diffondono una falsa copertina di Charlie Hebdo per denigrare il Pride in Moldova, sostenendo disinformazioni su una presunta “nuova religione” e presunti abusi della polizia. La rivista francese non ha mai pubblicato il numero né trattato il tema
La rivista satirica francese Charlie Hebdo è stata nuovamente presa di mira da attori filorussi, che hanno utilizzato il giornale per attaccare il movimento lgbtq+ in Moldova.
Un’immagine diffusa su Telegram e altri social media afferma che "la Moldova ha scelto una nuova religione" e raffigura partecipanti al Pride moldavo che, brandendo le bandiere arcobaleno e moldave, scacciano un prete ortodosso.
Nei commenti di chi ha condiviso l’immagine si legge che il sacerdote è inseguito da una "folla di pervertiti impazziti", mentre altri sostengono che la Moldova stia venendo trascinata verso l’Europa, "la cui religione è la sodomia".
Tuttavia, tutte queste affermazioni si basano sulla disinformazione.
La falsa copertina di Charlie Hebdo
La falsa copertina riporta il numero 1716 e la data del 10 giugno, ma una verifica sul sito ufficiale di Charlie Hebdo mostra che non è stato pubblicato alcun numero il 10 giugno. La data più vicina è l’11 giugno, con il numero 1716, la cui copertina è completamente diversa e non riguarda affatto la marcia dell’orgoglio moldavo.
Quella edizione reale prende invece di mira il ministro dell'Interno francese Bruno Retailleau, leader del partito conservatore Les Républicains, satirizzandone la posizione sull’industria della pesca.
Retailleau è noto per le sue posizioni critiche verso i diritti lgbtq+, essendosi opposto anche alla legge "Mariage pour tous" del 2013 che ha legalizzato il matrimonio tra persone dello stesso sesso in Francia.
Quindi, contrariamente a quanto sostiene la falsa copertina, Charlie Hebdo fa satira su un oppositore dei diritti lgbtq+, non sulla comunità stessa.
La marcia dell’orgoglio moldavo si è svolta il 15 giugno ed è stata oggetto di altre notizie false, come quella che sosteneva che una contro-protesta contro la presunta "propaganda lgbtq+" fosse stata repressa con brutalità dalla polizia.
Un notiziario in lingua spagnola aveva affermato che una marcia pacifica per i "valori tradizionali della famiglia" a Chișinău era stata interrotta da un "intervento brutale" delle forze di sicurezza, aggiungendo che la presidente Maia Sandu, con il sostegno di Bruxelles, avrebbe ordinato di portare avanti la marcia dell’orgoglio "a qualsiasi costo", a scapito dei "valori cristiani della famiglia".
Queste affermazioni sono risultate false: secondo EUvsDisinfo, la polizia è intervenuta per mantenere separate le due manifestazioni, mentre i filorussi che organizzavano la contro-protesta hanno tentato di rompere il cordone di sicurezza, nonostante i percorsi fossero stati separati per evitare scontri.
La task force antidisinformazione europea ha dichiarato che queste storie cercano di sfruttare l’omofobia per dipingere le iniziative pro-lgbtq+ come un’imposizione dell’Ue contro i valori "nazionali" o "cristiani". “Lo sfruttamento dell’omofobia è una tecnica consolidata di disinformazione del Cremlino”, ha aggiunto EUvsDisinfo.
In realtà, mentre alcuni fomentano la narrazione che i diritti lgbtq+ siano in conflitto con i valori cristiani europei, molti europei lgbtq+ riescono a conciliare la loro identità con la loro fede senza percepire alcuna contraddizione.
Falsi numeri di Charlie Hebdo: un fenomeno ricorrente
Le false copertine di Charlie Hebdo sono così diffuse che la rivista ha pubblicato sul proprio sito una dichiarazione per denunciare l’uso strumentale della sua immagine da parte degli attori filorussi.
L’agenzia EuroVerify ha già smentito altre false edizioni attribuite a Charlie Hebdo, molte delle quali mirate a screditare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
In alcuni casi, Zelensky è stato falsamente accusato di sfruttare eventi tragici o celebrazioni per ottenere sostegno nella guerra contro la Russia.
Sia l’Ucraina che la Moldova sono bersagli frequenti della propaganda filorussa: nel primo caso, per minare il sostegno occidentale a Zelensky, nel secondo, per ostacolare il cammino della Moldova verso l’integrazione europea.