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L’Ue tentenna, von der Leyen accelera: sostegno a Israele senza mandato

Fumo dall'edificio della televisione di Stato iraniana dopo un attacco israeliano a Teheran, Iran, lunedì 16 giugno 2025. (Foto AP)
Fumo dall'edificio della televisione di Stato iraniana dopo un attacco israeliano a Teheran, Iran, lunedì 16 giugno 2025. (Foto AP) Diritti d'autore  AP Photo
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Di Shona Murray & Eleonora Vasquez
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Ambasciatori Ue divisi sul diritto di autodifesa rivendicato da Israele dopo l’attacco all’Iran. Pressioni su Bruxelles per una linea comune, mentre von der Leyen spiazza con un tweet fuori linea

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L’Unione europea fatica a trovare una posizione comune dopo l’attacco di Israele all’Iran avvenuto venerdì scorso. Secondo fonti diplomatiche riportate da Euronews, le divergenze tra gli Stati membri emergeranno con forza nella riunione degli ambasciatori prevista giovedì a Bruxelles, complicando la risposta unitaria dell’Ue alla crisi in Medio Oriente.

Al centro del dibattito vi è la legittimità dell’offensiva israeliana, giustificata da Tel Aviv come atto preventivo contro una minaccia nucleare. Ma molti Paesi dell’Unione non condividono questa lettura: secondo alcune delegazioni, non ci sarebbero prove sufficienti per invocare il diritto all'autodifesa previsto dal diritto internazionale.

Un diritto controverso

“È sicuramente una questione che viene discussa: fino a che punto è accettabile il diritto di autodifesa”, ha dichiarato una fonte vicina al Consiglio europeo. Sabato l’Ue ha diffuso una dichiarazione generica, invitando “tutte le parti a rispettare il diritto internazionale, a dare prova di moderazione e ad astenersi da ulteriori azioni con gravi conseguenze, come il rischio di rilascio radioattivo”.

Un passaggio chiave – “Israele ha il diritto di difendersi” – non è stato inserito nella dichiarazione. Ben 15 Paesi, tra cui Francia, Germania, Italia, Austria, Ungheria e Paesi Bassi, spingevano per includerlo, ma l’assenza di unanimità ha bloccato l’iniziativa.

Von der Leyen rompe il fronte comune

A sorpresa, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha pubblicato un tweet in cui ha espresso sostegno implicito agli attacchi israeliani: “Ho parlato con il presidente Herzog riguardo all'escalation. Ho ribadito il diritto di Israele a difendersi e a proteggere il suo popolo”, ha scritto.

Il gesto ha provocato irritazione tra i diplomatici europei. “Non c’era consenso sul fatto che Israele abbia quel diritto, ma von der Leyen l’ha detto comunque”, ha commentato una fonte. “È stato scoraggiante, a essere onesti”, ha aggiunto un’altra. “Ha visto il linguaggio concordato e poi ha fatto la sua dichiarazione”.

Il timore di escalation e crisi migratorie

Il dissenso interno è legato anche alle possibili conseguenze geopolitiche. “Attacchi di questo tipo non fanno che peggiorare la situazione, anche se dovesse esserci un cambio di regime in Iran”, ha avvertito un diplomatico. E ha aggiunto: “Quando milioni di iraniani si presenteranno alla porta dell’Europa, saremo noi a dover gestire quella crisi migratoria”.

L’ex direttore dell’Aiea, Mohamed El Baradei, ha criticato apertamente l’attacco: “Il sospetto israeliano non costituisce una minaccia imminente. Colpire impianti nucleari senza prove è una violazione del diritto internazionale”.

Due anime dell’Unione

La spaccatura riflette due visioni contrapposte: da un lato chi considera l’Iran una minaccia strategica, anche per via del suo sostegno militare alla Russia; dall’altro chi teme che l’escalation israeliana porti instabilità incontrollabile.

Mercoledì, il portavoce di von der Leyen ha ribadito che “la presidente ha espresso la sua posizione coerentemente con quella del G7”. Ha anche precisato che l’Iran è ritenuto “la principale fonte di tensione nella regione” e un attore destabilizzante per l’Europa, anche per via della fornitura di droni Shahed alla Russia, come denunciato da Kiev.

L'Ue resta ufficialmente neutrale, per ora

Nonostante le tensioni, il Servizio Europeo per l’Azione Esterna, guidato da Kaja Kallas, mantiene una linea ufficiale più prudente. Mercoledì la stessa Kallas ha ribadito su X la necessità di “una risoluzione diplomatica” e ha invitato tutte le parti a “rispettare il diritto internazionale e smorzare l’escalation”.

Il nodo politico resta però irrisolto e si prepara a riemergere durante il vertice dei capi di Stato e di governo dell’Ue previsto la prossima settimana, dove – almeno nelle bozze viste da Euronews – non compare ancora alcuna posizione ufficiale sul conflitto Israele-Iran.

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