Con una lettera 26 eurodeputati di cinque diversi gruppi politici hanno chiesto un taglio completo dei fondi per l'Ungheria, sostenendo che sta regredendo in modo allarmante. La Commissione è disposta a discutere l'uso dello strumento del bilancio per preservare lo Stato di diritto
Un gruppo di eurodeputati ha chiesto alla Commissione europea di congelare con effetto immediato i finanziamenti dell'Ue all'Ungheria a causa dei passi indietro del governo di Viktor Orbán in materia di Stato di diritto.
La lettera, indirizzata al commissario per il Bilancio Piotr Serafin e al commissario per la Democrazia e la Giustizia Michael McGrath, è stata firmata da 26 eurodeputati appartenenti a cinque diversi gruppi politici (Ppe, S&d, Verdi/Efa, Renew e La Sinistra).
"Noi, 26 membri del Parlamento europeo, scriviamo per esprimere la nostra profonda preoccupazione per i recenti sviluppi in Ungheria. Esortiamo la Commissione europea ad aumentare le pressioni sul governo di Viktor Orbán affinché cessi di violare i valori e le leggi dell'Ue, sospendendo immediatamente tutti i finanziamenti dell'Ue all'Ungheria, in linea con la legislazione applicabile, per proteggere gli interessi finanziari dell'Unione".
La lettera ricorda che la Commissione sta attualmente trattenendo 18 miliardi di euro dall'Ungheria attraverso vari meccanismi attivati nel dicembre 2022 principalmente "a causa della corruzione diffusa" e delle "gravi violazioni dello Stato di diritto da parte del governo".
"Purtroppo, dopo le decisioni del dicembre 2022, l'Ungheria non solo non ha compiuto progressi significativi verso il rispetto delle condizioni e/o delle tappe previste, ma ha anzi registrato ulteriori allarmanti regressioni", si legge nella lettera.
La lettera cita quattro questioni chiave: l'interferenza diretta del governo nel lavoro dell'Autorità ungherese per l'integrità - che ha minato l'indipendenza della magistratura, provocando la protesta dell'Associazione dei giudici ungheresi -, il divieto del Pride a Budapest e l'approvazione della "legge sulla difesa della sovranità".
La lettera ricorda che questa legge, adottata nel 2023, consente di indagare sull'uso di fondi stranieri per influenzare gli elettori ed è vista come uno strumento da utilizzare contro i critici del governo.
Inoltre, il Parlamento ungherese sta attualmente discutendo un progetto di legge che potrebbe vedere i media e le Ong finanziati dall'estero elencati e multati.
I firmatari della lettera citano il meccanismo di condizionalità dello Stato di diritto dell'Ue come mezzo per tagliare i fondi in caso di tali violazioni. Questo meccanismo è stato usato in precedenza contro l'Ungheria.
"Data la natura trasversale e completa dei recenti attacchi governativi, ora deve essere ancora più chiaro che tutti i finanziamenti dell'Ue all'Ungheria, in tutte le linee di bilancio, sono significativamente a rischio. Riteniamo pertanto che il congelamento di tutti i fondi sia proporzionato al rischio posto agli interessi finanziari dell'Unione", scrivono gli eurodeputati.
La Commissione sembra aperta a discutere ulteriori tagli
Lo scorso fine settimana decine di migliaia di persone hanno protestato a Budapest contro il progetto di legge sulla trasparenza che, secondo l'opposizione, è uno strumento in stile russo per mettere a tacere i critici.
Mercoledì pomeriggio il Parlamento europeo ha tenuto un dibattito urgente sulla questione, in cui diversi eurodeputati hanno esortato la Commissione europea a prendere provvedimenti immediati.
Nella sua risposta, il commissario per la Democrazia e la Giustizia Michael McGrath ha affermato che la Commissione è pronta a difendere i valori e i diritti fondamentali dell'Unione, anche attraverso l'ulteriore utilizzo del meccanismo di condizionalità dello Stato di diritto per consentire i tagli finanziari.
"La Commissione sta valutando il suo approccio al prossimo Quadro finanziario pluriennale e abbiamo avuto un'ulteriore discussione in merito durante la riunione di ieri del Collegio dei commissari. E questo includeva la considerazione del ruolo della condizionalità e del rispetto dello Stato di diritto in questo senso".
I membri del partito ungherese al governo Fidesz hanno affermato nel dibattito al Parlamento europeo che il mantenimento della sovranità e la limitazione delle interferenze straniere nella politica ungherese sono una questione di interesse nazionale. L'europarlamentare ungherese Csaba Dömötör ha accusato Bruxelles di finanziare una rete di attivisti di sinistra per intervenire in politica.
"Qualunque cosa diciate, quello che abbiamo qui non ha nulla a che fare con la società civile. La società civile si organizza dal basso, ma questi attivisti sono stati finanziati dalla grande coalizione da qui, o con l'aiuto della Open Society o dell'Usaid", ha detto.
La nuova legge sulla trasparenza, annunciata come parte di una sedicente "pulizia di primavera" dal primo ministro Viktor Orbán, potrebbe essere approvata dal Parlamento ungherese nelle prossime settimane.