Tre gruppi politici chiedono una commissione d’inchiesta sui fondi Ue alle Ong ambientaliste, mentre Transparency International denuncia una campagna diffamatoria e una fuga di notizie orchestrata dagli eurodeputati
Tre gruppi politici di destra al Parlamento europeo stanno tentando per la seconda volta di istituire una commissione d'inchiesta sui finanziamenti alle Ong da parte della Commissione europea, mentre Transparency International denuncia una campagna diffamatoria orchestrata dagli eurodeputati contro la società civile e annuncia una denuncia per fuga di notizie.
La settimana scorsa, il quotidiano tedesco Welt am Sonntag ha affermato che l'esecutivo dell'Ue avrebbe pagato segretamente fino a 700mila euro alle Ong ambientaliste per promuovere la politica climatica del blocco. La Commissione ha smentito le accuse di pagamenti segreti e un portavoce ha dichiarato a Euronews che l’esecutivo agisce con un alto grado di trasparenza nella concessione dei finanziamenti alle Ong.
"Le ultime rivelazioni pubblicate dalla stampa tedesca sui torbidi legami tra la Commissione europea e le Ong ambientaliste rendono ancora più urgente l'istituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta sul cosiddetto scandalo 'Green Gate'", ha dichiarato l'eurodeputato dei Conservatori e Riformisti Carlo Fidanza in un comunicato stampa, aggiungendo: "Questa commissione, richiesta dal gruppo ECR e sostenuta da 200 eurodeputati di varie famiglie politiche, è essenziale".
Gli eurodeputati ungheresi di Fidesz avviano richieste di accesso agli atti
L’eurodeputato ungherese Csaba Dömötör ha dichiarato a Euronews di ritenere necessaria una maggiore trasparenza in relazione ai contratti tra Ong e Commissione europea.
"Vediamo che finanziano un’agenda ciecamente ideologica con i soldi dei contribuenti, e il prezzo di questo lo pagano proprio i contribuenti", ha detto Dömötör, aggiungendo: "La Commissione dice che questi contratti non sono segreti. Lo vedremo, perché lanceremo richieste mirate di accesso agli atti per conoscerne i contenuti. La Commissione europea avrà così l’occasione di dimostrare che i valori democratici che chiede agli Stati membri valgono anche per se stessa".
Le accuse di Welt sono emerse per la prima volta a febbraio, e ad aprile una commissione parlamentare ha respinto una serie di emendamenti presentati da legislatori di destra, che miravano a inserire una critica severa ai finanziamenti Ue alle Ong nel discarico di bilancio 2023 del blocco.
Oltre a respingere una proposta congiunta di Fidesz e del Rassemblement National francese per condannare un “enorme complesso di propaganda Ue-Ong”, la commissione ha bocciato anche una serie di emendamenti della deputata conservatrice del PPE, Monika Hohlmeier.
Tra questi, la richiesta che la Corte dei conti europea (Eca) conduca un’indagine specifica sul programma Life, lo strumento di finanziamento dell’Ue per progetti ambientali, una piccola parte del quale sostiene i gruppi ambientalisti attraverso sovvenzioni operative.
La Conferenza dei presidenti del Parlamento europeo deciderà sull’istituzione della commissione la prossima settimana a Strasburgo. Anche altri due gruppi di destra, Patriots for Europe ed Europe of Sovereign Nations, si sono dichiarati favorevoli. René Aust, presidente di Esn, ha dichiarato a Euronews che il gruppo sosterrà qualsiasi indagine sull’uso improprio dei fondi pubblici.
"La Commissione sta pagando degli attivisti per plasmare l’opinione pubblica: questa non è una governance neutrale, ma una democrazia orchestrata", ha detto Aust.
La posizione del Partito Popolare Europeo resta ambigua, poiché non tutti gli eurodeputati condividono l'approccio di Hohlmeier.
Le Ong denunciano un attacco coordinato ai loro finanziamenti
Nel frattempo, il direttore di Transparency International Ue, Nick Aiossa, ha dichiarato a Euronews che le affermazioni sulle Ong che farebbero lobbying occulto per la Commissione sono già state smentite.
"Si tratta di storie già smontate, che erano emerse a febbraio", ha detto Aiossa, aggiungendo: "Non capisco perché la stampa tedesca se ne occupi di nuovo, a meno che non ci sia un’agenda politica dietro da parte di chi ha fatto trapelare i contratti".
Ha spiegato che il finanziamento della società civile da parte della Commissione, volto a favorire la partecipazione al dibattito pubblico, è positivo, e che esistono già ampie misure di trasparenza. Ad aprile, Transparency International si era espressa contro la creazione di una commissione d’inchiesta in una lettera aperta.
"Questi attacchi coordinati da parte del Parlamento negli ultimi sei mesi hanno tre obiettivi molto chiari: screditare le Ong, distrarle obbligandole a rispondere a false narrazioni e, infine, scoraggiarne l’attività. Lo vedremo nei prossimi negoziati sul bilancio", ha aggiunto Aiossa.
Ha infine accusato una ristretta cerchia di eurodeputati di destra di aver fatto trapelare alla stampa documenti riservati, annunciando un’azione legale.
"Una manciata di eurodeputati ha avuto accesso a documenti confidenziali che ha usato per fornire informazioni ai giornalisti nell’ambito di una campagna diffamatoria contro le Ong. Esistono regole chiare su come vanno gestiti questi documenti riservati, ma non c’è alcuna responsabilità in Aula rispetto a queste fughe di notizie. Per questo presenterò un reclamo formale sia alla Commissione che al Presidente del Parlamento".
Come le Ong ricevono i finanziamenti dalla Commissione europea
Al centro delle ultime rivelazioni sui finanziamenti Ue alle Ong ambientali ci sono le sovvenzioni operative del programma Life. Si tratta di un budget da 5,4 miliardi di euro (2021-2027), destinato a finanziare progetti su innovazione verde, economia circolare, efficienza energetica, conservazione della natura e riduzione dell’inquinamento. Circa 15,6 milioni di euro vengono assegnati ogni anno a Ong ambientali tramite sovvenzioni operative; ogni singola organizzazione può ricevere fino a 700mila euro annui.
Le sovvenzioni sono assegnate tramite bandi aperti con criteri di ammissibilità definiti. Le Ong non sono valutate direttamente dalla Commissione ma da agenzie esecutive, come Cinea (Agenzia europea per il clima, le infrastrutture e l’ambiente).
L’attività di advocacy tramite lobbying è consentita, ma non è richiesta né indirizzata nell’ambito delle sovvenzioni.
Ogni contratto include una clausola di esclusione di responsabilità: "le opinioni e i pareri espressi" dalle Ong "non riflettono necessariamente quelli dell’Unione europea". Le condizioni sono pubbliche e le Ong non devono necessariamente allineare i propri obiettivi a quelli della Commissione per poter ricevere i fondi.
In breve: le Ong mantengono piena autonomia nell’uso dei fondi, nel rispetto delle norme legali e contrattuali. Sono soggette a obblighi di trasparenza, devono sostenere i valori dell’Ue e sono regolarmente sottoposte a controlli. Se non riescono ad attuare i programmi per cui sono state finanziate, i fondi possono essere ritirati.
Sebbene gran parte della sorveglianza si basi su meccanismi di autodenuncia – uno dei principali limiti del sistema – la Commissione ha potenziato i controlli basati sul rischio, in linea con le raccomandazioni della Corte dei conti europea.
Nell’aprile 2025, i revisori dell’Ue hanno definito “opaco” il sistema di finanziamento della Commissione e hanno avvertito dei potenziali rischi reputazionali. Tuttavia, un’indagine durata un anno non ha riscontrato prove di illeciti da parte delle Ong o dei funzionari dell’esecutivo europeo.
Come conseguenza, la Commissione ha recentemente adottato nuove linee guida per impedire che i fondi europei vengano utilizzati per attività di lobbying diretto verso le istituzioni.
Gerardo Fortuna ha contribuito a questa storia.