In un'intervista a Euronews, il candidato alle presidenziali rumene ha dichiarato di seguire le orme di Viktor Orbán
George Simion, il controverso candidato di estrema destra alle elezioni presidenziali in Romania, ha elogiato il premier ungherese Viktor Orbán e definito il partito degli ungheresi di Romania un “partner politico serio”, durante un’intervista esclusiva rilasciata a Euronews Romania.
La dichiarazione arriva all’indomani del primo turno delle presidenziali, in cui Simion, 38 anni, ha ottenuto il 40,5 per cento dei voti, posizionandosi in testa. Il voto è stato una ripetizione forzata delle elezioni dello scorso dicembre, annullate dalla Corte Costituzionale per presunte interferenze straniere e per l’esclusione del popolare Calin Georgescu.
Nonostante il suo tono conciliante nei confronti della minoranza ungherese in Transilvania, l'Alleanza democratica degli ungheresi in Romania (RMDSZ) ha prontamente respinto l’apertura di Simion, lanciando un appello pubblico a fermarlo al ballottaggio. La tensione politica ed etnica torna quindi al centro del dibattito in vista del secondo turno decisivo.
Simion: “Orbán ha difeso famiglia, cristianità e identità. Voglio seguirne i passi”
Intervistato dalla corrispondente di Euronews a Bucarest, Andra Dionescu, Simion ha risposto a una domanda sulla sua posizione nei confronti della comunità ungherese, che lo ha fortemente respinto alle urne: “La comunità ungherese aveva il suo candidato. Quindi non hanno votato contro di me, hanno votato per lui”. Il giornalista gli ha però ricordato che non ha vinto in nessuna delle zone a maggioranza ungherese.
Simion ha ribadito che il partito Rmdsz (Unione democratica magiara di Romania, partito politico etnico che rappresenta la minoranza ungherese in Romania) è “l’unico partito serio tra quelli al governo a Bucarest” e ha elogiato esplicitamente il primo ministro ungherese Viktor Orbán.
“Vorrei seguire i suoi passi per quanto riguarda la difesa delle famiglie, della popolazione e della cristianità nelle istituzioni europee. Certo, ci sono delle linee rosse, ma lo considero un modello”, ha dichiarato Simion.
Simion ha anche voluto precisare di non essere né euroscettico né filo-russo, bensì un “euro-realista che combatte la propaganda russa”, sostenendo l’adesione della Romania all’Unione europea e alla Nato, pur criticando quella che definisce una “eccessiva centralizzazione del potere europeo”.
Il partito ungherese in Romania smentisce Simion
Le dichiarazioni del leader di estrema destra non sono piaciute all’Rmdsz, che ha reagito con fermezza. Il presidente Hunor Kelemen ha smentito che il partito abbia avuto un proprio candidato nel primo turno, sottolineando che gli ungheresi hanno votato compattamente contro Simion: “Abbiamo capito il pericolo, sappiamo cosa c’è in gioco. Se Simion diventa presidente, le nostre scuole, i nostri diritti linguistici e culturali saranno messi a rischio”.
Il partito ha dichiarato il proprio sostegno a Crin Antonescu, candidato del governo, e ha invitato esplicitamente gli ungheresi della Transilvania a bloccare l’ascesa del candidato nazionalista. In vista del ballottaggio, è stato rivolto un appello anche al voto per il sindaco di Bucarest, Nicușor Dan, considerato un’alternativa più moderata.
Verso un ballottaggio ad alta tensione
Il ballottaggio delle presidenziali rumene si preannuncia teso e polarizzante, con il tema delle minoranze, della sovranità nazionale e del modello europeo al centro del dibattito. George Simion si presenta come l’alfiere di una Romania conservatrice, nazionale e cristiana, mentre i suoi avversari lo accusano di fomentare divisioni etniche e di adottare una retorica anti-minoritaria per consolidare il consenso.