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Von der Leyen agli scienziati minacciati da Trump: "Venite in Europa"

Ursula von der Leyen alla Sorbona
Ursula von der Leyen alla Sorbona Diritti d'autore  European Union, 2025.
Diritti d'autore European Union, 2025.
Di Jorge Liboreiro
Pubblicato il
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La presidente della Commissione Ue lancia l'iniziativa “Choose Europe” per attirare ricercatori statunitensi. Macron: “In gioco c’è il progresso dell’umanità”

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Ursula von der Leyen ha invitato gli scienziati statunitensi penalizzati dalle politiche di Donald Trump a trasferirsi nell’Unione europea, promettendo maggiori incentivi finanziari, contratti più lunghi, meno burocrazia e una garanzia legale per la loro libertà di ricerca.

“Oggi più che mai dobbiamo difendere la scienza. Una scienza che è universale, condivisa da tutta l’umanità e che unisce, non divide”, ha dichiarato lunedì la presidente della Commissione europea, durante un discorso all’Università La Sorbona di Parigi. “Possiamo essere tutti d’accordo sul fatto che la scienza non ha passaporto, non ha genere, etnia o partito politico”.

Von der Leyen ha sottolineato come la diversità sia una risorsa cruciale per il progresso scientifico: “è uno dei beni globali più preziosi, e deve essere protetto”.

La precisazione della Commissione: l’intervento di von der Leyen “non riguardava la gestione della scienza in altri Paesi”

Sebbene non abbia mai nominato direttamente Trump, le sue parole hanno lasciato pochi dubbi sul bersaglio del discorso. Il suo portavoce ha successivamente precisato che l’intervento “non riguardava la gestione della scienza in altri Paesi”, ma i continui riferimenti alla necessità di difendere una ricerca “libera e aperta” sono apparsi come un chiaro contrappunto alle recenti politiche statunitensi.

Da quando è tornato alla Casa Bianca, Trump ha avviato tagli al bilancio federale per la ricerca, mettendo in difficoltà agenzie scientifiche, istituti e centri medici. Settori cruciali come l'ambiente e la lotta al cambiamento climatico, il cancro, l’Alzheimer e la prevenzione dell’Hiv hanno già subito pesanti riduzioni dei fondi.

In una nuova proposta al Congresso, il presidente Usa ha chiesto di tagliare del 37 per cento il budget dei National Institutes of Health (Nih) e di oltre il 50 per cento quello della National Science Foundation (Nsf). L’obiettivo, secondo la Casa Bianca, è “riorientare gli investimenti” verso aree considerate prioritarie come l’intelligenza artificiale, l’energia nucleare e quantistica, e porre fine alla “scienza carovita”.

Le misure hanno generato forte opposizione politica e acceso allarmi tra gli esperti. Uno studio della American University ha stimato che un taglio del 25 per cento alla spesa pubblica in Ricerca e Sviluppo comporterebbe una contrazione del Pil “paragonabile a quella della Grande Recessione”.

Parallelamente, Trump ha lanciato una campagna contro le università d’élite, minacciando di ridurre i finanziamenti federali ai programmi di diversità e di modificare i loro regimi fiscali.

“Purtroppo, il ruolo della scienza è oggi messo in discussione”, ha detto Von der Leyen a Parigi. “Mettere in dubbio l’investimento nella ricerca fondamentale, libera e aperta è un errore di calcolo gigantesco”.

"Choose Europe for science!"

La presidente della Commissione ha presentato un nuovo programma europeo denominato "Choose Europe", pensato per attirare scienziati e ricercatori dagli Stati Uniti e da altri Paesi.

Tra le misure annunciate figurano: riduzione della burocrazia, facilitazione dell’accesso al capitale di rischio, contratti a lungo termine, indennità più elevate, una “super borsa di studio” della durata di sette anni, un supplemento finanziario per chi decide di trasferirsi.

Inoltre, la libertà di ricerca sarà sancita per legge.

Il piano si baserà su programmi già esistenti, in particolare Horizon Europe da 93 miliardi di euro, e prevede una dotazione aggiuntiva di 500 milioni di euro per il periodo 2025-2027.

“La nostra priorità è garantire che la scienza in Europa resti aperta e libera. Questo è il nostro biglietto da visita”, ha concluso Von der Leyen. “Dobbiamo fare tutto il possibile per sostenerla, ora più che mai”.

A rafforzare il messaggio europeo è intervenuto anche il presidente francese Emmanuel Macron, che ha parlato subito dopo Von der Leyen, adottando toni più espliciti nella sua critica a Trump.

“Nessuno avrebbe potuto immaginare, pochi anni fa, che una delle più grandi democrazie del mondo avrebbe abolito programmi di ricerca solo perché contenevano la parola ‘diversità’”, ha detto Macron. “Che questo stesso Paese, la cui economia si basa sull’innovazione e sulla scienza libera, potesse commettere un errore simile. Eppure eccoci qui”.

Macron ha denunciato ogni “diktat” che imponga agli scienziati cosa possono o non possono studiare, citando in particolare la salute delle donne e il cambiamento climatico tra i settori presi di mira dall’amministrazione Trump.

“Anche le vite sono a rischio”, ha concluso. “È il progresso della nostra umanità a essere messo in discussione. È un imperativo morale e umano”.

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