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Conclave: all'elezione del Papa 133 cardinali invece di 135, quali sono i pronostici dei porporati

Cardinali assistono alla messa presieduta dal cardinale Pietro Parolin in piazza San Pietro, in Vaticano, nel secondo giorno dei novendiali per Papa Francesco, 27 aprile 2025
Cardinali assistono alla messa presieduta dal cardinale Pietro Parolin in piazza San Pietro, in Vaticano, nel secondo giorno dei novendiali per Papa Francesco, 27 aprile 2025 Diritti d'autore  Copyright 2025 The Associated Press. All rights reserved
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Di Michela Morsa
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Il direttore della Sala stampa vaticana ha confermato che due cardinali elettori non riusciranno a partecipare per motivi di salute. Intanto si mettono a punto gli ultimi dettagli prima dell'inizio, il 7 maggio alle 16:30

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Al Conclave che inizierà il 7 maggio parteciperanno meno cardinali del previsto. Martedì il direttore della Sala stampa vaticana Matteo Bruni ha confermato una voce che era circolata nei giorni scorsi sui media: a entrare nella Cappella Sistina per eleggere il Papa saranno 133 cardinali e non 135, dopo il forfait di due porporati per motivi di salute.

Bruni non ha fatto nomi, ma uno è il cardinale di Valencia Antonio Canizares Llovera, mentre non c'è certezza per il secondo visto che il cardinale Vinko Puljic, in un primo momento dato come assente, ha poi avuto il via libera dei medici. 

Il quorum per l'elezione del nuovo Papa scende quindi dai 90 voti previsti a 89, cioè "almeno la maggioranza dei due terzi". 

Quasi tutti i cardinali sono già a Roma e stanno partecipando alle congregazioni generali del Collegio dei cardinali, mentre i pochi ancora assenti arriveranno nei prossimi giorni. La Cappella Sistina è già stata chiusa al pubblico e attrezzata per ospitare le elezioni. Soprattutto, sono state posizionate al suo interno le stufe.

Il 5 maggio alle 17:30 tutti gli officiali e addetti al Conclave, ecclesiastici e laici, dovranno prestare giuramento nella Cappella Paolina, nel Palazzo apostolico vaticano.

Il passo successivo è la messa "Pro eligendo Pontefice", che sarà celebrata mercoledì 7 maggio alle 10 nella Basilica di San Pietro dal cardinale decano Giovanni Battista Re. Infine, alle 16:30, i cardinali elettori prenderanno posto nella Cappella Sistina e presteranno giuramento.

Il Monsignor Diego Ravelli, Maestro delle celebrazioni liturgiche, pronuncerà l'"extra omnes" ("tutti fuori") per chiedere a tutti i presenti tranne i cardinali elettori di lasciare la Cappella Sistina e il cardinale indiano George Jacob Koovakad avrà il compito - In quanto ultimo dell'ordine dei diaconi - di chiudere la porta per dare il via alla prima votazione.

I pronostici dei cardinali

Intanto sui media e sui social media impazzano i pronostici sulla durata del Conclave e soprattutto su chi sarà il prossimo Papa, tra liste di papabili, aneddoti sulle elezioni precedenti e analisi e retroscena sulle spinte conservatrici e progressiste all'interno della Chiesa.

Non manca il parere dei diretti interessati: alcuni cardinali si sono sbilanciati con i giornali italiani a margine delle congregazioni generali, avanzando qualche ipotesi.

"Il conclave durerà due o tre giorni", dice il cardinale di Baghdad Louis Raphaël Sako, sottolineando il clima di "armonia" che c'è tra i porporati ed esprimendo la speranza di poter eleggere un Papa in continuità con "Francesco". "Ho un'idea molto chiara ma non la posso dire", dice.

Sono d'accordo il cardinale francese Jean-Paul Vesco, arcivescovo di Algeri, e il cardinale salvadoregno Gregorio Rosa Chavez, che pronostica un Conclave di massimo tre giorni, ma che potrebbe prospettare sorprese. "La mia lista dei papabili è molto chiara, è di cinque nomi - dice Chavez, che però non parteciperà all'elezione -. Penso che anche gli altri la abbiano, ma per ora di nomi non ne sono stati fatti. Tutte le porte sono aperte. C'è un clima calmo, stiamo riflettendo e discernendo".

A La Repubblica Vesco parla di "un'intuizione" che aveva già prima di arrivare a Roma. "Ho l'impressione che i candidati emergeranno con evidenza. Tra i cardinali ci sono differenze di sensibilità ma non campi contrapposti", dice il porporato francese. In merito a chi saranno questi candidati emergenti, Vesco sottolinea di "rendersi conto che non avremo un Francesco".

"Ho l'impressione che avremo un uomo del consenso. Francesco ha scosso molto la Chiesa e ora l'istituzione ha bisogno di pace. Ma il popolo di Dio ha bisogno di andare avanti. Colui che sarà eletto dovrà conciliare il bisogno di unità e guidare un popolo di Dio che vuole procedere nella direzione di Francesco".

Di parere completamente opposto è il cardinale Lars Anders Arborelius, che prospetta un Conclave lungo, "perché non ci conosciamo". Al suo primo Conclave e indicato come papabile, in un'intervista a Catholic news il porporato svedese ha criticato la "categorizzazione politica" della Chiesa e ha giudicato "fastidiose" le indiscrezioni sulla possibilità che sia eletto papa.

Anche il cardinale Angelo Bagnasco, ex presidente della Cei e fuori età massima per partecipare al Conclave, guarda con favore a un allungamento dei tempi. "Credo sia stato saggio prendere ancora qualche giorno prima di cominciare il Conclave. I confratelli sono tanti, e molti non si conoscono tra loro", dice in un'intervista al Corriere della Sera.

Quanto alla possibilità che si instauri una sorta di restaurazione Bagnasco risponde che "è il contrario". "Credo che l'eredità di papa Francesco vada conservata e valorizzata guardando ai duemila anni di storia cristiana. Non si tratta di restaurare ma di continuare a costruire il grande edificio della Chiesa".

C'è chi infine si sbilancia meno, commentando solo la possibile nazionalità del nuovo pontefice. "Può venire da qualunque parte del mondo. Di solito gli italiani hanno il vantaggio di essere meno condizionati dalle loro origini. Sono più universalisti", osserva con il Corriere della Sera il cardinale Camillo Ruini, 94 anni.

"Il nuovo Papa sarà un uomo Santo e saggio. Dio sa già chi sarà e la sua nazionalità", dice il cardinale austriaco Christoph Schonborn, mentre il cardinale cileno Fernando Natalio Chomali' Garib sottolinea che il criterio di scelta non seguirà la logica della provenienza geografica, che "non è importante, [perché] la Chiesa è universale".

Come funziona il Conclave

A scegliere il nuovo Papa sono solo i "cardinali elettori", ossia quelli di età inferiore agli 80 anni. Durante il Conclave non possono avere contatti con il mondo esterno e vivono a Casa Santa Marta.

Ai cardinali non è proprio consentito lasciare il Conclave, tranne in rari casi, per impedire che il processo elettorale si protragga e che venga compromesso dall’esterno.  

Il primo giorno del Conclave i cardinali effettuano una sola votazione. Se nessun candidato raggiunge la maggioranza di due terzi al primo scrutinio i cardinali si ritirano nelle loro stanze private e tornano nella Cappella Sistina la mattina seguente.

Dal secondo giorno si possono effettuare fino a due votazioni ogni mattina e due ogni pomeriggio. Dopo la 33esima o 34esima votazione si passa obbligatoriamente al ballottaggio fra i due cardinali che hanno ricevuto il maggior numero di voti nell'ultimo scrutinio. Anche in questo caso, però, sarà sempre necessaria una maggioranza dei due terzi. I due Cardinali rimasti in lizza, inoltre, non potranno partecipare attivamente al voto.

I cardinali votano in modo segreto, scrivendo il nome del prescelto su una scheda. Dopo ogni voto le schede elettorali vengono bruciate in una stufa, insieme a un additivo che produce un colore, e il fumo viene rilasciato attraverso un camino che può essere visto da Piazza San Pietro, dove si radunano fedeli e curiosi.

Se una votazione si conclude senza una maggioranza di due terzi, il fumo che fuoriesce è nero, grazie a una cartuccia contenente perclorato di potassio, antracene e zolfo. Quando si raggiunge una decisione, una cartuccia contenente clorato di potassio, lattosio e cloroformio produce un fumo bianco, segnale inconfondibile che il Papa è stato eletto.

La fumata bianca è seguita dall'annuncio "Habemus papam".

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