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Come il peso della Cina influenzerà il prossimo Papa dopo le aperture di Francesco all'Asia

Pope Francis meets a group of faithful from China at the end of his weekly general audience in St. Peter's Square, at the Vatican, Wednesday, April 18, 2018. (AP Photo/Gregori
Pope Francis meets a group of faithful from China at the end of his weekly general audience in St. Peter's Square, at the Vatican, Wednesday, April 18, 2018. (AP Photo/Gregori Diritti d'autore  Gregorio Borgia/Copyright 2018 The AP. All rights reserved.
Diritti d'autore Gregorio Borgia/Copyright 2018 The AP. All rights reserved.
Di Sergio Cantone
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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L'intensa attività pastorale e diplomatica di Papa Bergoglio per costruire un ponte con l'Asia è rimasta incompiuta. Molti cardinali elettori sono extra-europei, numerosi gli asiatici. Come la tradizione gesuita ha influenzato questo nuovo passaggio a Oriente della Chiesa

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Le salma di Papa Francesco verrà tumulata questo sabato nella Basilica romana di Santa Maria Maggiore.

A quel punto, le spoglie mortali di Jorge-Mario Bergoglio riposeranno sotto la protezione di un’immagine mariana con un alto valore spirituale per il cattolicesimo e di grande forza simbolica per i Gesuiti e per i rapporti -anche politici- tra Chiesa Cattolica e Asia.

L'icona della Vergine della Basilica di Santa Maria Maggiore e l'Asia

Si tratta dell’icona bizantina della Vergine Salus Populi Romani, la salvatrice del popolo romano, prima rappresentazione di Maria ufficialmente autorizzata, con bolla pontificale, a essere diffusa e riprodotta.

L’icona della Vergine della Basilica di Santa Maria Maggiore è anche un simbolo dei tentativi cattolici di evangelizzare l’Asia. Divenne infatti l’emblema dell’epopea dei grandi viaggi dei Gesuiti in Estremo Oriente. Fino in Cina.

Nel 1602 Padre Matteo Ricci, missionario e sinologo gesuita donò una copia dell’icona all’Imperatore della Cina.

La ricerca di un passaggio a oriente per l’evangelizzazione ha rappresentato uno dei grandi assi del pontificato di Bergoglio. Ne è addirittura la sostanza politica, secondo molti osservatori.

Un Conclave decentralizzato: per la prima volta i cardinali europei non sono la maggioranza

L’Asia ha ricevuto un occhio di riguardo nella redistribuzione, “rivoluzionaria” secondo molti settori ecclesiastici, dei Cardinali che avranno un voto nel conclave, rompendo così una consuetudine eurocentrica che assegnava una maggioranza schiacciante ai porporati del Vecchio Continente, ha spiegato Padre Gianni Criveller teologo, missionario per decenni nel mondo cinese e direttore del quotidiano digitale Asia News. 

“Per quanto sorprendente, città come Parigi, Milano, e paesi come Austria e Irlanda non avranno un cardinale nel conclave. Avremo invece cardinali che vengono dalla Mongolia, dove i cattolici sono solo un migliaio, dal Myanmar e un altro dalla Thailandia, paesi a grande maggioranza buddista”, ha detto Criveller.

Per la prima volta l’Asia sarà rappresentata da 23 cardinali elettori su 135. La Cina ne avrà uno, il Vescovo di Hong Kong Stephen Chow Sau-Yan.

Fedeli cattolici siedono davanti a un'icona della Vergine Maria nella Basilica di Santa Maria Maggiore, martedì 25 febbraio 2025. (Foto AP/Bernat Armangue)
Fedeli cattolici siedono davanti a un'icona della Vergine Maria nella Basilica di Santa Maria Maggiore, martedì 25 febbraio 2025. (Foto AP/Bernat Armangue) Bernat Armangue/Copyright 2025 The AP. All rights reserved

La proporzione degli elettori asiatici è grande rispetto alla diffusione del cattolicesimo in quella regione. Unica eccezione, le Filippine, paese profondamente cattolico, con una religiosità ereditata dai colonizzatori Spagnoli.  

Senza Asia e la Cina la Chiesa rischia la marginalizzazione

Su quasi un miliardo e mezzo di cattolici nel mondo l’Asia incide per un dieci per cento, tuttavia, in Asia rappresentano poco più del tre per cento. Ciononostante, l’Asia è ormai un caso di sviluppo umano ed economico affermato e la politica vaticana non può fingere che non esista.

In considerazione del ruolo storico conquistato dell’Asia, pensava la diplomazia papale di Bergoglio, essere presenti in quelle aree non più remote sarà ben presto essenziale quanto il tradizionale radicamento in Europa, nelle Americhe e in Africa.

Una delle ragioni per cui l’Asia è rilevante anche per il Vaticano ai tempi di Bergoglio sono le tecnologie.

Francesco fu infatti il primo pontefice a intervenire a un vertice dei ministri dell’economia del G7. Accadde in Puglia nel Giugno del 2024 e fu per parlare di intelligenza artificiale.   

Il Vangelo, un passaporto per il mondo

Lo scopo finale della rivoluzione geografica del collegio dei cardinali elettori “è la diffusione del Vangelo. Non è proselitismo, ma semplicemente trasmissione della conoscenza evangelica ad altre culture, esattamente come facevano i gesuiti nel XVII secolo” ha affermato Padre Criveller.

Una missione pastorale che cerca di sottrarre la Chiesa al passato coloniale dell’Occidente: portare il mondo a Roma, e non viceversa, sicuramente aiutato dalla sua provenienza Sudamericana.

L’aspetto evangelico non è tutto. Secondo la professoressa Silvia Menegazzi, fondatrice del Centro Studi sulla Cina Contemporanea: “Papa Francesco aveva una visione delle relazioni tra stati molto precisa. Una visione che sicuramente è stata sempre molto più in linea con quella di Paesi che potremmo definire non occidentali, che potremmo definire del Sud Globale”. I cosiddetti BRICS, quindi anche la Cina.  

Il cardinale Luis Antonio Tagle, a sinistra, e il cardinale Ricardo Vidal, delle Filippine, arrivano per un incontro in Vaticano, mercoledì 6 marzo 2013.
Il cardinale Luis Antonio Tagle, a sinistra, e il cardinale Ricardo Vidal, delle Filippine, arrivano per un incontro in Vaticano, mercoledì 6 marzo 2013. Alessandra Tarantino/AP

Il Pontefice argentino ha compiuto viaggi pastorali in Medioriente, Corea del Sud, Filippine, Myanmar,  Sri Lanka, Pakistan, Thailandia, Giappone, Kazakistan, Mongolia, Indonesia, Timor Est e Singapore. Nonostante gli sforzi politici, non è riuscito a visitare i due giganti asiatici India e Cina.

Vaticano e Pechino non hanno rapporti diplomatici. La Santa sede riconosce infatti Taiwan come Repubblica di Cina. E questa è una delle ragioni per il mancato viaggio pastorale di Papa Francesco sulle orme dei suoi predecessori gesuiti.

Pechino comunque ha espresso cordoglio per la morte di Francesco, e sta valutando se inviare una delegazione di "alto livello governativo".

L'avvicinamento della Chiesa cattolica a Pechino

Ciononostante, la diplomazia Pontificia ha ottenuto un grande successo politico con Pechino nel 2018, la possibilità di approvare la nomina dei Vescovi cattolici cinesi da parte del regime comunista. Fino ad allora, le autorità cinesi nominavano unilateralmente i vescovi locali, togliendo grande credibilità alla Chiesa Cattolica nel mondo cinese. Dal 2018, il regime nomina il Vescovo, ma il Vaticano ne approva la nomina.

“Questo accordo è sicuramento un esercizio di real politik vaticana, infatti come contropartita il Papa non ha potuto visitare i cattolici di Hong Kong, Macao e soprattutto di Taiwan” dice Padre Criveller, aggiungendo: “Né, Francesco, è mai intervenuto nei dettagli sulle questioni dei diritti umani e religiosi in Cina e sulla questione dei musulmani Uiguri e dei buddisti Tibetani o le minacce militari contro Taiwan”.

Parafrasando si potrebbe dire che Pechino val bene una messa. “Mentre il Papa ha spesso fatto grandi dichiarazioni di stima e di amore nei confronti del popolo e della cultura cinesi” ha concluso Gianni Criveller.

Secondo le cifre ufficiali, fornite dal regime, i cattolici in Cina sono circa dieci milioni. Ma fonti cattoliche affermano che si tratta solo di fedeli appartenenti alle strutture religiose ufficiali. Ci sono anche organizzazioni cattoliche non ufficiali, invise alle autorità, che non riconoscono ben trenta vescovi su cento, accettati invece dal Vaticano. 

“Rispetto ai predecessori, con Francesco, le relazioni tra Cina e Vaticano sono migliorate. Ma non come il Vaticano si aspettava. La Cina resta per tradizione antica (e non solo comunista) il paese più ateo del mondo” ha detto Menegazzi che ha concluso dicendo: “vedremo come il successore  imposterà la sua politica asiatica. Certamente  il rapporto con la Cina era essenzialmente legato alla persona Francesco. Quindi occorrerà valutare più come il nuovo Pontefice guarderà alla Cina, che viceversa”. 

Sebbene la composizione del conclave sia in parte legata agli orientamenti politici e religiosi del defunto Jorge Mario Bergoglio, non è chiaro quanto le condizioni politiche del mondo e dell’Europa permetteranno al successore di portare a termine la ricerca di un passaggio a oriente iniziata da Francesco.    

“Certamente il pontefice defunto dava una grande importanza alla politica e alle relazioni internazionali. Solo in questo senso, come lui, in epoca contemporanea, abbiamo avuto solo Giovanni Paolo II”, ha affermato Padre Criveller.  

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