La nuova coalizione tedesca propone di sostituire il limite di ore giornaliere con un tetto settimanale da 40 ore e apre alla settimana di 4 giorni. Sindacati avvertono sui rischi per salute e sicurezza
Il contratto di coalizione 2025, mal digerito sia dall’Spd sia dai Cristiani Democratici (Cdu/Csu), introduce una rivoluzione nell’orario di lavoro: al posto del vincolo di 8 ore al giorno (10 in casi eccezionali), si prevede un tetto massimo di 40 ore settimanali, liberamente distribuite su 4 o 5 giorni.
Settimana corta, come funziona la proposta
In base al nuovo modello, un lavoratore potrebbe concentrarsi in quattro giornate di 10 ore ciascuna, godendo di un weekend esteso a tre giorni. Il “passaggio al tetto settimanale” sarebbe opzionale e necessita di dettagli operativi: orari flessibili, recuperi e pause obbligatorie dovranno essere regolamentati per evitare abusi.
Salute e sicurezza a rischio
Senza garanzie chiare, la compressione dell’orario può tradursi in affaticamento, burnout e riduzione della concentrazione, soprattutto in settori critici come sanità, edilizia e trasporti. Orari prolungati e turni irregolari disturbano il sonno e aumentano il rischio di errori e incidenti sul lavoro.
Sindacati e imprese a confronto
Frank Werneke, presidente dei Verdi, boccia le novità: "I dipendenti dei servizi, già sotto pressione e privi di reale partecipazione, rischiano peggioramenti". Sul fronte opposto, Alexander von Preen dell’HDE (commercio al dettaglio) ritiene che aziende e lavoratori chiedano più flessibilità per conciliare vita privata e professionale.
Confronto con la normativa Ue
Se approvata, la riforma allineerebbe la Germania al modello Ue, dove il limite è settimanale (48 ore includendo straordinari) anziché giornaliero. In altri Stati membri, la regolazione sulle ore settimanali favorisce orari più elastici, ma richiede rigorosi controlli per non compromettere benessere e sicurezza dei lavoratori.