Alla fine del 2024 la Procura europea aveva all'attivo più di duemila indagini sulle frodi, con danni totali stimati a 24,8 miliardi di euro. Le frodi in materia di Iva continuano a rappresentare la preoccupazione più significativa
Alla fine del 2024 la Procura europea (Eppo) aveva 2.666 indagini attive relative a reati di frode, con un aumento del 38 per cento rispetto all'anno precedente.
Ciò ha comportato un danno per il bilancio dell'Ue stimato in 24,8 miliardi di euro, il 22,5 per cento in più rispetto al 2023, secondo l'ultima relazione annuale dell'Eppo.
L'Eppo indaga e persegue i reati che ledono gli interessi finanziari dell'Ue, come l'uso improprio di fondi, il riciclaggio di denaro, le frodi sull'Iva e la corruzione.
Le frodi in materia di Iva rimangono il problema più significativo, perché riguardano il 18 per cento delle indagini attive ma rappresentano oltre il 53 per cento dei danni totali stimati.
La Germania (179) e l'Italia (149) hanno registrato il maggior numero di indagini attive sulle frodi sull'Iva tra i 22 Paesi dell'Ue analizzati, con un danno totale stimato rispettivamente di 3,89 e 4,65 miliardi di euro.
"Le frodi nell'Ue sono diventate molto attraenti per criminali molto pericolosi, in parte a causa di una risposta giudiziaria storicamente disomogenea in questo campo", spiega il procuratore capo europeo, Laura Codruța Kövesi.
Nel novembre 2024 l'Eppo ha condotto una vasta indagine, denominata in codice "Moby Dick", nelle città italiane di Milano e Palermo. L'operazione ha portato le autorità a bloccare 129 conti bancari e a sequestrare 192 proprietà immobiliari, oltre a 44 auto e barche di lusso.
Gli indagati avevano costituito società in Italia e in altri Stati membri dell'Ue, nonché in Paesi extracomunitari, per commerciare attraverso una catena fraudolenta di commercianti fantasma, che si dileguavano senza adempiere ai loro obblighi fiscali.
Altre società della catena fraudolenta avrebbero poi chiesto il rimborso dell'Iva alle autorità fiscali nazionali.
Chi ha denunciato questi reati all'Eppo
Lo scorso anno l'Eppo ha elaborato 6.547 segnalazioni, con un aumento del 56 per cento rispetto al 2023. Oltre il 70 per cento delle segnalazioni proveniva da privati e quasi il 27 per cento dalle autorità nazionali.
Solo l'1,7 per cento proveniva da istituzioni, organi, uffici e agenzie dell'Ue.
"Non c'è stato ancora alcun miglioramento in termini di individuazione e segnalazione da parte loro, anche tre anni dopo l'inizio delle operazioni dell'Eppo", si legge nella relazione annuale della Procura europea.
Dal pacchetto di ripresa economica ai sospetti di frode
Alla fine del 2024 l'Eppo aveva 311 casi attivi relativi al NextGenerationEU, di cui 307 provenienti dalla Recovery and resilience facility (Rrf). Si tratta di circa il 17 per cento di tutte le indagini sulle frodi di spesa.
I metodi principali di frode relativi al Rrf includono la presentazione di informazioni false, incomplete o fuorvianti per assicurarsi illegalmente i fondi.
Le tattiche più comuni riguardano anche la falsificazione e la manipolazione di fatture e contratti, spesso accompagnate da dichiarazioni o documenti falsi volti a nascondere criteri squalificanti.
La corruzione di funzionari pubblici e la manipolazione delle gare d'appalto sono state inoltre determinanti per garantire l'assegnazione di contratti con prezzi gonfiati a determinate aziende.