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Tra le minacce di Trump e l'indipendenza, la Groenlandia si gioca il futuro alle elezioni di martedì

I ghiacci della Groenlandia
I ghiacci della Groenlandia Diritti d'autore  AP Photo
Diritti d'autore AP Photo
Di Euronews with AP & Marco Fazzini
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Tra le preoccupazioni per le interferenze di Trump e la spinta indipendentista, gli occhi sono insolitamente puntati sul voto nel territorio autonomo del Regno di Danimarca

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L'incertezza regna in Groenlandia, mentre l'isola più grande del mondo si prepara a un'elezione che martedì potrebbe definire il suo futuro e la sua sovranità.

Molti dei 57mila groenlandesi che vivono nel territorio semi-autonomo della Danimarca sono preoccupati e offesi dalle minacce di Donald Trump di prendere il controllo della loro patria ricca di terre rare e petrolio, anche con la forza, perché secondo lui gli Stati Uniti ne hanno bisogno “per la sicurezza nazionale”.

Tra le preoccupazioni per le interferenze straniere e le richieste che i groenlandesi controllino il proprio destino, il primo ministro dell'isola ha indetto elezioni parlamentari anticipate per l'11 marzo.

“Credo che non se ne parli nemmeno per lui [Trump]. È un Paese, non si può comprare. È gente vera. Se vogliono essere indipendenti e possono farlo, penso che dovrebbero essere autorizzati a farlo. Se vogliono rimanere parte del Regno di Danimarca, va comunque bene”, ha detto la groenlandese Celia Møller, 37 anni.

La Groenlandia è un territorio autonomo della Danimarca, da sempre alleato degli Stati Uniti che ha respinto le proposte di Trump. La Danimarca ha inoltre riconosciuto il diritto della Groenlandia all'indipendenza in un momento a sua scelta, se approvata tramite referendum

Gli Stati Uniti e le altre potenze mondiali ambiscono alla sua posizione strategica nell'Artico, alle preziose terre rare intrappolate sotto il ghiaccio e necessarie per le telecomunicazioni, ai miliardi di barili di petrolio che potrebbe essere estratto dai suoi giacimenti e al suo potenziale per i trasporti e le rotte commerciali, dato che i ghiacci continuano a ritirarsi a causa dei cambiamenti climatici.

Otto Svendsen, ricercatore associato presso il Centro per gli studi strategici e internazionali (Csis), ha affermato che il governo groenlandese deve eseguire una “danza delicata” tra la Danimarca e gli Stati Uniti. “Una cosa molto chiara è che i groenlandesi non sono interessati al semplice passaggio di proprietà dal governo danese a un nuovo modello di proprietà statunitense”, ha detto Svendsen, aggiungendo che un recente sondaggio mostra che l'85 per cento dei groenlandesi ha detto no a diventare parte degli Stati Uniti.

Un trattato con gli Stati Uniti e una base militare americana nell'isola danno a Washington voce in capitolo nella difesa del territorio.

Quali sono i principali partiti in corsa

La Groenlandia ha ottenuto l'autogoverno nel 1979 e ora si governa da sola attraverso il proprio parlamento e un primo ministro.

Il parlamento (Inatsisartut) conta 31 deputati che saranno scelti da sei partiti politici, due dei quali fanno parte della coalizione di governo composta dai partiti Inuit Ataqatigiit e Simiut.

Secondo recenti sondaggi, il partito Inuit Ataqatigiit, guidato dal primo ministro Mute Egede, potrebbe ottenere circa il 31 per cento e battere il partito Siumut di circa nove punti. Il partito, socialista di sinistra, è a favore di una Groenlandia economicamente e politicamente indipendente e si oppone all'estrazione di materiali radioattivi a causa dei rischi ambientali.

I socialdemocratici di Simiut hanno promesso un referendum sull'indipendenza dopo le elezioni, il che potrebbe aiutarli ad attirare più elettori. Guidato da Erik Jensen, il maggior partito della Groenlandia vuole ridurre la dipendenza economica dalla Danimarca nei prossimi 15 anni.

Il principale partito di opposizione è invece il Naleraq di Pele Broberg. L'ala sinistra del partito sta crescendo in popolarità grazie alla sua politica a favore dell'indipendenza e alla sua apparente disponibilità a collaborare con gli Stati Uniti. A loro favore potrebbe giocare la candidatura di Qupanuk Olsen, l'influencer più popolare della Groenlandia con oltre 500mila follower su TikTok e 300mila su Instagram.

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