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Spruds, ministro della Difesa lettone: "La spesa militare dell'Ue aumenti subito"

Il ministro della Difesa della Lettonia, Andris Spruds, a Ottawa il 7 marzo 2024
Il ministro della Difesa della Lettonia, Andris Spruds, a Ottawa il 7 marzo 2024 Diritti d'autore  Sean Kilpatrick/The Canadian Press via AP
Diritti d'autore Sean Kilpatrick/The Canadian Press via AP
Di Alice Tidey
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I leader dell'Ue stanno cercando di trovare soluzioni per incrementare i finanziamenti congiunti al settore della difesa. Si parla anche di Eurobond, ma come sempre su questo punto i governi sono divisi

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Il ministro della Difesa della Lettonia, Andris Spruds, ha dichiarato a Euronews di essere fiducioso sul fatto che l'Ue possa fungere da deterrente nei confronti della Russia, oggi e negli anni a venire. Ma ha avvertito che gli investimenti necessari per rafforzare la sicurezza devono essere fatti "subito". "La Russia è un Paese aggressivo, è una minaccia esistenziale per tutti noi e, ovviamente, gli investimenti devono arrivare immediatamente", ha spiegato il membro del governo di Riga a margine della Conferenza sulla sicurezza di Monaco.

"Sappiamo chi siamo, ma non può esserci spazio per l'autocompiacimento"

Alla domanda se l'Europa sia in grado di migliorare la propria difesa entro la fine del decennio (ovvero quando i servizi di intelligence hanno avvertito che la Russia potrebbe avere i mezzi per attaccare un alleato europeo della Nato), Spruds ha risposto con ottimismo: "Sì, credo di sì. Credo che l'importante sia essere pronti, in quanto un atto ostile da parte della Russia può arrivare in ogni momento, e noi dobbiamo essere preparati. Naturalmente, è un processo continuo. Detto ciò, non sottovalutiamo chi siamo. Né sottovalutiamo quello che abbiamo fatto. Ma, ovviamente, non può esserci spazio per l'autocompiacimento".

Il ministro ha quindi aggiunto che l'Unione europea deve sostenere l'industria della difesa e costruire proprie capacità militari.

I Paesi dell'Ue non sono ancora d'accordo sulle opzioni di finanziamento

I leader dell'Ue dovrebbero approvare delle misure volte a incrementare la spesa comune per la difesa in occasione di un vertice alla fine di giugno. Si tratta di un summit organizzato dopo la pubblicazione da parte della Commissione di un Libro bianco sulla difesa, previsto per il 19 marzo, in cui l'organismo esecutivo dell'Ue dovrebbe delineare le opzioni che ritiene più valide per aumentare i fonti e farlo il prima possibile. "Dobbiamo capire che investire nelle forze armate è assolutamente cruciale per tutti noi. E qui, purtroppo, vedo a volte delle diversità tra le nazioni europee", ha detto Spruds.

Da parte sua, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato venerdì a Monaco di Baviera che proporrà di attivare la clausola di salvaguardia prevista dalle norme fiscali del blocco per consentire agli Stati membri di aumentare "sostanzialmente" le spese per la difesa. Ma la misura richiede l'unanimità degli Stati membri per essere approvata.

Tra le ipotesi un allargamento del mandato della Bei

Tra le altre opzioni che l'Ue sta vagliando vi è l'ampliamento del mandato della Banca europea per gli Investimenti, per consentire maggiori operazioni nel settore della difesa e l'allentamento delle regole ambientali, sociali e di governance (ESG), in modo che anche le banche private possano versare più denaro al settore.

Alcuni Stati membri hanno anche chiesto l'emissione di Eurobond - ovvero obbligazioni sovrane comuni, come accaduto durante la pandemia per raccogliere fondi a sostegno delle economie colpite dal Covid - per finanziare progetti di difesa congiunti. Inoltre, è stato chiesto che i fondi dell'Ue siano utilizzati principalmente per acquistare da produttori europei. I Paesi baltici sono generalmente favorevoli alla prima proposta, ma reticenti sulla seconda.

Obiettivo: colmare il divario con gli Stati Uniti

Per Spruds, si può passare attraverso gli Eurobond per potenziare la difesa aerea, per la quale gli investimenti possono raggiungere i miliardi di euro. Ma anche per "cose più pratiche come le munizioni".

L'Ue non è riuscita a mantenere l'impegno di fornire un milione di munizioni all'Ucraina nell'anno che è terminato nel marzo 2024. Da allora le iniziative per la produzione di munizioni stanno andando nella giusta direzione, ritiene Spruds, e la Lettonia in particolare "si aspetta che ciò avvenga su una scala molto più ampia anche in futuro".

Ma i fondi dell'Unione dovrebbero anche colmare il divario con gli Stati Uniti e finanziare l'innovazione nella difesa, compreso lo sviluppo di droni, nel cui settore i Paesi europei possono ottenere un vantaggio grazie alle esperienze e al know-how raccolti dagli ucraini sul campo di battaglia, ha osservato ancora Spruds.

Difesa aerea, munizioni, droni

La Lettonia e il Regno Unito sono alla guida di una coalizione per i droni che riunisce 17 Paesi e donazioni per circa 2 miliardi di euro. Il gruppo fornisce dispositivi aerei senza pilota all'Ucraina, mentre il Paese baltico fornisce anche terreni di prova. "L'anno scorso abbiamo fatto grandi passi - ha aggiunto il ministro della Difesa della Lettonia - nella costruzione del nostro esercito di droni. Ma dobbiamo effettuare i passaggi successivi, che comprendono i droni terrestri e anche quelli marini".

"Quello che abbiamo sperimentato negli ultimi mesi, negli ultimi anni, evidenzia ancora una volta che le tecnologie possono essere molto utili, molto preziose e molto efficaci anche per aiutare a proteggere le infrastrutture critiche in luoghi dove a volte è difficile arrivare rapidamente", ha precisato Spruds, il cui Paese ospiterà un vertice sui droni il 28 maggio.

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