A più di sette mesi dalle elezioni parlamentari del giugno 2024, i colloqui politici hanno portato alla formazione di un governo di coalizione guidato dal fiammingo nazionalsita
Ci sono voluti 236 giorni di negoziati per formare un governo, ma da lunedì il Belgio ha un esecutivo federale a tutti gli effetti.
La coalizione di governo che ha giurato davanti a Re Filippo è guidata da un primo ministro fiammingo favorevole all'indipendenza, Bart De Wever. Per governare sarà sostenuto dal suo partito conservatore, l'N-Va, dai socialisti fiamminghi, dai liberali francofoni e dai cristiano-democratici di entrambe le comunità linguistiche.
Abituato alle grandi coalizioni, il Belgio è ora però fortemente orientato a destra, con l'intenzione dichiarata dal governo di segnare una rottura politica con i precedenti esecutivi.
“È chiaro che sia nella comunicazione politica che nel raggiungimento dell'accordo di governo c'è il desiderio di rompere con il passato, c'è certamente il desiderio e la dinamica di deregolamentare, di cercare di rompere con la regolamentazione pubblica in materia economica e sociale e in materia ambientale", spiega a Euronews Pascal Delwit, politologo dell'Université Libre de Bruxelles.
Il nuovo governo belga vuole indebolire la federazione
“E c'è questo desiderio, direi, di indebolire la federazione a vantaggio delle entità federate”, aggiunge Delwit. E questo è uno dei paradossi del nuovo primo ministro. Bart De Wever ha costruito la sua carriera politica contro il governo federale belga di cui ora è a capo.
"È una situazione piuttosto surreale - ammette Delwit - Abbiamo ciò che può sembrare molto strano dall'esterno, ma che per alcuni belgi non lo è: un politico che vuole sconfiggere la federazione a capo della federazione".
Durante il suo mandato Bart De Wever cercherà di trasferire più poteri dallo Stato federale alle entità federate. Il governo vorrebbe abolire il Senato. Per quanto riguarda il mercato del lavoro, l'accordo di coalizione prevede di dare alle regioni un maggiore margine di manovra nel gestire la disoccupazione.
In termini di diplomazia e commercio internazionale, la coalizione vuole che la rappresentanza delle entità federate sia più visibile.
L'annunciata diluizione del potere federale solleva un altro paradosso di questo governo, secondo Pascal Delwit. I due partiti francofoni del governo, i liberali di Mr e Les Engagés, sono piuttosto legati al federalismo. “Il presidente del partito Mr, Georges-Louis Bouchez, ha dichiarato: “Se dipendesse da me, rifederalizzerei tutte le competenze”.
Una svolta a destra dopo mesi di negoziati a Bruxelles
La svolta voluta dal nuovo governo si riflette nei principali punti dell'accordo di coalizione, orientati a destra.
“L'orientamento principale del programma, direi, è duplice. Uno è quello di perseguire una politica socio-economica di destra, e l'altro è quello di lanciare un messaggio sull'immigrazione, che è più o meno quello che molti governi in Europa stanno facendo oggi: chiudere alle migrazioni”, spiega Pascal Delwit.
Il governo belga vorrebbe ridurre la spesa pubblica per controllare il deficit statale, riformare il mercato del lavoro e armonizzare i vari regimi pensionistici tra il settore pubblico e quello privato.
L'agenda di Bart De Wever è piuttosto in linea con quella della maggioranza dei suoi omologhi europei, che il primo ministro belga ha incontrato poche ore dopo il giuramento in occasione di una riunione informale dei 27 capi di Stato e di governo dell'Ue.