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L'Ue alleggerisce le sanzioni su banche, energia e trasporti contro la Siria

La sospensione delle sanzioni ha lo scopo di aiutare la ricostruzione della Siria dopo la caduta di Assad
La sospensione delle sanzioni ha lo scopo di aiutare la ricostruzione della Siria dopo la caduta di Assad Diritti d'autore  Omar Sanadiki/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
Diritti d'autore Omar Sanadiki/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
Di Jorge Liboreiro & Maria Psara
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La sospensione delle sanzioni dell'UE sarà però temporanea e subordinata ai progressi compiuti dalle nuove autorità siriane

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L'Unione europea ha effettuato il primo passo per alleggerire le rigide sanzioni imposte alla Siria, dopo che i ministri degli Esteri hanno approvato lunedì una tabella di marcia per una sospensione temporanea. I primi settori a beneficiare della decisione saranno quelli bancario, dell'energia e dei trasporti, secondo quanto indicato a Euronews da diversi funzionari. Si tratta di comparti che sono considerati essenziali per accelerare la ricostruzione del Paese devastato da anni di guerra civile, rafforzare la stabilità e normalizzare le relazioni finanziarie con i Paesi europei, che restano i principali donatori internazionali per la Siria.

Un approccio graduale in attesa di verificare gli sviluppi politici in Siria

Si tratta in ogni caso di un "approccio graduale" che prevede l'allentamento solo di alcune sanzioni, assieme al mantenimento di altre, secondo quanto dichiarato l'Alto rappresentante della politica estera dell'Ue, Kaja Kallas: "In questo momento abbiamo assunto una decisione politica, una tabella di marcia. Se vedremo dei passi nella giusta direzione, saremo anche disposti ad alleggerire le altre sanzioni". La stessa Kallas ha parlato poi di "questioni tecniche" che devono essere risolte prima che la sospensione possa entrare in vigore. "Poiché c'è la volontà politica, spero che questi problemi vengano risolti nelle prossime settimane", ha dichiarato ai giornalisti.

Si tratta della decisione più importante assunta da Bruxelles da quando l'autocrazia di Bashar al-Assad è stata rovesciata, all'inizio di dicembre, dopo una rapida offensiva delle forze ribelli guidate dall'organizzazione Hayat Tahrir al-Sham (Hts). Il cui leader, Ahmad al-Sharaa, ha ripetutamente chiesto ai Paesi occidentali di revocare le sanzioni imposte in reazione all'intervento militare voluto da Assad, che è stato anche accusato di aver fatto uso di armi chimiche contro i civili. Le organizzazioni non governative umanitarie hanno appoggiato l'appello, sostenendo che si tratta di un passaggio indispensabile per aumentare il flusso di aiuti.

Il nuovo governo ha promesso una Costituzione e elezioni libere

Bruxelles ha promesso poi che l'alleggerimento delle sanzioni rimarrà legato a una serie di condizioni, come la protezione di tutte le minoranze religiose ed etniche e il rispetto dei diritti umani e delle donne. Le autorità siriane, da parte loro, hanno annunciato che un comitato di esperti, in rappresentanza delle varie realtà del Paese, comprese le donne, sarà incaricato di redigere una nuova Costituzione che garantisca l'inclusività nell'era post-Assad.

Al-Sharaa ha precisato però che potrebbero essere necessari fino a tre anni prima che la nuova Carta venga approvata, e fino a quattro prima che possano essere organizzate delle elezioni, poiché per farlo sarà necessario prima un censimento. "Vogliamo che la costituzione duri il più a lungo possibile", ha però precisato lo stesso nuovo leader siriano. Altri impegni includono lo scioglimento di tutte le forze ribelli, l'istituzione di un'economia di libero mercato e il superamento di un accordo militare a lungo termine con la Russia.

La ministra finlandese Valtonen: "Siamo fiduciosi, ma in Siria serve un processo decisionale inclusivo"

I Paesi dell'Ue hanno reagito nel complesso positivamente agli sviluppi, anche se ammettono che "il verdetto non può ancora essere pronunciato", anche perché l'applicazione concreta degli impegni assunti dall'Hts potrebbe essere deludente. Proprio per questo motivo, l'alleggerimento delle sanzioni è per ora temporaneo. L'accordo prevede un meccanismo di "snapback" per monitorare la situazione e riattivare le restrizioni qualora necessario: "Siamo molto fiduciosi ma, allo stesso tempo, vogliamo incoraggiare il nuovo governo, la leadership e l'amministrazione siriani a essere davvero inclusivi in tutto il processo decisionale e nella pianificazione del futuro", ha dichiarato la ministra degli Esteri finlandese Eliena Valtonen.

Il suo omologo francese, Jean-Noël Barrot, ha espresso considerazioni simili, affermando che la sospensione deve "essere accompagnata da una transizione politica che coinvolga tutti i siriani" e da "misure risolute" per impedire al cosiddetto Stato Islamico di ricostruire le proprie fila.

L'Hts resta per ora designato come organizzazione terroristica

L'accordo, i cui dettagli non sono stati resi pubblici, deve essere tradotto in atti legali prima di poter entrare in vigore. Una volta applicata, la sospensione dovrebbe produrre un cambiamento tangibile nelle relazioni commerciali e finanziarie, praticamente azzerate dopo lo scoppio della guerra civile. Rimarranno invece in vigore le sanzioni su armi, apparecchiature di sorveglianza, prodotti chimici e tecnologie a doppio uso, data la persistente instabilità all'interno del Paese e il rischio di una recrudescenza delle violenze e del terrorismo. "Siamo ancora preoccupati per la possibile radicalizzazione e per quello che potrebbe comportare", ha precisato Kallas.

Anche la lista nera di nomi ed entità legate al regime di Assad rimarrà inalterata. Anche la designazione dell'Hts come organizzazione terroristica è mantenuta, poiché deriva da una decisione delle Nazioni Unite che l'Unione europea ha recepito.

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