L'ex commissario europeo Reynders ha negato le accuse penali e ha dichiarato che i fondi al centro dell'indagine sono riconducibili al suo patrimonio privato
L'ex commissario europeo, Didier Reynders, ha formalmente negato le accuse di riciclaggio di denaro, mosse contro di lui in seguito all'inchiesta aperta dalla polizia belga.
Venerdì, l'emittente belga RTBF ha riferito che l'indagine su Reynders - già ministro delle Finanze e degli Esteri belga e più recentemente commissario europeo alla Giustizia - riguarda circa un milione di euro di fondi sospetti.
Parlando attraverso un avvocato, Reynders ha assicurato la massima collaborazione, in relazione all'indagine che lo vede coinvolto, e ha aggiunto che il caso riguarda "la gestione del suo patrimonio privato".
"Non sono in alcun modo in discussione i mandati politici ricoperti" si legge nella dichiarazione.
Su cosa poggiano le accuse
L'inchiesta, resa nota subito dopo la scadenza del suo mandato quinquennale alla Commissione europea, è stata riportata per la prima volta dall'agenzia investigativa Follow the Money e dal quotidiano belga Le Soir.
L'attività investigativa riguarda in gran parte circa 800.000 euro di pagamenti in contanti sospetti negli ultimi 15 anni e circa 200.000 euro di acquisti di biglietti per la lotteria nazionale belga negli ultimi cinque anni, ha riferito RTBF.
Durante le perquisizioni nelle proprietà collegate a Reynders, la polizia ha trovato anche 7.000 euro in contanti, ha detto RTBF.
Una legge antiriciclaggio dell'Ue approvata all'inizio di quest'anno durante il suo mandato considera le lotterie nazionali a basso rischio e quindi bisognose di minori controlli - anche se un portavoce della Commissione ha negato che Reynders o il suo team abbiano avuto un'influenza su questa disposizione legale.
L'avvocato di Reynders ha rifiutato di commentare ulteriormente, citando la necessità di rispettare le procedure giudiziarie e ricordando la presunzione di innocenza.