Il presidente ucraino ha firmato un decreto che impone delle sanzioni ad alcuni politici della maggioranza georgiana perché, secondo quanto afferma, starebbero "spingendo il Paese verso la Russia"
Volodymyr Zelensky ha firmato un decreto che impone delle sanzioni al governo della Georgia che starebbe "spingendo il Paese verso la dipendenza dalla Russia".
In un video messaggio il presidente ucraino ha rivelato che la misura colpisce Boris Ivanishvili, leader del partito Sogno georgiano, e la parte del governo che "sta consegnando il Paese a Putin".
La proposta è stata avanzata dal Consiglio per la sicurezza e la difesa nazionale dell'Ucraina a seguito delle elezioni che hanno riportato al governo il partito Sogno georgiano di stampo filorusso.
"Non possiamo permetterci di perdere nessuno in questa regione: né la Georgia, né la Moldavia, né l'Ucraina. Dobbiamo essere uniti per difenderci da Mosca. L'Ucraina ha imposto sanzioni a Ivanishvili e ai suoi collaboratori, persone che stanno svendendo gli interessi della Georgia e del suo popolo", ha detto.
Zelensky ha anche fatto pressione sui partner occidentali affinché si muovano seguendo la linea adottata da Kiev nei confronti di Tblisi.
"È fondamentale che i nostri partner si esprimano ora, prendano una posizione chiara su quanto sta accadendo e agiscano. Negli affari internazionali, se non si risponde in tempo o si agisce senza principi, le conseguenze possono durare decenni, lasciando i Paesi privati della loro libertà".
"La situazione in Georgia non è solo un problema per il Paese o per la nostra regione - come l'attuale governo georgiano sta spingendo il Paese verso una chiara dipendenza dalla Russia. È davvero vergognoso quello che stanno facendo contro il loro stesso popolo", aveva detto in un precedente discorso.
"Quando Mosca elogia le autorità georgiane, non lascia dubbi su chi stiano realmente servendo a Tbilisi - e non è certo il popolo georgiano".
Settima notte di proteste a Tbilisi
Migliaia di cittadini georgiani sono scesi di nuovo in piazza nella settima notte di proteste contro la decisione del governo di sospendere i negoziati per l'ingresso della Georgia nell'Unione europea.
I georgiani riuniti a Tbilisi sono decisi a protestare fino a quando le loro richieste non saranno soddisfatte e la Georgia tornerà sulla strada dell'adesione all'Ue.
I dimostranti, avvolti in bandiere georgiane ed europee e con in mano laser e fischietti, si sono radunati davanti al Parlamento, ma a differenza delle notti precedenti la polizia non ha cercato di disperderli.
Negli ultimi sei giorni gli agenti in tenuta antisommossa hanno usato cannoni ad acqua e gas lacrimogeni per placare i manifestanti che avevano lanciato fuochi d'artificio contro le squadre di polizia e costruito barricate sul viale centrale della capitale.
Almeno trecento manifestanti sono stati arrestati e cento persone hanno riportato diverse ferite da quando sono iniziati gli scontri giovedì scorso.
Durante le manifestazioni la polizia ha anche arrestato uno dei leader dell'opposizione in un apparente tentativo di reprimere l'ondata di proteste.
Il partito di opposizione Coalition for Change ha dichiarato che la polizia ha fatto irruzione nei suoi uffici e ha arrestato il suo leader Nika Gvaramia.
Il gruppo politico ha pubblicato un video sulle piattaforme social in cui si vedono diversi agenti trascinare Gvaramia in un'auto, mentre qualcuno in sottofondo fa notare urlando che il politico sarebbe "privo di sensi".