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Le elezioni in Romania decretano la vittoria degli europeisti ma anche l'ascesa dell'estrema destra

Una donna esce da una cabina elettorale con i colori della bandiera rumena come tende, durante le elezioni parlamentari del Paese, a Bucarest, in Romania, domenica 1 dicembre 2024.
Una donna esce da una cabina elettorale con i colori della bandiera rumena come tende, durante le elezioni parlamentari del Paese, a Bucarest, in Romania, domenica 1 dicembre 2024. Diritti d'autore  AP Photo
Diritti d'autore AP Photo
Di Andra Diaconesc
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Il Partito socialdemocratico ha vinto le elezioni parlamentari solo una settimana dopo che il candidato filorusso e di estrema destra Călin Georgescu ha scioccato il Paese aggiudicandosi il primo posto nel primo turno delle presidenziali

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Sono in corso i negoziati per la formazione di una coalizione di governo in Romania, dopo la vittoria dei partiti centristi filoccidentali e dei partiti di estrema destra alle elezioni parlamentari di domenica.

Con il 100 per cento dei voti scrutinati, il Partito socialdemocratico (Psd), attualmente al governo, ha vinto con il 22,3 per cento dei voti, seguito dall'Alleanza nazionalista di estrema destra dell'Unione dei Rumeni (Aur) con il 18,3 per cento.

Il Partito nazionale liberale (Pnl) ha ottenuto il 14,28 per cento dei voti e il partito di centrodestra Unione salvate la Romania (Usr) della candidata al ballottaggio presidenziale Elena Lasconi il 12,26 per cento.

Marcel Ciolacu - primo ministro e presidente del Psd uscito sconfitto dalla corsa presidenziale - si è congratulato per la vittoria, ma ha espresso preoccupazione per l'ascesa del sentimento di estrema destra affermando che "i romeni, a questo punto, hanno dato un segnale di avvertimento all'intera classe politica".

"Noi ci assumiamo di nuovo la responsabilità di essere una forza vincolante nella società, di essere di nuovo un fattore di equilibrio e, come ho detto durante la campagna elettorale, di essere l'adulto nella stanza in questo momento", ha detto Ciolacu.

Le altre due principali forze centriste e il partito politico della minoranza ungherese (Unione democratica magiara di Romania) confermano che le forze pro-Europa sono in maggioranza, ma anche altri due partiti di estrema destra hanno guadagnato terreno, entrando in Parlamento con meno del 7 per cento dei voti ciascuno.

La leader di Usr Elena Lasconi ha dichiarato: "Voglio ringraziarvi per non aver giocato alla roulette russa con la democrazia in Romania e anche con questo sacro diritto di votare liberamente". "Sono una convinta sostenitrice della legge e della Costituzione. Dio ci aiuterà anche questa volta a rimanere uniti, a lottare per la democrazia e a tenere la Russia fuori dal nostro Paese", ha detto Lasconi, aggiungendo che avrebbe punterà a unire i romeni.

L'ascesa dell'estrema destra

La posizione della Romania a favore dell'Ue, della Nato e dell'Ucraina è stata confermata dagli elettori, ma l'ascesa dei partiti nazionalisti di estrema destra dimostra che il Paese è alle prese con una polarizzazione senza precedenti.

I risultati delle elezioni parlamentari arrivano subito dopo l'inatteso esito del primo turno della corsa presidenziale, che domenica prossima vedrà due outsider sfidarsi al ballottaggio: l'europeista Elena Lasconi affronterà l'ultra-nazionalista Calin Georgescu, la cui ascesa ha provocato un'affluenza record alle parlamentari di domenica, in quello che le forze pro-Ue hanno definito un voto di "emergenza nazionale".

La Romania, convinta alleata della Nato e Paese più grande sul suo fianco orientale, è stata inondata da un'intensa narrativa anti-Ue e anti-Nato sui social media, a partire dalla pandemia di Covid-19 e culminando con l'invasione su larga scala dell'Ucraina da parte della Russia.

Gli analisti ipotizzano che l'ascesa di Georgescu e dei partiti di estrema destra possa anche essere indicativa di un voto di protesta contro l'establishment romeno. Il Paese soffre del più alto tasso di inflazione dell'Unione europea e del più alto deficit di bilancio.

"Credo che con il voto di ieri i romeni abbiano voluto inviare un chiaro messaggio ai propri politici piuttosto che all'Europa. L'aumento significativo del sostegno agli estremisti rispetto al 2020 dimostra che in Romania la gente si sente scoraggiata", ha dichiarato l'analista politico Adi Zabava.

"Tuttavia, parte del voto di ieri è stato espresso da romeni che volevano difendere la posizione pro-Ue del Paese, allarmati dai risultati del primo turno delle elezioni presidenziali".

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