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Presidenziali in Romania, Georgescu si paragona a Gesù: "Lui ha moltiplicato pani e pesci, io voti"

La protesta dei giovani a Bucarest
La protesta dei giovani a Bucarest Diritti d'autore  Andreea Alexandru/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
Diritti d'autore Andreea Alexandru/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
Di Stefania De Michele & Michela Morsa
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Georgescu andrà al ballottaggio l'8 dicembre con Elena Lasconi, sindaca e leader del partito di centrodestra Unione salvate la Romania

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Più di mille giovani si sono riuniti in piazza dell'Università, nel centro di Bucarest, scandendo slogan pro Europa e gridando: “Putin, non dimenticare, la Romania non è tua”. Sono indignati per la percentuale ottenuta dal candidato indipendente nazionalista, Calin Georgescu, esponente di estrema destra filorusso, al primo turno delle elezioni presidenziali.

Con il 23 per cento delle preferenze e una campagna social di grande impatto, Georgescu andrà al ballottaggio l'8 dicembre con Elena Lasconi, sindaca e leader del partito di centrodestra Unione salvate la Romania, che ha incassato - anche lei inaspettatamente - il 19 per cento dei voti.

La sua ascesa è passata inosservata al sistema politico e la sua vittoria rappresenta la prima volta che un candidato di estrema destra vince un'elezione nazionale. I manifestanti lanciano adesso un SOS ai partiti politici affinché si impegnino per impedire la vittoria di Georgescu.

Georgescu: "Estremista? Totalmente falso"

Smentendo le accuse di estremismo, il candidato fan di Putin, critico della Nato e con pulsioni anti-occidentali, ha ammorbidito le sue dichiarazioni sui valori europei, ma ha voluto anche sottolineare la necessità di una neutralità di fondo.

"Sono accusato di estremismo, di legami con Paesi vicini o lontani, falso, totalmente falso, perché mi dedico con tutto me stesso, con il mio cuore, con la mia vita al popolo romeno", ha dichairato.

Sull'orientamento internazionale di Bucarest, Georgescu ha commentato che "non esistono né l'Est né l'Ovest, esiste solo la Romania. Siamo noi a decidere cosa è bene per noi e non cosa gli altri vogliono che sia bene per noi" ha affermato.

Georgescu ha anche paragonato la sua vittoria al miracolo "della moltiplicazione dei pani e dei pesci" di Gesù Cristo. "Cinque pani e due pesci che moltiplicati fanno 2.120.404", cioè i voti che ha ottenuto. La retorica di Georgescu ha rimarcato la sua fede ortodossa, "il legame che ci unisce, che è Dio" e "il popolo romeno, rimasto così a lungo nell'oscurità, ha visto la grande luce attraverso la forza della coscienza. Perché Dio è con noi".

Il ruolo fondamentale dei social media

Secondo gli analisti sono proprio questi i temi che hanno portato dalla sua parte gli elettori e i quasi 200mila follower su TikTok (senza contare i quattro milioni di "mi piace" che ha sulla piattaforma).

"Sta vendendo una storia utopica. Sta vendendo un sogno per i romeni conservatori, in contrapposizione ai politici classici che sono molto transazionali. Ora abbiamo un messia di Tik Tok o qualcosa del genere, con molto successo. E non siamo sicuri che sarà in grado di vincere al secondo turno”, ha spiegato Dragos Stanca, fondatore di Ethical media alliance,

Georgescu ha cavalcato un'ondata di malcontento nei confronti dell'establishment politico grazie a una sofisticata campagna che conduce da anni sui social media, piena di retorica anti-occidentale, messaggi nazionalisti, ultrareligiosi e filorussi estremi.

Sostiene che la Romania deve essere neutrale e che la guerra in Ucraina non esiste. Elogiando Putin, critica l'Ue come nemica dei romeni, definisce eroi i leader antisemiti della Romania della Seconda guerra mondiale o afferma che il Covid-19 non esiste. Dice di essere stato incaricato da Dio di salvare la Romania.

“Un elemento importante è l'idea della visualizzazione, della propagazione e dell'uso degli hash-tag, che richiede gruppi di persone altamente impegnate, non solo bot e algoritmi. Il discorso pseudo-messianico con cui Calin Georgescu si è presentato gli ha fatto guadagnare seguaci e non, come si può trovare in altre parti del mondo, sostenitori impegnati”, ha commentato Dragos Paslaru, co-presidente del partito Reper.

Lasconi parla ai romeni all'estero

Dal canto suo, Elena Lasconi ha lanciato un appello ai romeni della diaspora in vista del ballottaggio: "Abbiamo bisogno anche di voi, delle vostre idee, delle vostre critiche, dei vostri voti. Vi ringrazio per la mobilitazione e vi aspetto nuovamente alle urne l'1 e l'8 dicembre. Molti romeni sono andati a studiare o lavorare in altri paesi dell'Unione Europea. Siete una generazione che non deve più rischiare la vita attraversando di notte il Danubio per raggiungere la libertà. Sapete cosa significa Europa. Aiutateci a difendere la nostra libertà europea".

Lasconi è una candidata fortemente a favore dell'Ue e della Nato e sta ora galvanizzando l'intero spettro della scena politica rumena per superare la scelta estremista.

Il Partito nazional liberale romeno (Pnl) - che aveva candidato Nicolae Ciucă - ha dichiarato che sosterrà Lasconi al secondo turno delle elezioni presidenziali. Lo ha annunciato il presidente ad interim del Pnl, Ilie Bolojan. "Sosterremo l'orientamento europeista della Romania e le politiche del centrodestra", ha affermato Bolojan.

Si tratta della nona elezione presidenziale dalla rivoluzione del 1989 e la caduta del regime imposto da Nicolae Ceaușescu. Negli ultimi 35 anni la Romania ha avuto quattro presidenti: Ion Iliescu, Emil Constantinescu, Traian Băsescu e Klaus Iohannis.

E, nel frattempo, le elezioni politiche

Ora i principali partiti del Paese balcanico temono un rimbalzo delle formazioni di destra ed estrema destra anche nelle politiche che si svolgeranno domenica 1 dicembre. Anche se i sondaggi danno in vantaggio i Socialdemocratici (Psd) del premier Marcel Ciolacu (30 per cento), uscito sconfitto con un terzo posto dalla corsa per Palazzo Cotroceni, la rincorsa del partito nazionalconservatore Asr di George Simion prosegue, piazzandosi secondo con il 21 per cento delle preferenze.

E proprio Simion ha lanciato l'idea di formare un governo sovranista ed eleggere un presidente sovranista: "Abbiamo avuto momenti di bivio. Momenti in cui non sapevamo come raggiungere la vittoria. Abbiamo avuto momenti in cui abbiamo pensato che questo sistema fosse invincibile e non potevamo distruggerlo ma ora abbiamo la possibilità di avere una governo sovranista e un presidente sovranista!".

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