NewsletterNewslettersEventsEventiPodcasts
Loader
Seguiteci
PUBBLICITÀ

Veicoli elettrici: la Commissione europea definisce i dazi da imporre ai produttori cinesi

Un veicolo elettrico cinese si ricarica presso una stazione di ricarica per veicoli elettrici a Pechino, lunedì 24 giugno 2024.
Un veicolo elettrico cinese si ricarica presso una stazione di ricarica per veicoli elettrici a Pechino, lunedì 24 giugno 2024. Diritti d'autore Andy Wong/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Andy Wong/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Di Mared Gwyn Jones
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied
Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

La Commissione europea ha presentato le aliquote definitive da imporre ai produttori cinesi di veicoli elettrici a batteria. Dazi anche per Tesla che beneficia di sussidi da parte del governo di Pechino

PUBBLICITÀ

Bruxelles imporrà dazi sulle importazioni di veicoli elettrici a batteria cinesi (Bev), ha annunciato martedì la Commissione europea. L'iniziativa, di lungo periodo, mira a proteggere l'industria europea dalla concorrenza sleale di Pechino.

Nella bozza delle conclusioni finali della sua indagine antisovvenzioni, condivisa martedì con i produttori cinesi di Bev e con i governi di Cina e Ue, la Commissione ha svelato le aliquote stabilite per una serie di produttori.

Se approvate dagli Stati membri dell'Ue, le tariffe saranno applicate per cinque anni, il che significa che i produttori cinesi saranno costretti ad aumentare i prezzi sul lungo periodo.

Le aliquote sono state riviste leggermente al ribasso per tre produttori cinesi - Byd (17 per cento), Geely (19,3 per cento) e Saic (36,3 per cento) - dopo che le aziende hanno contestato le aliquote provvisorie presentate da Bruxelles all'inizio di luglio.

I dazi per l'azienda statunitense Tesla, che beneficia anche di alcune sovvenzioni cinesi, sono previsti al 9 per cento. Secondo Bruxelles l'azienda ha collaborato pienamente alle indagini e ha fornito un quadro completo delle sovvenzioni ricevute dal governo cinese, consentendole di beneficiare di uno sconto.

Le tariffe per i produttori di Bev con sede in Cina che hanno collaborato all'indagine della Commissione ma sono stati sottoposti a campionamento individuale sono state riviste al rialzo dal 20,8 al 21,3 per cento. L'aliquota per le società che non hanno collaborato è stata rivista al ribasso dal 37,3 al 36,3 per cento.

La Commissione ha dichiarato che ciò era dovuto a un errore nei suoi metodi di calcolo che è stato ora risolto. Le tariffe non saranno retroattive.

Le aziende interessate o il governo cinese hanno ora dieci giorni di tempo per presentare osservazioni e possono anche richiedere audizioni con la Commissione. L'aliquota definitiva del dazio dovrebbe essere applicata al più tardi a partire dal 31 ottobre.

Discussioni "intense" con Pechino

Le discussioni tra Bruxelles e Pechino si sono intensificate negli ultimi mesi, mentre si profila la prospettiva di ritorsioni cinesi e di una vera e propria guerra commerciale.

L'indagine condotta dal blocco per nove mesi ha rilevato come Pechino stesse pompando generosi sussidi lungo l'intera filiera dei veicoli elettrici, dando alle aziende cinesi un vantaggio sleale e minacciando di soffocare l'industria nazionale dell'Ue.

Negli ultimi anni, i Bev a basso costo prodotti in Cina hanno invaso il mercato unico, passando da una quota di mercato del 3,9 per cento nel 2002 al 25 per cento alla fine del 2023. La Commissione ha lanciato l'allarme su un potenziale ulteriore rischio economico per un'industria europea che è già in ritardo rispetto ai suoi concorrenti globali.

L'indagine e i dazi decisi sono diventati l'apice degli sforzi europei per fronteggiare le pratiche commerciali aggressive della Cina e hanno provocato uno scontro tra Bruxelles e Pechino, che ha presentato un reclamo all'Organizzazione mondiale del commercio (Omc). La Commissione afferma di essere aperta a individuare una "soluzione alternativa ed efficace" con Pechino che rispetti i principi dell'Omc.

L'Ue agisce prima che "i lavoratori vengano licenziati e le fabbriche chiuse"

L'indagine si è rivelata divisiva anche all'interno del blocco, con Berlino più scettica nei confronti dell'irrigidimento di Bruxelles. Le principali case automobilistiche tedesche come Bmw, Mercedes-Benz e Volkswagen, che hanno tutte siti di produzione in Cina, hanno messo in guardia da un potenziale effetto a catena sulle filiere europee.

Ma Bruxelles ha sempre difeso l'indagine e le conseguenti misure punitive come necessarie per evitare che l'Europa diventi un deserto industriale a spese delle potenze emergenti.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Sánchez esorta l'Ue a riconsiderare i dazi sulle auto elettriche cinesi

Perché le case automobilistiche europee sono in difficoltà nel mercato dei veicoli elettrici

Il Canada imporrà una tassa del 100% sui veicoli elettrici di produzione cinese