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Catalogna: in esilio da sette anni, l'indipendentista Puigdemont annuncia il suo ritorno in Spagna

Sostenitori del leader indipendentista catalano Carles Puigdemont in corteo
Sostenitori del leader indipendentista catalano Carles Puigdemont in corteo Diritti d'autore Joan Mateu/Copyright 2021 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Joan Mateu/Copyright 2021 The AP. All rights reserved
Di Stefania De Michele
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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"So che il mio ritorno può comportare l'arresto e l'entrata in carcere chissà per quanto tempo" ha scritto Puigdemont in una lettera su X

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Il leader di Junts, Carles Puigdemont, ha dichiarato di voler rientrare in Spagna in una lettera aperta, pubblicata su X: "Immagino quello che mi aspetta e che devo fare" ha scritto, comunicando la sua decisione di tornare in Catalogna per la seduta della Camera catalana per l'investitura del neo governatore della Generalitat. Puigdemont rischia l'arresto per malversazione di fondi pubblici, dopo la mancata applicazione dell'amnistia concessa agli indipendentisti coinvolti nel processo secessionista.

Puigdemont si era dato alla macchia all'indomani del referendum sull'indipendenza del 2017, indetto unilateralmente: il leader di Uniti per la Catalogna (Junts per Catalunya) era fuggito in Belgio a causa della dura risposta di Madrid all'azione dei separatisti.

L'Audiencia nacional aveva emesso un mandato di arresto internazionale per Puigdemont e per gli altri quattro ministri catalani, volati con lui all'estero. Il leader catalano dichiarato di non voler sfuggire al verdetto del tribunale ma di voler essere tutelato da una "reale giustizia".

L'accordo per l'investitura di Illa in Catalogna

La decisione di Puigdemont arriva, non a caso, in seguito all'accordo stretto dalla Sinistra repubblicana (Erc) - gli indipendentisti di centrosinistra che hanno sempre governato con Junts - e dal partito dei Socialisti di Catalogna (Psc) - emanazione del Partito socialista nazionale -: un patto che poggia sulla nomina del socialista Salvador Illa alla presidenza della Generalitat in cambio di una maggiore autonomia fiscale per la regione.

Il patto a tre fra il Psc, Erc e Sumar (coalizione spagnola creata da diversi partiti della sinistra, radicale e non) esclude Junts, arrivato secondo alle elezioni regionali e vanifica di fatto l'aspirazione di Puigdemont alla presidenza della Generalitat, già compromessa dal fatto che per la prima volta le forze indipendentiste non hanno i numeri per formare la maggioranza nella Camera catalana.

"So che il mio ritorno può comportare l'arresto e l'entrata in carcere chissà per quanto tempo. Così come l'esilio è stato una decisione politica, anche tornare dall'esilio lo è. Il mio eventuale arresto non servirà ad avallare alcuna decisione politica che comporti la rinuncia alla lotta per l'indipendenza", ha scritto Puigdemont su X.

Il ruolo degli indipendentisti, in Catalogna e a livello nazionale

Chiaramente, il rientro di Puigdemont rappresenta una manovra di pressione per far deragliare l'intesa che porta all'investitura di Salvador Illa e all'esclusione di Junts dal governo catalano.

Tra l'altro, a livello nazionale, sia Erc sia Junts fanno parte del governo socialista di Sánchez: i loro seggi sono essenziali per la tenuta della maggioranza al Parlamento nazionale. Se il nuovo governo catalano non ottenesse la fiducia entro il 26 agosto, per legge andrebbero convocate nuove elezioni entro il 13 ottobre. E Puigdemont è convinto che in questo caso il suo partito aumenterebbe i consensi.

Se l'ex presidente fosse intercettato dalla polizia mentre si reca alla Camera catalana, sarebbe arrestato. Una circostanza del genere probabilmente porterebbe alla sospensione della seduta e quindi al rinvio del dibattito di investitura.

Inoltre, l'arresto di Puigdemont metterebbe in difficoltà l'Erc: sarebbe problematico per il partito entrare in una coalizione con i Socialisti dopo l'arresto di quello che rimane un politico molto influente nel campo indipendentista e un alleato di lunga data.

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