L'Unione Europea ha messo in guardia la Georgia dall'approvazione definitiva della controversa legge sull'influenze straniera. "Si colpiscono media e ong indipendenti, il percorso di adesione all'Ue potrà esserne compromesso", secondo una dichiarazione congiunta di Borrell e Várhelyi
L'Unione Europea ha messo in guardia la Georgiasull'approvazione di una legge che intende contrastare presunti interessi stranieri nel lavoro di media e ong locali, che ha ricevuto martedì una prima approvazione dal Parlamento locale.
"Si tratta di uno sviluppo molto preoccupante" in quanto la legge "non è linea con i valori fondamentali dell'Ue" hanno detto in una dichiarazione congiunta Josep Borrell, responsabile della politica estera dell'Ue blocco, e il commissario europeo per l'allargamento, e Oliver Várhelyi.
Ue: "La Georgia rischia di compromettere l'adesione" per la legge sui media
"La legislazione proposta limiterebbe la capacità delle organizzazioni della società civile e dei media di operare liberamente" si legge nella dichiarazione di Borell e Várhelyi, che esortano la Georgia a "non compromettere il suo percorso verso l'Ue, un percorso sostenuto dalla stragrande maggioranza dei cittadini georgiani".
Il messaggio è simile a quello inviato martedì, prima del voto a Tiblisi, dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Lo scorso dicembre la Georgia ha ottenuto lo status di candidata all'Ue, ma il processo di adesione vero e proprio non è ancora cominciato.
La legge presentata dall'attuale maggioranza politica in Georgia, che si è caratterizzata finora per una postura favorevole alla Russia, richiede ai media e alle organizzazioni no profit di registrarsi come "soggetti che perseguono gli interessi di una potenza straniera", se ricevono più del 20% dei loro fondi dall'estero.
Georgia, la presidente Zourabichvili dice no alla legge sull'influenza straniera
Dopo un primo tentativo lo scorso anno, la legge "russa" (così chiamata per accostarla alle leggi bavaglio vigenti nella Federazione Russa) è stata ripresentata questa settimana portando nuovamente migliaia di persone in piazza e causando una violenta rissa martedì tra deputati della maggioranza e quelli dell'opposizione, che sono usciti poi dall'aula per protesta.
Il primo ministro Irakli Kobakhidze ritiene che la legge sia necessaria per garantire uno "standard minimo di trasparenza" e che rispetti "tutti i principi giuridici fondamentali", un giudizio ribadito negli incontri avuti nei giorni scorsi con gli ambasciatori di alcuni Paesi Ue, del Regno Unito e degli Usa.
La presidente georgiana, Salome Zourabichvili, una forte sostenitrice dell'integrazione europea, ha promesso di porre il veto alla controversa legislazione se mai dovesse arrivare sulla sua scrivania.
"Chi ha deciso di reintrodurre questa legge? È a Mosca che è stata presa questa decisione? Questa è la domanda principale sulla trasparenza che la popolazione georgiana si pone", ha dichiarato Zourabichvili all'emittente britannica Bbc.
Ma la contrarietà di Zourabichvili, il cui mandato presidenziale è in scadenza, potrebbe essere scavalcata da una maggioranza qualificata di 76 voti in Parlamento.