L'ordinanza di sospensione della conferenza dei conservatori nazionalisti non solo non ha ottenuto l'effetto sperato, ma ha dato fiato a critiche e attacchi della destra radicale
Ha suscitato critiche e condanne l'ordinanza di sospensione emessa da un sindaco della regione di Bruxelles per fermare una conferenza dei conservatori nazionalisti, NatCon, in programma il 16 e 17 aprile.
Il Consiglio di Stato belga ha annullato la decisione presa dal primo cittadino di Saint-Josse-ten-Noode, Emir Kir, che ha pure ricevuto il ri;provero del primo ministro Alexander De Croo.
L'attacco di Orbán
I relatori dell'evento, e in generale partiti ed esponenti politici della destra radicale, hanno rivendicato il loro diritto di espressione. Il primo ministro ungherese Viktor Orbán, ad esempio, ha paragonato la situazione attuale in Europa all’oppressione comunista in atto in Ungheria negli anni ’80, raccontando nel suo intervento alla conferenza, un episodio del suo passato molto simile a quello appena accaduto.
“Avevamo affittato una sede a Budapest. E solo poche ore prima dell'incontro ci è stato detto che purtroppo non era più disponibile. Allora ne abbiamo cercata un'altra, e ci hanno detto che se il gestore del posto ci avesse fornito cibo e birre, avrebbe chiuso l'attività. Lo stesso tipo di strumenti di pressione che avete sperimentato qui era molto comune nella seconda metà degli anni '80 in Ungheria”.
Un regalo alla destra radicale
Il tentativo di sospensione, motivato con la minaccia all’ordine pubblico, è sembrato ai diretti interessati più un pretesto per boicottare un evento di destra radicale, alimentando la loro narrativa, spiega a Euronews Dave Sinardet, professore di scienze politiche all'Università Libera di Bruxelles.
“Questa azione può essere considerata come qualcosa che può aiutare l'estrema destra piuttosto che destabilizzarla, perché ovviamente sappiamo che l'estrema destra porta avanti un discorso di vittimizzazione. Sostengono sempre che l'establishment vuole impedire loro di dire ciò che pensano”.
L'episodio riapre tra l'altro un vecchio dibattito sulla libertà di espressione, e la tolleranza necessaria anche verso le idee intolleranti, come quelle propagandate in alcuni casi dai protagonisti della conferenza, nei confronti di persone migranti, minoranze religiose o comunità Lgbtq.
Nella parte francofona del Belgio, dice il professore, esiste un “cordone mediatico”, per cui i rappresentanti della destra radicale non hanno spazio nei media tradizionali. Questo, tuttavia, non accade più nella regione delle Fiandre, dove proprio un partito dell'estrema destra, Vlaams Belang, guida i sondaggi.
Alla fine, analizza Dave Sinardet, la conferenza non solo si è svolta come previsto, ma ha attirato molta più attenzione mediatica di quanto avrebbe fatto senza il tentativo di fermarla.