La seconda più grande minaccia alla democrazia per i cittadini dell'Ue sarebbe la crescente sfiducia e scetticismo nei confronti delle istituzioni democratiche
Negli ultimi due anni l’Unione europea è stata coinvolta in episodi che hanno messo in discussione la democrazia, lo Stato di diritto e i diritti fondamentali.
Nel 2022 uno scandalo legato a presunte tangenti e corruzione di alto livello è stato considerato il più grande nella storia delle istituzioni comunitarie.
A due mesi dalle elezioni europee di giugno, la credibilità delle istituzioni dell'Ue rischia di traballare ed essere sotto esame.Secondo l’ultimo sondaggio Eurobarometro, la seconda più grande minaccia alla democrazia per i cittadini di tutto il blocco è la crescente sfiducia e scetticismo nei confronti delle istituzioni democratiche.
Diminuisce la credibilità nelle istituzioni europee
Alla domanda su quali istituzioni gli intervistati hanno maggiore fiducia a difesa della democrazia nel proprio Paese, il 54 per cento degli intervistati ha scelto le istituzioni europee, inclusa la Corte di giustizia europea.
Gli esperti che si occupano della corruzione nell'Ue sono preoccupati per il deterioramento della reputazione delle istituzioni da parte degli elettori.
Secondo il direttore dell'organizzazione non governativa Transparency International Eu, Nicholas Aiossa, i dati verranno utilizzati per alimentare una “narrativa populista, antieuropea ed euroscettica”. Alberto Alemanno, professore di diritto europeo all'Hec di Parigi, ritiene che questi problemi suggeriscano "una cultura dell'impunità" all'interno dell'Ue.
L'organismo etico interistituzionale della Commissione europea
Nel tentativo di migliorare la reputazione delle istituzioni europee, la Commissione europea ha adottato un organismo etico interistituzionale composto da rappresentanti delle istituzioni e cinque esperti indipendenti, che dovranno concordare gli standard da applicare prima delle prossime elezioni europee.
Allo stesso tempo sono state approvate anche le modifiche al regolamento del Parlamento. Nel piano di riforma in 14 punti, vi è un divieto di tutte le attività dei deputati che costituiscono lobbying, un ampliamento della portata delle dichiarazioni obbligatorie dei deputati sui loro incontri con terzi e quelle dei loro beni patrimoniali all'inizio e alla fine di ogni trimestre.
Le misure sono state considerate "insoddisfacenti" da esperti ed eurodeputati.