Il capo dell'Unrwa non ha intenzione di dimettersi e spera che l'Ue continui a finanziare l'Agenzia

Visita di Philippe Lazzarini, Commissario generale dell'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei profughi palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA), alla Commissione europea
Visita di Philippe Lazzarini, Commissario generale dell'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei profughi palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA), alla Commissione europea Diritti d'autore Claudio Centonze/EU/Claudio Centonze
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Di Mared Gwyn JonesIsabel Marques da Silva
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Philippe Lazzarini ha incontrato i rappresentanti della Commissione europea per affrontare le preoccupazioni che hanno spinto Bruxelles a chiedere un'indagine indipendente sull'Agenzia Onu prima di erogare gli aiuti allo sviluppo

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"No, non ho intenzione di dimettermi", ha dichiarato Philippe Lazzarini, che dirige l'Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa), ai giornalisti a Bruxelles dopo una riunione dei ministri degli Esteri dell'Ue. 

I membri del governo israeliano guidato da Benjamin Netanyahu hanno chiesto a Lazzarini di dimettersi dopo che sono emerse gravi accuse contro i suoi collaboratori

"Abbiamo uno stato che chiede le mie dimissioni. Potrebbero esserci altre voci, ma  nessun altro governo me lo ha chiesto", ha spiegato il commissario Onu. 

Il mese scorso, Tel Aviv ha affermato che 12 membri dello staff dell'Unrwa erano coinvolti negli attacchi del 7 ottobre lanciati da Hamas contro Israele.  Attacchi che hanno ucciso oltre 1.200 israeliani e scatenato una risposta militare ancora in corso a Gaza che ha già causato l'uccisione di oltre 28mila palestinesi.

La grave accusa, rivelata da Israele nello stesso giorno in cui la Corte internazionale di giustizia delle Nazioni Unite le ha ordinato di prendere misure per prevenire il genocidio a Gaza, ha scatenato il timore di una possibile infiltrazione di Hamas, designato dall'Ue come organizzazione terroristica, nell'agenzia Onu finanziata dall'Occidente.

Lazzarini ha tuttavia sottolineato che Israele non ha ancora fornito prove a sostegno delle sue accuse.

Nel fine settimana le Forze di difesa israeliane hanno anche affermato di aver scoperto un centro dati e comunicazioni di Hamas in un tunnel direttamente sotto la sede dell'Unrwa a Gaza. Lazzarini ha poi dichiarato di non essere a conoscenza del tunnel.

Lazzarini a colloquio con la Commissione europea

In seguito ai colloqui con i rappresentanti della Commissione europea, Lazzarini ha dichiarato che c'è un "impegno reciproco" per affrontare le preoccupazioni che hanno spinto l'esecutivo dell'Ue ad avviare una revisionedei finanziamenti all'Unrwa.

Se da un lato la Commissione ha assicurato che l'assistenza umanitaria continuerà "senza sosta" nonostante le accuse, dall'altro ha suggerito che la sua donazione di 82 milioni di euro in aiuti allo sviluppo, prevista per la fine di febbraio, sarà subordinata alla verifica da parte dell'Unrwa delle sue procedure di assunzione, al rafforzamento dei suoi meccanismi di controllo interno e alla verifica della sua forza lavoro di trentamila persone.

Lazzarini ha dichiarato che le sue conversazioni con i Commissari sulla questione sono state "molto costruttive".

Josep Borrell, capo della politica estera del blocco, ha ribadito con forza che il denaro dell'Ue fluirà come previsto, dato che l'Unrwa ha avviato l'indagine richiesta dal blocco. "La Commissione non ha mai chiesto che l'indagine finisca, ma che venga avviata", ha detto Borrell. "Siamo abbastanza intelligenti da capire che non può essere conclusa in 20 giorni".

La revisione indipendente dell'Unrwa è guidata dall'ex ministro degli Esteri francese Catherine Colonna. Un rapporto intermedio è atteso per la fine di marzo.

L'Agenzia Onu verso la crisi senza i finanziamenti occidentali

Diverse Nazioni hanno sospeso i pagamenti all'Unrwa prima e dopo lo scandalo. Tra questi Australia, Austria, Canada, Germania, Italia, Paesi Bassi, Regno Unito e Stati Uniti, un colpo devastante per l'agenzia che dipende dai donatori.

Lazzarini ha detto che se i governi manterranno le loro decisioni, l'Agenzia sarà privata di 450 milioni di dollari (418 milioni di euro) solo quest'anno. Ha dichiarato di essere impegnato con "un certo numero di Paesi" per sbloccare questi fondi.

Senza il congelamento dei finanziamenti, il flusso di cassa dell'Agenzia sarebbe stato garantito fino a luglio, ha osservato Lazzarini, ma le sospensioni annunciate hanno fatto sì che la situazione sia in negativo già da marzo.

Il disimpegno dall'Unrwa "colpirà gli europei"

Un Borrell sfiduciato ha affermato che tali decisioni equivalgono a una "punizione collettiva" piuttosto che a una "responsabilità individuale". "Interrompere il sostegno all'Unrwa significherebbe interrompere i servizi vitali per milioni di persone bisognose e provocare una maggiore catastrofe umanitaria a Gaza, che deve essere evitata", ha dichiarato ai giornalisti.

"Non solo perché è un imperativo umanitario. Ma anche perché avrebbe pericolose ripercussioni sulla stabilità regionale e riguarderebbe anche gli europei", ha aggiunto Borrell. 

Mentre sette Stati membri hanno sospeso i finanziamenti, altri Paesi, come la Spagna, il Belgio e l'Irlanda, hanno sostenuto fermamente il ruolo dell'Agenzia nei Territori palestinesi e nella regione in generale, e alcuni hanno persino chiesto alla Commissione di aumentare gli aiuti finanziari.

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Nelle sue osservazioni di lunedì, Borrell ha criticato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per i tentativi di "cancellare" il lavoro dell'Unrwa. Ha assicurato che solo quando i palestinesi avranno ottenuto il loro Stato il lavoro dell'Agenzia potrà essere giustamente interrotto, affermando che la sua esistenza, 75 anni dopo la sua fondazione, è di per sé "deplorevole".

Domenica una commissione del Parlamento israeliano ha approvato un progetto di legge per porre fine alle operazioni dell'Unrwa a Gerusalemme, che sarà votato in via preliminare mercoledì.

Situazione di Rafah "straordinariamente difficile"

Lazzarini ha anche denunciato la situazione nella città più meridionale di Gaza, Rafah, che Israele sostiene essere l'ultima roccaforte di Hamas e dove nella notte le forze israeliane hanno lanciato un'offensiva militare. Si stima che circa 1,4 milioni di palestinesi si trovino nell'area dopo essere fuggiti da altre zone di Gaza.

Israele ha ordinato loro di evacuare, ma Borrell ha sottolineato l'inattuabilità di questa richiesta, dato che non possono fuggire a sud oltre il confine egiziano. "Dove vogliono evacuare? Sulla Luna? Dove evacueranno queste persone?", ha detto.

Lazzarini ha spiegato che le agenzie Onu non sono in grado di operare con la protezione minima richiesta perché le forze di polizia locali "potrebbero non essere più funzionanti, dato che molti agenti sono stati uccisi" e molti altri sono riluttanti a prestare assistenza perché i convogli di aiuti sono stati presi di mira da "centinaia di giovani".

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"I prossimi giorni ci diranno se saremo in grado di continuare a operare in un ambiente particolarmente impegnativo", ha spiegato. 

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