Il viaggio di Michel in Cina, tra dubbi e speranze

Charles Michel è presidente del Consiglio europeo dal 2019
Charles Michel è presidente del Consiglio europeo dal 2019 Diritti d'autore AP Photo
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Di Alice Tidey
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La discussione sulla Russia è il punto più importante della visita del presidente del Consiglio Europeo. Ma le proteste in tutto il Paese potrebbero stravolgere l'agenda

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Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel si recherà in Cina questa settimana per incontrare il leader cinese Xi Jinping e magari farsi un'idea della sua posizione su questioni cruciali per l'Unione Europea.

Nella sua visita del primo dicembre, Michel incontrerà anche il primo ministro Li Kepiang e il presidente del Comitato permanente dell'Assemblea nazionale del popolo Li Zhanshu.

Michel e Xi Jinping discuteranno di sviluppi geopolitici, economia e legami commerciali, ma anche di cambiamento climatico, temi sanitari, e aumento dei prezzi di cibo ed energia. Il primo incontro fisico fra i due segue di un mese il viaggio del cancelliere tedesco Olaf Scholz e l'incontro tra il presidente cinese e quello francese Emmanuel Macron a margine dell'ultimo G20.

La Cina è vicina?

L'incontro arriva a sei settimane da una discussione strategica di tre ore sulla Cina, che i capi di Stato e di governo dell'Unione Europea hanno tenuto a Bruxelles. Allora si era discusso il rifiuto cinese di condannare la guerra in Ucraina, il crescente deficit commerciale dell'Unione verso la Cina e la sua dipendenza da Pechino in vari settori. L'Unione ha anche recentemente adottato una legislazione volta a frenare l'accesso delle società sovvenzionate cinesi al mercato comunitario.

Altre preoccupazioni riguardano le implicazioni sulla sicurezza degli investimenti cinesi nelle infrastrutture critiche europee e l'aggressività della Cina nella regione pacifica, in particolare nei confronti di Taiwan.

Nel frattempo, il presidente del Consiglio europeo dovrebbe sollevare "questioni sui diritti umani e sui nostri valori", ha affermato un funzionario europeo, compresi i recenti sviluppi a Hong Kong e nello Xinjiang.

Non è ancora chiaro se Michel prenderà parte a una conferenza stampa congiunta con qualcuno dei suoi ospiti, a causa delle severe misure anti-Covid-19 in atto nel Paese. È anche improbabile che dalla visita scaturisca un annuncio.

Invece, spiegano fonti comunitarie, sarà probabilmente un appuntamento interlocutorio. "Pensiamo che sia necessario un nuovo slancio nella relazione, verificare cosa è cambiato e quali sono i nuovi parametri. Il presidente ha ottenuto un chiaro mandato su quale dovrebbe essere la nostra politica nei confronti della Cina".

Le relazioni con la Russia e le proteste in Cina

La Russia, e la potenziale influenza della Cina su di essa, costituiranno probabilmente il cuore della discussione. L'Unione vuole scongiurare il pericolo che la Cina fornisca alla Russia armi o materiali soggetti all'embargo occidentale.

Pechino ha inviato segnali positivi nelle ultime settimane, anche accettando un comunicato congiunto del G20 che deplorava "nei termini più forti l'aggressione della Federazione Russa contro l'Ucraina".

Ma i recenti eventi in Cina potrebbero cambiare l'agenda. Xi Jinping sta affrontando la più grande manifestazione di dissenso pubblico degli ultimi decenni, con le**proteste in varie città della Cina negli ultimi giorni** per la morte di dieci persone a Urumqi, nella regione occidentale dello Xinjiang, dopo un incendio nell'edificio residenziale in cui erano confinate a causa della dura politica zero-Covid del Paese.

Alcuni manifestanti hanno anche chiesto a Xi di dimettersi e e al Partito Comunista di cedere il potere. Le autorità hanno risposto con spray al peperoncino e cariche sui manifestanti, secondo diversi organi di stampa.

Alcune autorità locali hanno anche annunciato un allentamento delle restrizioni Covid-19, mentre alcune università hanno interrotto le lezioni dal vivo e hanno esortato gli studenti a tornare a casa, in quelli che possono essere letti come tentativi di frenare le proteste.

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